Il pallone... sgonfiato

Gare di A e B rinviate col 35% di contagiati, stadi a 5mila spettatori. Tutto fermo in C

Tra nuovi protocolli, vecchie restrizioni e regole non ancora omogenee, il mondo del calcio prova a districarsi nella pandemia. Non c’è ancora alcuna notizia per la Lega Pro dove si dovrebbe tornare in campo il 23 gennaio ma non si sa con quali regole sia per i giocatori che per il pubblico.

Positivi, restrizioni, capienze ridotte, quarantene. A distanza di un anno, sembra non essere cambiato molto per il mondo del calcio. Anche se in tanti sperano possa essere l’ultima stagione di questo genere. Tra rinvii, recuperi che si accumulano e diventano una montagna soprattutto nelle categorie inferiori e Asl che fermano le squadre decimate dai contagi, il pallone rischia davvero di implodere. E i segnali arrivano già da tempo.

In serie A c’è un’ipotesi concreta nelle ultime ore, confermata dal sottosegretario Costa: con il 30-35% di giocatori contagiati in una squadra potrebbe scattare il rinvio di una partita. Si lavora in tale direzione per arrivare a un protocollo condiviso col quale applicare regole omogenee sul territorio nazionale. Un quadro che vede d’accordo anche il presidente della Figc Gabriele Gravina.

Varrà anche per le serie inferiori come la C? Questo non è ancora specificato ma si dovrebbe andare sul solco tracciato. Anche perché si parla di calciatori professionisti che proprio per questo vanno equiparati.

Altro snodo cruciale è quella della presenza del pubblico negli stadi. Nelle prossime due giornate del campionato di serie A sarà consentito l’ingresso a un massimo di cinquemila spettatori, senza alcuna distinzione tra Roma e Venezia, Milano ed Empoli. La stessa cosa accadrà nel torneo di serie B, sempre nei prossimi due turni. Poi? Si vedrà…

Al momento resta scoperta la serie C, terzo campionato professionistico d’Italia. Come noto, la Lega Pro è ferma e lo sarà per un’altra domenica per ripartire, forse, nel weekend del 23 gennaio. In quali condizioni? Le stesse appena descritte? Non c’è ancora alcuna certezza, anche perché si potrebbe proseguire con un ulteriore slittamento vista la massiccia presenza di calciatori positivi in C.

Sugli stadi stesso discorso: in C prima della pausa si era al 75%, poi si è passati al 50. Ma ci sono mille incognite su cosa si farà d’ora in poi. C’è chi addirittura paventa una chiusura totale degli stadi in categoria con la giustificata protesta dei presidenti dei club che vedrebbero azzerati gli incassi. Non è escluso che si possa tornare al 25% della capienza.

commenta