Appello all'asrem

Salute mentale, nessuna soluzione all’orizzonte: a rischio cure per centinaia di pazienti. Isernia il centro più penalizzato

Dal 31 gennaio scadranno i contratti di 6 psicologi e 3 tecnici della riabilitazione psichiatrica in Molise, assunti nell'ambito di un progetto sulla depressione femminile legato in particolare all'emergenza Covid. Da tempo richiesta una proroga per non mettere a rischio la continuità terapeutica: richiesta finora senza risposta. Tornano a farsi sentire le associazioni di utenti e familiari

Non è stata trovata una soluzione per i professionisti della salute mentale molisana che a breve (il 31 gennaio) vedranno scadere il proprio contratto: parliamo di 6 psicologi e 3 tecnici della riabilitazione psichiatrica in Molise. Il che significherebbe gravi carenze in particolare nella provincia di Isernia dove una sola psicologa dovrà occuparsi – se nulla cambierà – di centinaia di pazienti.

Si rinnova dunque, anche da parte delle associazioni degli utenti e dei familiari degli assistiti dai servizi di salute mentale pubblici molisani – l’appello all’Asrem per ripristinare il servizio, sempre più importante in tempi di pandemia.
Il progetto Asrem in questione, come già detto in precedenza, è denominato “Superamento della depressione medio-lieve con particolare attenzione al genere femminile”. Il progetto, per cui da febbraio sono state assunte queste 9 figure professionali e che ha coinvolto i Csm (centri di salute mentale) di Campobasso, Isernia e Termoli, è stato pensato dall’azienda sanitaria in particolare per la situazione di emergenza legata al Covid-19.

È sempre più evidente, ormai, come la pandemia di disagio psicologico sia ‘esplosa’, legata a doppio filo all’epidemia. “La pandemia da Covid-19 sta provocando delle conseguenze sia sulla salute fisica che su quella mentale; quindi oltre ai milioni di morti una delle conseguenze più devastanti della diffusione della Sars-CoV2 è la ripercussione che essa ha avuto sulle persone che già presentavano delle fragilità psichiatriche, sui loro familiari e sui Servizi di Salute Mentale”, scrivono in forma congiunta le associazioni che ora temono – come già vi avevamo raccontato – l’approssimarsi della fine del progetto in questione.

Un progetto che “ha garantito secondo Noi – Utenti, con disturbi psichiatrici vari, e Familiari – la continuità terapeutica necessaria attraverso interventi multidisciplinari, costanti e continuativi, senza eccessivo prolungamento delle liste d’attesa.
In vista dell’imminente scadenza contrattuale dell’avviso pubblico, riteniamo necessario sottolineare quanto l’interruzione di questo Progetto avrebbe inevitabilmente delle ripercussioni sulla continuità clinico-assistenziale di cui usufruiamo, correndo il rischio di trovarci privi di quelli che ormai Noi riteniamo i nostri Operatori di riferimento”.

Depressione, più casi con la pandemia. Verso la chiusura il progetto rivolto alle donne

 

Di pari passo si sono attivate le dottoresse coinvolte nel progetto – Veronica Mosca, Ermenegilda Paniccia, Cinzia De Luca, Gina Paganelli, Stefania Praitano, Valentina Ialenti, Elita Santone, Marilena Aquino e Luigina Ranalletta – che hanno scritto al direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano, alla dirigente a capo della direzione salute della Regione Molise Lolita Gallo, alla psichiatra Mariangela Corbo, responsabile del progetto, e allo psichiatra Angelo Malinconico facente funzione a capo del dipartimento di Salute Mentale regionale, chiedendo di prorogare i contratti ai professionisti al fine di garantire un diritto alla salute indispensabile per tanti pazienti che rischiano fortemente di non poter completare il loro percorso di supporto, né con la psicoterapia, né con la riabilitazione psichiatrica. Le dottoresse, nel chiedere la proroga immediata del progetto, mettono in evidenza il notevole aumento delle prestazioni erogate (dati da febbraio ad ottobre 2021: n° prestazioni effettuate 2443, n° utenti presi in carico 231). “La conclusione del progetto comporterebbe l’interruzione della continuità terapeutica, l’impossibilità di rispondere a nuove richieste di presa in carico e l’allungamento delle liste d’attesa, con gravi ripercussioni sulla salute del paziente e sul servizio sanitario che attualmente non dispone di operatori sufficienti a soddisfare le richieste in arrivo”.

 

Studi autorevoli dimostrano come sia aumentata da un po’ di tempo a questa parte la richiesta di supporto psicologico. I casi di depressione sono cresciuti oltremodo tra i giovani e tra le donne. Per via – come molti avevano tristemente previsto – del Covid, foriero di isolamento, della limitazione delle attività, delle scuole chiuse, dell’ipocondria che ne è seguita, della crisi economica innescata (che ha portato in molti casi alla perdita di lavoro. Pandemic fatigue, anche così è stato identificato lo specifico disagio legato all’emergenza epidemica con i suoi bollettini di guerra.

La pandemia – ha spiega Fabrizio Starace, presidente della Società di epidemiologia psichiatrica – ha determinato un incremento del malessere psichico, dei sintomi ansiosi, depressivi, comportamentali e particolarmente esposti sono i giovani e gli adolescenti. E i problemi strutturali del sistema pubblico della salute mentaleleggasi scarsi finanziamenti – sono venuti ancor di più alla luce.

In questi giorni tanto si sta discutendo del bonus psicologico, o meglio della sua bocciatura da parte del Governo. Ne è nata una petizione che ha la speranza di riuscire a inserire il bonus nel decreto milleproroghe. L’obiettivo, si legge nella petizione, è “andare incontro a un’esigenza immediata e pressante”, dare “una risposta di civiltà rispetto ai tantissimi che si rivolgono ai professionisti nel silenzio e nell’assenza di qualsiasi tipo di sostegno”, pur non ponendosi come “un investimento sostitutivo rispetto al servizio pubblico, che pure andrebbe potenziato”.

Perchè è lampante che a dover essere potenziato è in prima battuta il servizio pubblico. Tornando al Molise e alla Provincia di Isernia, particolarmente penalizzata da carenze di personale e mancanza di fondi, lo scenario imminente potrebbe essere questo: “dal 31 gennaio 2022, se l’Asrem non prenderà al più presto provvedimenti, resterà solo una psicologa afferente al Centro di Salute Mentale relativo a tutto il territorio della provincia di Isernia, a garantire l’assistenza a centinaia di persone con problemi psichiatrici e psicologici. Una sola professionista che senza la collaborazione con altri colleghi (3 psicologhe e 2 tecnici della riabilitazione psichiatrica) non potrebbe occuparsi dei numerosi pazienti affetti da disturbi emotivi, quali depressione ed ansia nello specifico, il cui aumento risulta direttamente correlato alla situazione di emergenza Covid”.

In realtà, il servizio di supporto ai pazienti con problemi e malattie di salute mentale non riguarda solo la sfera della pandemia. Le dottoresse stanno garantendo un’attività di cura importante per tutti i tipi di patologie psichiatriche e psicologiche, “in particolare nella Provincia di Isernia dove la sanità pubblica è totalmente sotto organico: non c’è più un assistente sociale, non ci sono tecnici per la riabilitazione psichiatrica, solo 4 psichiatri sono in servizio con turn over molto alti, rischiando di compromettere percorsi di cura che hanno bisogno di tempi lunghi per essere efficaci”.

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