Chiarimenti

Hai scoperto di essere positivo? Ti serve un certificato medico? Rapido o molecolare? Ecco cosa devi fare

Il direttore generale della Asrem Oreste Florenzano spiega perché il cittadino termolese autore di una segnalazione-denuncia non poteva essere aiutato: “I test antigenici fatti in casa sono carta straccia ai fini della procedura burocratica”. Gli operatori Asrem si sono trovati con un inedito da gestire che non trova risposte nell’attuale sistema di tracciamento.

Se scoprite di essere positivi al Sars Cov 2 con un tampone antigenico fatto a casa vostra sappiate che è carta straccia: il test non ha alcuna validità ai fini di segnalare l’avvenuto contagio alle autorità sanitarie o di essere inseriti in un sistema informatico per eventuali esigenze di green pass o di certificato medico. “Il tampone rapido fai da te – ci spiega il direttore generale Asrem Oreste Florenzano – non ha valore per quanto riguarda l’inserimento nel sistema dei positivi del Molise”. E sarebbe assurdo il contrario: pensate a quanta gente potrebbe dichiarare il falso senza un riscontro di terzi. Il chiarimento è a integrazione dell’articolo pubblicato ieri nel quale un cittadino termolese fin troppo scrupoloso aveva segnalato, con una denuncia ironica, la impossibilità di auto-segnalarsi chiamando i numeri Asrem. (Qui l’articolo)

Ovvio che nessuno in Asrem sia stato in grado di dargli una risposta: semplicemente i test fatti a casa, anche laddove rilevano la presenza del virus, hanno una mera finalità diagnostica, ammesso che siano stati fatti bene (il che non è affatto scontato).

Dunque un cittadino che scopre di essere positivo a casa, direttore, che deve fare?

“Ci sono due strade da percorrere: o si rivolge a una farmacia, a un laboratorio privato, a una delle associazioni che fanno antigenici presenti sul territorio, oppure chiama il medico curante che lo inserisce nella lista in attesa di tampone molecolare Asrem”.

Sarà il medico, a quel punto, a spiegargli come è meglio comportarsi. “Per quanto riguarda Asrem abbiamo messo in piedi un sistema di tracciamento aperto all’inserimento dei nominativi di positivi ovunque i test siano certificati e validati. Il cittadino non deve fare nulla in quel caso, perché il suo nome viene immesso nel sistema Sic in automatico”.

Alcuni cittadini molisani ci hanno segnalato di aver fatto il test antigenico alla Croce Rossa, di essere risultati positivi e di aver contattato il medico di base per avere il certificato di malattia. Ma il medico si è rifiutato. Perché?

“Se lo ha fatto ha sbagliato. Sia le farmacie che i laboratori e gli ambulatori privati che le associazioni, come da recenti disposizioni, hanno accesso al nostro sistema per inserire i dati giornalieri. Dunque il medico non deve fare altro che collegarsi sulla piattaforma telematica alla quale ha accesso, individuare il nominativo del paziente e procedere con il certificato di malattia. Non può sottrarsi a questo, la procedura è chiara” conclude il direttore Asrem.

massimiliano scutellà microbiologo

Abbiamo chiesto invece a Massimiliano Scutellà, il microbiologo che dirige il laboratorio del Cardarelli dove da quasi due anni si processano tamponi molecolari, quando sia meglio sottoporsi al test rapido.

“Chi ha dei sintomi associabili al virus dovrebbe farlo subito, quando i sintomi si presentano. Se però una persona è totalmente asintomatica e fa il test antigenico per confermare un sospetto con un contatto positivo stretto dovrebbe farlo dopo qualche giorno. Con la variante Omicron il tempo più indicato sono 4 giorni dall’avvenuto contatto stretto”.

Se si fa il test rapido troppo presto o troppo tardi che succede?

“La presenza del virus potrebbe non essere rilevata perché si tratta di un test molto meno sensibile di quello molecolare, come è stato più volte sottolineato da eminenti figure in ambito diagnostico: questi test hanno una fase di fallacità e dunque vanno utilizzati nella giusta misura. Diverso è il caso di sottoporsi al test antigenico per la riammissione di un ex positivo. In questo caso si potrebbe addirittura preferire questa metodica al molecolare, che diventa negativo diverso tempo dopo la negativizzazione del paziente in quanto il tampone va a individuare anche tracce di virus morto. Questa è la ragione per cui chi si sottopone a molecolare dovrebbe fare lavaggi nasali prima dell’esame diagnostico”.

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