La mozione

Campomarino, la minoranza sfiducia il sindaco: “Usa l’auto del Municipio a scopi privati”. Lui replica: “Falso”

Cinque consiglieri comunali di minoranza al Comune di Campomarino hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Pierdonato Silvestri per il presunto utilizzo improprio dell’autovettura comunale. Nella stessa circostanza è stata presentata anche una interpellanza urgente sull’uso della vettura, una Fiat Grande Punto nella disponibilità del Municipio per attività istituzionale, con la richiesta di una convocazione di consiglio straordinario.

Giuseppe Di Carlo, Luciano De Luca, Michele Di Stefano, Davide Giuliani e Barbara Saracino, ovvero il gruppo di minoranza eletto alle ultime amministrative con il Movimento 5 Stelle, sollevano il problema relativo a quello sospettano sia un utilizzo improprio e personale di un mezzo di proprietà del Comune, le cui spese di viaggio e manutenzione ricadono sulla collettività. Gli atti arrivano dopo le segnalazioni fatte al comando di polizia locale del Comune di Campomarino, nelle quali alcuni cittadini hanno messo in evidenza che la Punto in questione sia stata utilizzata da Silvestri per spostamenti che nulla hanno a che vedere con la vita pubblica e afferiscono, al contrario, alla sfera e agli spostamenti privati.

“Spiegherò tutto in Consiglio, ma una cosa posso anticiparla: non è vero nulla” chiarisce il primo cittadino Pierdonato Silvestri al telefono, su richiesta di fornire la sua versione dei fatti. Il sindaco ricostruisce così la vicenda che lo riguarda: “L’unico frangente in cui ho preso l’auto del Municipio in mancanza di un presupposto pubblico risale a sabato scorso, quando con la Punto ho raggiunto Termoli. Ma solo perché intendevo partecipare a un’attività istituzionale che poi è saltata”.

Silvestri assicura di aver prontamente riportato la vettura nel parco auto del Municipio subito dopo, e che non ci sono state altre occasioni. “Ho due auto – precisa – e non ho bisogno della Punto del Comune per muovermi. In ogni caso chiarirò tutto in Consiglio”, dove è stato chiamato a rispondere pubblicamente.

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