L'opera

“Vi racconto chi erano i Sanniti”: il prof. De Benedittis riscrive la storia dei nostri antenati

Nel suo libro ‘I Sanniti. Una storia negata’, il padre degli scavi di Monte Vairano mette in luce le contraddizioni della storiografia ufficiale: “Nel Samnium c’era la democrazia”.

Anni di battaglie cruente, di perdite ingenti, di devastazioni, di distruzioni sistematiche. Erano gli albori del nascente dominio romano su mezzo mondo e tra il IV e il III secolo a.C. furono i nostri antenati a opporsi alla sete di conquista dei vicini laziali. I Sanniti, popolo orgoglioso e organizzato, erano a loro volta vogliosi di espandersi ben oltre buona parte della Campania e del Molise. Una storia raccontata sotto il titolo di ‘Guerre sannitiche’, concluse con la vittoria romana.

Ma chi erano questi Sanniti, spesso descritti come pastori e organizzati in tribù? Molto, molto di più. A fare luce sull’argomento un professore che ha dedicato la sua vita agli scavi di Monte Vairano, a caccia di quella grande città sannita che anticamente sorgeva nei pressi dell’attuale Campobasso. Gianfranco De Benedittis ha affidato i suoi studi al libro ‘I Sanniti. Una storia negata’.

“Devo dire che restare chiusi a casa a causa della pandemia mi ha aiutato a scrivere quest’opera – confessa il prof. –. Incredibile ma vero”. E la scintilla che ha fatto scattare la voglia di mettere nero su bianco deriva sempre dal suo amore più grande: “Gli scavi di Monte Vairano e le scoperte fatte mi hanno spinto a rileggere tutte le fonti e devo dire che ho trovato tante, troppe contraddizioni in quella che per secoli è stata la storiografia ufficiale, ma filoromana”.

I Sanniti Libro di Gianfranco De Benedittis

De Benedittis fa esempi concreti, che riguardano direttamente anche il Molise: “Il teatro di Pietrabbondante era stato attribuito erroneamente ai Romani, magari perché i Sanniti non erano ritenuti in grado di costruire e di fare teatro. E questo non è affatto vero, visto che lo stesso Cicerone parla di commedie sannitiche, anche se poi la traduzione che è stata tramandata faceva riferimento a barzellette, per sminuire un popolo che in Molise aveva quattro teatri”.

Insomma, il tentativo (riuscito) è quello di rimettere le cose a posto: non si parla tanto dei rapporti con Roma e delle, principali argomenti delle ricerche romanocentriche, quanto del mondo dei Sanniti tra il VI e il III secolo a.C., prima cioè dell’impatto che ha avuto sulla loro vita quotidiana lo scontro con il potere espansionistico di Roma.

“Ecco perché ho ristudiato a fondo le fonti, riletto i documenti. Ed è venuto fuori un quadro nuovo: il Governo dei Sanniti era democratico. Basti pensare che ogni città inviava un suo rappresentante nel Consiglio. E quando c’era da prendere importanti decisioni si sentiva il parere di ogni città. Eppure dalla storiografia ufficiale erano definiti pastori: come si spiega allora che riescono a condurre e a vincere battaglie contro una potenza maggiore Come hanno fatto senza soldi? Queste sono le domande che mi pongo nel libro”.  fds

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