Svolta vicina per il quirinale?

Quirinale, si chiude venerdì. Per Governatore Toma probabile Mattarella bis o Draghi

Si avvicina la svolta per l'elezione del nuovo Capo dello Stato, almeno stando alle dichiarazioni dei leader dei maggiori partiti della coalizione. Le sensazioni del presidente della Regione Molise, a Roma in qualità di grande elettore e quindi da osservatore privilegiato di questa 'partita': "Complicato azzardare previsioni. Casini? Non credo sia un'ipotesi del tutto tramontata. Sarebbe un Presidente della Repubblica politico"

La deadline è stata tracciata: domani – 28 gennaio – sarà eletto il nuovo Presidente della Repubblica. A meno di altri imprevisti e nuovi colpi di scena, la svolta per il Quirinale ci sarà nel giorno della quinta votazione per il Quirinale, la seconda in cui è necessaria una maggioranza assoluta (505 preferenze per il quorum).

Il segretario del Pd Enrico Letta si è esposto sui tempi della partita. Lo stesso ha fatto il leader della Lega Matteo Salvini, protagonista delle trattative per trovare un candidato eleggibile, a tracciare la rotta. “Il mio obiettivo è tenere unito il centrodestra e tenere unita la maggioranza. Non faccio nomi, ma dovrà essere una figura di alto profilo, con riconoscimenti internazionali. Confido che domani sia la giornata buona“, le parole rilasciate ai giornalisti che da giorni ‘assediano’ Montecitorio un’ora dopo l’esito del quarto scrutinio con un nulla di fatto.

441 gli astenuti, le schede bianche sono scese a 261. Il presidente uscente Sergio Mattarella ha ottenuto 166 consensi (ieri 125). A Nino di Matteo, candidato da Alternativa c’è e dagli ex M5s al posto del giurista Paolo Maddalena, sono andate 56 preferenze. Otto voti per l’ex senatore e presidente della commissione parlamentare Straordinaria per la tutela dei Diritti umani Luigi Manconi (sostenuto da Europa Verde e Sinistra Italiana). Sei voti alla ministra Marta Cartabia, cinque al premier Mario Draghi, quattro ad Amato, tre a Pierferdinando Casini e due a Elisabetta Belloni, questi ultimi considerati tra la rosa dei papabili alla carica di Presidente della Repubblica.

Tra gli astenuti c’è anche il governatore molisano Donato Toma, che ha seguito le indicazioni del suo partito Forza Italia. In un momento in cui tutto può (ancora) succedere al capo della Giunta regionale abbiamo chiesto, nel suo ruolo di osservatore privilegiato in qualità di grande elettore per il Molise, una previsione sull’esito del voto per il Colle: “Azzardare previsioni in questo momento è complicato, si sta profilando un Mattarella bis o l’elezione di Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica. Non credo sia un buon segnale perchè significa che la politica non è riuscita a fare sintesi”, commenta. “Casini? Non credo sia un’ipotesi del tutto tramontata“, aggiunge Donato Toma atteso nel pomeriggio da un altro vertice di Forza Italia che precede il summit tra i leader della coalizione.

Su Pierferdinando Casini si è espresso favorevolmente anche il governatore della Liguria Giovanni Toti: “Pier Ferdinando Casini è stato eletto presidente della Camera dal centrodestra ed è stato eletto come indipendente dal Pd a Bologna. Ha certamente un profilo bipartisan”. Parole condivise dal presidente della Regione Molise che evidenzia un altro aspetto: “Quella di Casini è una figura politica e sarebbe un presidente della Repubblica politico, oltre ad essere una personalità di alto profilo. A mio avviso Casini ha delle chances”.

Le manovre per il Quirinale vanno avanti ad oltranza. Forza Italia sta cercando di riconquistare un ruolo di primo piano nelle trattative evitando di lasciare il ‘boccino’ nelle mani di Matteo Salvini e della Lega. “Oggi il presidente Berlusconi (che aveva avuto un colloquio con Mario Draghi, ndr) ha sentito Antonio Tajani e gli ha dato mandato – rivela Toma a Primonumero – di trattare a tutto campo. La trattativa quindi ora si fa più interessante”. E forse il rammarico di Forza Italia è di non aver potuto puntare su Tajani: “A mio avviso l’alternativa alla candidatura di Berlusconi era quella di Tajani. Lo avrei votato – si sbilancia il governatore molisano – perchè è stato presidente del Parlamento europeo. Una sua candidatura però sarebbe stata complicata perchè attualmente ha le redini del partito”.

La quinta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica si svolgerà domani alle ore 11, come ha comunicato in Aula il presidente della Camera Roberto Fico. Quindi non si procederà alla doppia votazione. Non è ancora chiaro se i presidenti di Camera e Senato decideranno di mutare l’attuale organizzazione (una sola votazione al giorno) passando al doppio scrutinio come richiesto da alcuni partiti.

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