Automotive in crisi

Fiat, Sevel e indotto: 30mila lavoratori col fiato sospeso. “Non cancelliamo la storia”

La Cgil chiede alla politica regionale e ai parlamentari di impegnarsi per garantire i posti di lavoro del gruppo Stellantis in vista del piano industriale

Si fa sentire anche la voce del sindacato Cgil sulla vicenda della mancata illustrazione del piano industriale da parte di Stellantis che sta tenendo con il fiato sospeso migliaia di lavoratori tra Abruzzo e Molise a causa della cassa integrazione, dovuta principalmente alla crisi dei semiconduttori, sia nella fabbrica Fiat di Termoli che alla Sevel di Atessa.

Il segretario generale della Cdlt Molise Paolo De socio e il segretario generale della Cdlt di Chieti Franco Spina esprimono le perplessità della Cgil e chiedono che finalmente Stellantis faccia chiarezza.

“Nello scorso mese di luglio il colosso Stellantis ha annunciato la strutturazione di una gigafactory a Termoli per la produzione di batterie e componenti varie. Il progetto che dovrebbe riguardare lo stabilimento molisano si inserisce in quello globale che comprende cinque gigafactory in Europa e in Nord America e l’allocazione del terzo sito europeo in Italia, dopo quelli in Francia e Germania.

Il gruppo guidato da Tavares ha confermato, in più di un’occasione, l’impegno di Stellantis in Molise e ha ribadito la volontà dell’azienda di continuare ad investire sul suo sistema produttivo coerentemente al percorso che deve condurre verso processi di transizione energetica.

A prescindere – continuano De Socio e Spina – da improbabili e diversi attori politici locali che, a vario titolo, si sono intitolati il merito di una scelta che ha radici riconducibili a strategie industriali e di mercato, ad oggi, trascorsi sei mesi dall’annuncio, non si trova traccia del piano industriale che doveva essere divulgato e comunicato “con un approccio graduale” entro il 31 dicembre 2021. Confidiamo che gli approfondimenti relativi al progetto siano utili anche ad elaborare una proposta congrua riferita ai livelli occupazionali coinvolti e contempli anche adeguati processi di formazione e riqualificazione che puntino alla qualità e quantità del lavoro che si svilupperà nell’intero indotto”.

Va detto che di recente Stellantis ha fatto sapere che il Piano industriale verrà svelato entro il 1 marzo ed è probabile un evento apposito, probabilmente on line, per l’illustrazione.

Posti di lavoro e Gigafactory, Stellantis svelerà il Piano industriale entro marzo

“Con queste premesse – prosegue la Cgil – è chiaro che sarebbe auspicabile maggiore dinamismo da parte degli attori istituzionali e partenariali – non solo locali – per provare a diventare parte attiva del processo in atto programmando in anticipo il futuro di un territorio che interessa un’area vasta dell’Abruzzo, del Molise e dell’intero centro sud del Paese.

Ci preme far rilevare che, l’auspicabile transizione verso l’elettrico, potrebbe contenere il rischio di un forte ridimensionamento dei livelli occupazionali del settore automotive.

In Abruzzo e Molise persistono due grandi insediamenti del gruppo Stellantis con i relativi indotti con particolare rilevanza nelle aree industriali delle province di Campobasso, Isernia e Chieti”.

Paolo de Socio Cgil Molise

Davanti a questi timori la Cgil chiede un maggiore impegno politico. “A fronte di processi dinamici che muteranno in un arco di tempo relativamente breve sarebbe auspicabile, non solo un tavolo permanente interregionale Abruzzo-Molise del settore automotive, ma un impegno concreto al fine di aprire presso i competenti ministeri, altrettanti momenti di confronto sul futuro del settore in queste realtà.

Un confronto che preveda il coinvolgimento delle parti sociali, delle rappresentanze politiche regionali e territoriali e le aziende interessate. Un tavolo permanente che non deve limitarsi a fungere da “osservatorio” ma

deve essere inteso come un laboratorio pronto a elaborare progetti, proposte e idee per lo sviluppo dell’industria del territorio, della salvaguardia e incremento dei livelli occupazionali, veicolando al meglio le risorse dei diversi piani di intervento europeo e, in particolare, del PNRR. Risorse destinate, in quota parte, alla transizione energetica e alla riconversione delle produzioni.

Sarebbe utile intrecciare l’idea di sviluppo eco-industriale dei territori interessati dell’Abruzzo e del Molise, anche con la programmazione complessiva delle opere infrastrutturali che potrebbero essere realizzate all’interno di un polo baricentrico dell’automotive del centro sud che investa anche i settori della ricerca e dell’innovazione.

Questo è il momento degli investimenti lungimiranti che devono diventare moltiplicatori di interesse e l’orizzonte non deve essere il solo incremento di capitale aziendale ma anche lo sviluppo del territorio e la qualità del lavoro che saremo in grado di proporre e lasciare come testimonianza positiva per le future generazioni.

Adesso è il tempo dei fatti concreti. La Cgil e le sue strutture ad ogni livello, come sempre, generosamente faranno la loro parte e ricordano a tutti, in particolare a chi sta governando ai diversi livelli, che solo questo indotto industriale, tra Abruzzo e Molise, coinvolge circa 30.000 addetti e che la crisi occupazionale e demografica dei nostri territori rischia di cancellare anche anni di storia preziosa di splendide regioni come quelle interessate”.

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