Campobasso

Per Draghi la scuola si fa in presenza, ma il Pd chiede al sindaco di prolungare la dad

I consiglieri del Partito democratico al Comune di Campobasso insistono per uno screening sulla popolazione studentesca prima del rientro sui banchi e chiedono a Gravina di valutare alla luce dei dati un'altra settimana di didattica a distanza. Una posizione che diverge drasticamente da quella indicata solo ieri in una apposita conferenza stampa dal premier Mario Draghi

“Bisogna evitare un ricorso generalizzato alla didattica a distanza” e poi “non ha senso chiudere la scuola prima di tutto il resto, ma se chiudiamo tutto torniamo all’anno scorso e non ci sono i motivi per farlo”. Testi del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi che ieri sera ha spiegato agli italiani perchè il Governo ha deciso per il rientro in classe in presenza.

Forse quando il premier parlava in tv a reti unificate erano distratti i consiglieri del Partito democratico al Comune di Campobasso. O forse avranno dimenticato che il Pd a Roma è forza di Governo e ha sostenuto tali scelte. Non si spiega allora perchè oggi Giose Trivisonno, Bibiana Chierchia, Alessandra Salvatore e Antonio Battista sono tornati a chiedere al sindaco Roberto Gravina di prorogare l’ordinanza con cui è stata stabilita la dad negli istituti del capoluogo fino al prossimo 15 gennaio sulla base di uno screening che dovrebbe coinvolgere gli studenti.

Non solo. Agli esponenti dem saranno sfuggiti pure i dati esposti dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a supporto della scelta dell’esecutivo. “Ad oggi (ieri, ndr) i docenti assenti perché positivi o in quarantena sono il 6%, gli studenti il 4,5%” mentre i docenti sospesi perché non vaccinati sono lo 0,72%. Altro dato su cui riflettere: “Il 3,07% dei Comuni ha disposto ordinanze di chiusura“. Una minoranza in Italia, così come in Molise.

Il Molise diviso sulla scuola, i più sono rientrati in classe. Toma: “I sindaci potevano chiudere, ma credo abbia prevalso la paura”

 

Così, mentre in Municipio si sta valutando il da farsi a quattro giorni dalla scadenza dell’ordinanza e mentre per centinaia di studenti la dad costituisce motivo di disagio, i consiglieri dem rilanciano: “Dobbiamo usare il periodo della dad per organizzare gli screening mirati sulla popolazione studentesca. Le farmacie comunali possono svolgere un ruolo determinante sia per l’approvvigionamento dei test sia per l’effettuazione dei tamponi”. Inoltre, sottolineano Giose Trivisonno, Bibiana Chierchia, Alessandra Salvatore e Antonio Battista, “l’amministrazione comunale si faccia carico (i fondi ci sono) per devices e FFP2 per studenti e famiglie meno abbienti”.

E argomentano ancora: “Gli oltre due milioni di contagiati nella nostra nazione, gli oltre settemila nella nostra regione sono numeri che impongono una attenta riflessione sulla opportunità di prolungare l’uso temporaneo, mirato, cautelativo e preventivo del flessibile strumento della didattica a distanza”. Peccato che in Molise, come da bollettino Asrem di oggi (11 gennaio), i casi attualmente positivi non sono nemmeno 6mila (e non oltre 7mila come dicono dal Pd). In ogni caso, mille più o mille meno, i dem chiedono di valutare di “estendere la dad anche alla seconda settimana di lezioni di gennaio” pur riconoscendo che “la didattica in presenza resta un valore”. Tutto si può dire, tranne che si abbiano le idee chiare.

 

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