L’hanno accusata di “una gestione monocratica, antidemocratica e non collegiale” della Commissione Parità e Pari opportunità che guida da quasi un anno Maria Grazia La Selva, che vanta una esperienza decennale nella battaglia a difesa delle donne maltrattate con l’associazione Liberaluna onlus. Lo scorso 31 marzo si è insediato l’organismo nominato dal presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone che utilizzò i poteri sostitutivi perchè l’assemblea regionale non aveva ottemperato, nei tempi previsti, all’elezione dei singoli commissari.
Nel giro di pochi mesi all’interno della Commissione, che svolge una funzione fondamentale nel proporre progetti per favorire le parità (la medicina di genere, per citarne uno) e strategie di contrasto alla violenza di genere, sono scoppiati primi scontri sfociati nella richiesta di dimissioni del presidente La Selva da parte di otto commissarie, tra cui le due vice presidenti Aida Trentalance e Angela Di Burra e la consigliera Aida Cennamo. “Le difficoltà, emerse da tempo, hanno provocato la mancata realizzazione delle iniziative programmate per l’anno 2021, e non hanno consentito ai commissari di condividere e approvare la Programmazione per il 2022 da presentare al Consiglio regionale entro il 30 Novembre”, hanno scritto le otto componenti della commissione.
Le cose non starebbero proprio così per la presidente Maria Grazia La Selva che riconosce le difficoltà nel convocare “a causa della pandemia le riunioni della commissione”, ma rigetta le accuse di una mancata condivisione delle attività. “Non mi dimetto, tecnicamente potrebbe rimuovermi dal mio ruolo solo chi mia ha nominata (ossia il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone, ndr)”, evidenzia ai giornalisti che ha convocato nella sede di via Colitto a Campobasso. Anche perchè “svolgo questo incarico a titolo onorifico”, ossia senza percepire uno stipendio. “Percepisco solo rimborsi spese in caso di trasferte fuori regione”.
“Dopo aver chiesto via mail di realizzare insieme la programmazione e la relazione da inviare ai presidenti Micone e Toma, dopo una lunga riunione nella quale ho presentato la programmazione e senza aver ricevuto nessuna proposta o documento dagli altri commissari, ho inviato io la programmazione”, argomenta. “I commissari hanno avuto 5 giorni (dal 25 al 30 novembre, ndr) per poter analizzare e condividere la programmazione”. E rimarca anche un altro aspetto: “Le vice presidenti hanno la possibilità di consultare la posta della Commissione di Parità perchè hanno le password di accesso, le ho date io a loro”.
Ecco cosa prevede la programmazione della ‘discordia’: la proposta di istituire con fondi regionali una stanza in Tribunale per le donne maltrattate e che durante i processi di confrontano con il loro aggressore, come hanno fatto in Abruzzo. La programmazione prevede anche iniziative per la medicina di genere, un protocollo con l’Ufficio scolastico regionale per promuovere progetti in 86 scuole volte a favorire la parità di genere e un protocollo con l’Ordine dei medici per realizzare un seminario per la lotta all’endometriosi. Nel piano anche un seminario in cui coinvolgere i Consultori sulla prevenzione dell’aborto.
Quindi, conclude La Selva, “vado avanti perchè c’è tanto da fare per questo territorio, a livello nazionale stiamo lavorando bene e auspico che si possa far bene anche in Molise”.
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