Delitto di campobasso

Omicidio di Natale, incarico al maxi esperto che guidava i Ris: indagini scientifiche col metodo di Cogne

L'ex Comandante del Ris di Parma Luciano Garofano collaborerà al caso con l'avvocato Mariano Prencipe per ricostruire una dinamica dai troppi punti oscuri nella morte del geometra Cristiano Micatrotta. Il legale difensore ha già chiesto all'autorità giudiziaria che siano eseguiti gli accertamenti scientifici con l'innovativa tecnica Dpa già utilizzata per il caso di Cogne ma anche per Garlasco, la strage di Erba e l'omicidio di Melania Rea

Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma (Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche), l’ufficiale dell’Arma che si è occupato della strage di Erba, del delitto di Cogne, ma anche di Garlasco e Novi Ligure (per citare i casi recenti più eclatanti) è il consulente nominato dalla difesa di Giovanni De Vivo, l’uomo che si trova in carcere dal 25 dicembre scorso per aver ucciso con una coltellata il geometra 38enne di Campobasso, Cristiano Micatrotta.

L’ex Generale dei carabinieri lavorerà fianco a fianco con l’avvocato Mariano Prencipe per ricostruire – avvalendosi di tutti gli strumenti a disposizione del campo scientifico – quanto è accaduto la notte tra il 24 e il 25 dicembre in via G.Vico a Campobasso.

Omicidio Micatrotta: indagato per rissa l’amico che chattava con De Vivo prima del delitto

La ricostruzione ipotizzata finora – con le sole testimonianze rese dai due amici di Cristiano (di cui uno iscritto nel registro degli indagati per il reato di rissa) e gli elementi investigativi emersi successivamente – presenta alcuni punti oscuri che secondo il legale di De Vivo, l’avvocato Mariano Prencipe “devono essere necessariamente chiariti”.

Si farà ricorso al metodo Bpa (Bloodstain Pattern Analysis) che letteralmente sta per “analisi delle macchie di sangue” ma che – con metodo assai più sofisticato – in base ad una serie di requisiti scientifici, sfruttando le basi della biologia, della chimica, della fisica, della dinamica dei fluidi e della matematica trigonometrica consentirà di ottenere informazioni riguardo a cosa è successo la sera del 24 dicembre scorso, quando e in quale sequenza si sono verificati i fatti, quali eventi invece non sono accaduti e chi era o non era presente sulla scena del delitto.

La richiesta perché sia eseguito l’accertamento con la tecnica Bpa è già stata inoltrata alla Procura che ha dato il proprio assenso.

Quindi ci si prepara all’analisi delle caratteristiche delle macchie, degli schizzi e della chiazza di sangue rilevata in via Vico per stabilirne la distribuzione, la forma e la dimensione, il loro andamento e la posizione sulla scena.

Indicazioni utili a stabilire la dinamica del delitto. Perché proprio le tracce di sangue possono rivelare, ad esempio, la direzione di movimento della vittima e dell’aggressore, la tipologia e la velocità del coltello, come è stata aggredita la vittima, il numero di colpi inferti. Si possono ottenere anche informazioni sull’aggressore (per esempio se destro o mancino), insomma un supporto investigativo rilevante per diradare i dubbi che sono scaturiti anche dalle testimonianze a disposizione degli investigatori.

“Si è acconsentito all’estensione dell’indagine peritale che sì, potrebbe dirci di più” ha glissato l’avvocato Mariano Prencipe confermando la nomina come consulente di parte del Generale Luciano Garofano e chiudendo: “Non posso dire altro”.

Fra un paio di giorni presenterà istanza alla Procura perché il suo cliente sia ascoltato in merito ai fatti che lo tengono nel carcere di Campobasso (inizialmente era stato trasferito a Benevento) con l’accusa di omicidio volontario. Mentre ha già inoltrato richiesta di riesame della misura al Tribunale della Libertà.

Durante l’interrogatorio di garanzia, Giovanni De Vivo si era avvalso della facoltà di non rispondere e davanti al Gip e al Pm era esploso in un pianto dirotto dicendosi soltanto pentito dell’accaduto. Ora – passate oltre due settimane dalla tragedia –  è pronto a deporre e – come Prencipe aveva annunciato già all’uscita dal Tribunale dopo l’udienza di convalida – a “collaborare per la verità”.

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