L'Ospite

L'ospite

L’augurio per il nuovo e la pace!

Maria teotokos

di don Mario Colavita

 

Un nuovo anno porta con sé desideri di speranza e di cambiamento positivo. Non si capiscono le cascate di auguri che ci facciamo per il 2022 senza un fondamento di speranza e di fiducia nel tempo futuro.

Per il mondo della bibbia il più grande augurio di prosperità è raccolto nella benedizione. Benedire vuol dire porre Dio in ogni attività e in ogni gesto umano da compiere.

La benedizione nel mondo biblico è porre Dio a custodia della vita.

Il nuovo anno si apre con la benedizione di Dio che è il grande augurio di speranza e di fiducia per tutti coloro che credono e che riconoscono la forza e la bontà dell’Amore di Dio e del Dio-amore.

La triplice benedizione sacerdotale dal libro dei Numeri è augurio bello per entrare nel nuovo anno. Il testo dice: “Ti benedica il Signore e ti protegga. Illumini il Signore il Suo viso e ti conceda la grazia. Rivolga il Signore il Suo viso verso di te e ponga su di te la pace”.

Il Signore nella benedizione già dona la prosperità, la serenità, il testo aggiunge e ti protegga. I rabbini chiosano dicendo che quel ti protegga è da intendere che il Signore ti preservi da una falsa idea di te.

Il Signore ti protegga dal tuo istinto malvagio, dalla tentazione maligna che insinua in noi: sei tu il più grande, sei tu il più bravo, sei tu che crei, sei tu che determini. Se subentra questa tentazione e questo atteggiamento, è chiaro che quella benedizione iniziale va riducendosi e perdendo forza.

La seconda benedizione chiede di partecipare alla luce di Dio, alla sua potenza, una luce diversa e grande. Poi il testo dice: “ti conceda grazia”.

Il Signore ci renda graziosi, simpatici, attraenti, degni di affettuosa attenzione da parte degli altri. Come lo è stato Giuseppe, il figlio di Giacobbe. La scrittura dice che ogni cosa che faceva riusciva perché la luce di Dio brillava in lui.

La terza benedizione dice: “Rivolga il Signore il suo viso verso di te, e ponga su di te la pace”. Assistiamo ad un crescendo: ti benedica, ti protegga, indirizzi il suo sguardo di luce verso di te, ti riempia di grazia e di luce.

Cosa può significare che il Signore rivolga il viso e ponga su di noi la pace?

C’è un momento in cui Dio può non guardarci? Forse sì, quando noi commettiamo delle colpe, non ci comportiamo bene, agendo come se Dio non ci vedesse: è quello che i teologi chiamano nascondimento del volto. Qui si prega Dio che voglia orientare il suo volto in direzione della creatura. E chi è sotto lo sguardo di Dio, è in pace: “e ponga su di te la pace”. La condizione per vivere integralmente la compiutezza della pace è di essere sotto lo sguardo di Dio.

La benedizione di Dio è importante perché dà sapore alla vita e riempie la vita di speranza e fiducia. Il saggio re Salomone nel giorno della dedicazione del tempio di Gerusalemme davati al popolo in festa disse: “Sia il Signore nostro Dio con noi, come lo fu con i nostri padri. Non ci lasci e non ci abbandoni mai” (2 Cr 6,57).

C’è una bellissima preghiera di un rabbino del ’700 Nachman di Breslav che dice: “Ti sia gradito, Signore Dio nostro e Dio dei nostri padri, Signore della pace, re cui la pace appartiene, di porre la pace nel tuo popolo Israele. E la pace si moltiplichi fino a penetrare tutti coloro che vengono al mondo. E non ci siano più né gelosie, né rivalità, né vittorie, né motivi di discordia tra gli uomini, ma solo amore e pace fra tutti. E ognuno conosca l’amore del suo prossimo in quanto suo prossimo, cerchi il suo bene, desideri il suo amore, agogni al suo costante successo al fine di potersi incontrare con lui e a lui unirsi per parlare insieme e dirsi l’un l’altro la verità in questo mondo”.

Per noi cristiani il primo giorno del nuovo anno è ricordo a Maria, salutata e pregata come Madre di Dio, la vergine di Nazaret che ci dona e ci porta il benedetto, il Figlio di Dio.

Maria la donna che fece “nobile” la natura umana accogliendo dentro il suo grembo il Verbo della vita. Le parole di Dante confermano il nostro credere Maria madre di Dio: “tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura” (Dante, Paradiso, XXXIII).

Nel primo giorno del nuovo anno la Chiesa celebra la giornata mondiale della pace. Papa Francesco ci invita alle tre vie per la costituzione di una pace duratura: il dialogo tra le generazioni, quale base per la realizzazione di progetti condivisi; l’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo; il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana.

Nel nome di Gesù, il benedetto auguri di buon anno nuovo!

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