Dopo campobasso

Sant’Antonio Abate, anche Colli al Volturno nella Rete italiana che valorizza la tradizione

Anche il piccolo comune della provincia di Isernia tra le Comunità patrimoniali italiane che partecipano all’organizzazione e allo svolgimento dei festeggiamenti in onore del santo protettore degli animali

Proprio nel giorno in cui si festeggia Sant’Antonio Abate l’Associazione Socio Culturale “Forza Giovane” di Colli al Volturno, entra ufficialmente a far parte della “Rete Italiana per la Salvaguardia e Valorizzazione delle Feste di Sant’Antonio Abate”.

La Rete, nata nel marzo del 2021 e della quale il Comune di Campobasso è parte integrante e membro del Coordinamento nazionale e regionale, riunisce tutte le Comunità patrimoniali italiane che partecipano all’organizzazione e allo svolgimento dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate.

Colli al Volturno viene così inclusa tra i soggetti che contribuiscono, in modo attivo e consapevole, alla salvaguardia e alla valorizzazione degli elementi che caratterizzano i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, che nella loro unicità rappresentano una parte significativa del patrimonio culturale immateriale dell’Italia.

A Colli a Volturno, i festeggiamenti per Sant’Antonio Abate prevedono, la mattina del 16 gennaio, diverse bande di cantori che, mascherati da frati, si radunano in vari punti del paese e danno inizio a una questua itinerante che dalle frazioni (Cerreto, Valloni, Santa Giusta, Casali, Castiglioni) giunge, verso sera, al centro del borgo. Per tutta la durata della questua, nel chiedere denaro e beni alimentari alle famiglie, le bande intonano un’antica canzone di 13 strofe intervallate da un ritornello e accompagnata da chitarre, fisarmoniche sia diatoniche che cromatiche e vari strumenti a percussione. Ogni gruppo è formato da tredici componenti, di cui dodici indossano il tipico saio scuro da frate (sostituiti spesso da abiti ricavati da sacchi di juta) e talvolta barbe posticce di stoppa. Ogni figurante svolge una diversa funzione, che è solitamente mantenuta nel corso degli anni: dall’accompagnamento musicale, allo sbandieramento dello stendardo con l’immagine del santo, alla raccolta delle offerte (trasportate in una cassa o in un sacco di juta), alla distribuzione dei santini ai benefattori e all’accudimento dell’asino, su cui siederà il santo. Un solo figurante, infatti, si distingue per un saio bianco con una grande croce che pende sul petto e il possesso di un bastone dall’estremità ricurva a cui è legata una campanella: l’interprete di Sant’Antonio Abate. La questua, cominciata di primo mattino, termina con il triplice giro attorno al tradizionale falò “sacro” acceso in onore del santo eremita.

Sul sito web ufficiale della “Rete Italiana per la Salvaguardia e Valorizzazione delle Feste di Sant’Antonio Abate” (https://reteitaliana.santantuono.it/) è consultabile l’Inventario online delle feste di Sant’Antonio Abate, costantemente aggiornato e implementato dai soggetti detentori e protagonisti del patrimonio vivente in linea con la Convenzione UNESCO del 2003 per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale.

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