Controtendenza

Il Molise in zona gialla ma nulla cambia. Da oggi cade obbligo di mascherine all’aperto ovunque

Proprio nel giorno in cui nel Paese si dice 'addio' all'obbligo di indossare la mascherina all'aperto e in cui si conferma la tendenza al miglioramento dei dati sull'epidemia, la nostra regione cambia colore in senso peggiorativo. Da qualche tempo i ricoveri sono in aumento a differenza della media italiana che scende e i contagi restano ancora stabili laddove altrove diminuiscono con maggiore intensità. Ma in realtà è un cambio poco più che simbolico

Proprio nel giorno in cui l’Italia tutta si ‘libera’ dell’obbligo di mascherina all’aperto e in cui i dati del monitoraggio settimanale confermano la discesa di tutti gli indicatori pandemici, il Molise passa dalla zona bianca alla zona gialla.

Una sorta di controsenso, che d’altronde è maggiormente comprensibile se si guarda l’andamento dei tassi di occupazione in ospedale da gennaio ad oggi. La nostra regione ha fatto praticamente il percorso inverso rispetto alla media italiana. Quest’ultima è progressivamente scesa, mentre la curva del Molise è andata aumentando (come dimostrano i grafici Agenas qui riportati che considerano però solo il periodo dal 4 al 10 febbraio).

posti letto area critica agenas 10 febbraio
posti letto agenas 10 febbraio

Con ciò non intendiamo fare allarmismo: si tratta probabilmente di una dinamica transitoria che probabilmente esaurirà i suoi effetti nel giro di pochi giorni. Ma, come in parte abbiamo già evidenziato, anche la curva dei contagi in Molise non sta scendendo così velocemente come nel resto d’Italia. In realtà, secondo il matematico Giovanni Sebastiani del Cnr – come riportato dall’Ansa tre giorni fa – l’incidenza non sta scendendo poi tanto al Sud e lo studioso citava giustappunto i casi di Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna.

In realtà, dal monitoraggio che sarà oggetto nel pomeriggio (come ogni venerdì) di conferenza stampa da parte di Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute, la Sicilia transita dall’arancione al giallo perchè da 3 settimane consecutive ha i dati sovrapponibili a quelli della zona gialla. Invece solo il Molise passa in giallo ma dal bianco. I parametri per essere ‘gialli’, ricordiamo, sono 3, e devono essere contestuali: incidenza ogni 100mila abitanti superiore a 50 ma inferiore a 150; occupazione (ci si riferisce ai pazienti Covid sul totale, ndr) nelle Terapie Intensive superiore al 15% (non più del 20%) e superiore al 20% (ma inferiore al 30%) nelle aree mediche.

Ora, i dati del monitoraggio nazionale riportano trend in ulteriore miglioramento e i dati, confrontati col report di una settimana fa, sono questi: l’incidenza è passata dai 1.362 casi (periodo 28 gennaio-3 febbraio) a 962 (periodo 4-10 febbraio); l’Rt è calato ancora, passando da 0.93 a 0.89; il tasso di occupazione medio nelle Terapie Intensive è passato da 14.8% a 13.4% e quello nelle aree non critiche da 29.5% a 26.5%. Ma queste sono le medie.

Il Molise a che punto è? L’incidenza, neanche a dirlo, supera abbondantemente i 50 casi ogni 100mila abitanti, come succede in tutti i territori italiani d’altronde. Precisamente  è quasi a 900. La settimana scorsa (31 gennaio-6 febbraio) si sono avuti complessivi 2.662 nuovi casi in Molise, dunque oltre 800 ogni 100mila abitanti. Se passiamo poi a considerare i ricoveri (e dunque i tassi di occupazione), vediamo che al 10 gennaio (la data presa come riferimento nel report nazionale), per l’Agenas la percentuale per le Intensive era al 15% (ma il dato preciso è 15.38% che poi in realtà è calato per via dei 3 decessi di ieri ma l’Agenas sconta un giorno di ritardo rispetto ai bollettini Asrem) e quello nelle aree mediche era al 24%. Le soglie per il passaggio in zona gialla dunque sono state tutte centrate. Più alto della media anche l’Rt, l’indice di trasmissibilità sui casi sintomatici: in Italia è sotto l’1, da noi è all’1.35.

Poco male, potrebbe dirsi. Perchè come noto da oggi cade l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, che poi era l’unica cosa che cambiava tra zona bianca e zona gialla. Oramai invece l’Italia è tutta una zona ‘franca’ per quanto riguarda il dispositivo di protezione per eccellenza. L’obbligo non sussiste neanche più in zona rossa ed è verosimile che dal 31 marzo, quando con tutta probabilità non verrà prorogato lo stato di emergenza, l’obbligo ‘cadrà’ anche al chiuso.

mascherina regole 11 febbraio

A proposito di chiuso, ricordiamo che la mascherina resta al momento indispensabile – oltre che all’aperto in situazioni di assembramento – per entrare in bar e ristoranti (salvo poi toglierla per consumare) ma soprattutto sui mezzi pubblici, in cinema e teatri, dove anzi è obbligatoria la FFP2.
Da oggi un altro limite viene cancellato, e riguarda le discoteche che potranno riaprire (anche se con capienza ridotta) e dove si potrà tornare a ballare in pista (e senza mascherina).

Il sistema dei colori, da tempo oggetto di critiche e richieste di revisione da parte dei Governatori, oggi non ha più molto senso. Zona bianca, gialla e arancione sono nei fatti equiparate. Non così per la zona rossa dove qualche differenziazione resta in vita ma per i soli non vaccinati. La nostra regione è diventata ‘bianca’ lo scorso 31 maggio e da allora lo è rimasta continuativamente: dunque per tutta la quarta ondata si è confermata nella fascia di rischio inferiore. Proprio ora, paradossalmente, l’inversione di tendenza che però – ripetiamo – non ha nulla di estremamente preoccupante.

Ricordiamo infine che prima di oggi e fino a domenica le zone bianche d’Italia erano solo 3: il Molise, la Basilicata e l’Umbria. La gran parte delle regioni è in zona gialla mentre in arancione ci sono Sicilia, Abruzzo, Marche, Valle d’Aosta, Piemonte e Friuli Venezia-Giulia. Ma qualcosa, come detto, cambierà dalla settimana prossima con i passaggi in giallo di Sicilia e Molise. Un cambio però che, nella nuova fase, nulla cambia.

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