Fiumi di droga e soldi

Nei summit di camorra i dubbi dei clan Sautto-Ciccarelli del Parco Verde di Caivano: “Chi mette le mani sul Molise?”

Il collaboratore di giustizia molisano, arrestato nell'ambito di "Piazza Pulita", ha raccontato agli inquirenti i retroscena delle mire della criminalità organizzata sulla nostra regione prossima ad essere "conquistata" da uno dei gruppi campani che gestisce il sistema droga, in una delle piazze di spaccio diventata tra le più grandi d'Europa

Il quartiere generale era l’abitazione del boss. Lì ci si incontrava e sempre lì con gli “alleati” del Molise si definivano le questioni relative al traffico di cocaina, alle partite di droga destinate alla zona di Bojano e dintorni ma, soprattutto, si dirimevano le questioni relative a quale fosse l’obolo da destinare alle casse dell’organizzazione criminale, tra obbligo di fornitura e soldi contanti.  Sì, proprio come accade in Gomorra.

Il clan di riferimento per la terra del Molise è quello Sautto-Ciccarelli del “Parco Verde” di Caivano. L’area riconosciuta anche nelle recenti inchieste di polizia, come dominus di quella che, tramontata l’era Scampia, è diventata non soltanto principale riferimento per comprare droga in  Campania ma anche una delle più grandi piazze d’Europa.

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A raccontare il retroscena è il collaboratore di giustizia molisano che con il clan aveva scelto di avere a che fare diventando egli stesso il capo di uno dei tre sodalizi criminali poi smantellato nell’ambito di “Piazza Pulita”, la maxi inchiesta chiusa a Maggio 2020 con l’esecuzione di 39 misure. In quella indagine la Distrettuale antimafia consolidò l’esistenza di tre gruppi criminali che nell’area di Bojano avevano ormai preso pieno possesso del traffico di droga e con metodo mafioso lo portavano avanti anche a colpi di rapine ed estorsioni.

A distanza di mesi, l’alleato molisano a capo di uno dei tre gruppi,  ha scelto di collaborare con l’Autorità giudiziaria. “E’ il primo collaboratore di giustizia molisano – ha spiegato il Capo della procura Nicola D’Angelo – e le sue indicazioni sono state importanti per ricostruire una serie di circostanze che erano sì già emerse nell’ambito di quella precedente attività investigative ma che sono poi state cristallizzate con l’esecuzioni, questa mattina, di ulteriore tre misure di custodia cautelare in carcere a carico di altrettante persone esponenti di spicco del clan Sautto-Ciccarelli”.

Il molisano, che si trova in carcere e che è in attesa di giudizio, ha spiegato come era gestita la piazza di spaccio per conto dei Sautto-Ciccarelli; e agli inquirenti durante le deposizioni non sono sfuggiti particolari che hanno ufficializzato quelle che sembravano soltanto ipotesi, ma non troppo: i riflettori della camorra sulla provincia di Campobasso.

Così il molisano durante la lunga deposizione resa in Procura racconta di questi incontri con gli affiliati del clan Sautto e di ragazzini che arrivavano con gli shopper usati per fare la spesa pieni di soldi. Denaro contante: guadagno dello spaccio appena avvenuto.

Ed è in una di quelle occasione che il molisano racconta delle intenzioni del clan. Interrogativi su chi dovesse “prendere” il Molise e come. “Chi mette le mani sul Molise?” è la domanda che compare negli scritti della deposizione. A consolidare le intenzioni neanche troppo velate da parte del crimine organizzato di infiltrarsi integralmente nel tessuto molisano.

Il guadagno del clan nell’ambito di “Piazza Pulita” era di cento, centoventimila euro al mese. Quella droga – finita nelle mani del “referente” molisano – si trasformava in un volume d’affari di 500mila euro. Denaro a ciclo continuo che arrivava dalla piazza molisane ad arricchire le casse della camorra.

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