L'omicidio e le indagini

Delitto di Natale, tracce di cocaina su uno degli smartphone sequestrati

Quando il 26 dicembre scorso Giovanni De Vivo – indagato per l’omicidio di Cristiano Micatrotta – fu trasferito in carcere, una nota a firma del Capo della Procura di Campobasso, specificò che il movente era riconducibile “al mondo della droga”.

Aspetto subito emerso nelle deposizioni rese ai carabinieri dai due testimoni (che quella sera erano in macchina con il geometra 37enne mentre si recavano in via Vico).

Uno dei due, infatti,  interrogato dai militari e dal sostituto procuratore Elisa Sabusco aveva ammesso che lite era scoppiata per una questione inerente “le sostanze stupefacenti”, restando sul vago e non scendendo nel particolare.

Il secondo testimone, invece, aveva specificato che “si trattava di marijuana”  aggiungendo che però lui non ne sapeva nulla.

Ora, invece, alla luce dei primi risultati emersi dagli accertamenti del Ris, qualcosa non torna: su uno dei quattro smartphone sequestrati sono state rilevate tracce di cocaina. E il cellulare con ‘esito positivo’ non è quello di Cristiano.

Quindi la conferma: la droga che ha generato la lite era cocaina.

Questo primo risultato potrebbe aprire a nuove ipotesi sulle quali faranno chiarezza gli investigatori chiamati a ricostruire la scena del crimine, la dinamica dell’omicidio ma anche quello che è accaduto la sera del 24 dicembre a partire dalle 21.30.

Omicidio di Natale, diverse telefonate prima dell’aggressione: sequestrati gli smartphone

Un dato è certo: in nessuna delle deposizioni rese dai  due testimoni negli uffici del Comando provinciale dei carabinieri si parla di cocaina ma solo di marijuana.

L’unico a farne cenno sarebbe stato lo stesso Giovanni De Vivo durante l’udienza di convalida. E potrebbe averlo meglio specificato anche durante l’interrogatorio avvenuto in carcere del 30 gennaio scorso. Potrebbe, perchè in realtà su quello che l’indagato ha raccontato al Capo della Procura (in presenza del suo difensore) né inquirenti né l’avvocato Mariano Prencipe, hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Soprattutto sulla droga, alla cui domanda proprio l’avvocato Prencipe ha risposto con un telegrafico “no comment”. Ora però una prima risposta arriva dal laboratorio del Reparto di Investigazioni Scientifiche di Roma. 

 

commenta