Il male di vivere in epoca covid

Depressione, più casi con la pandemia. Verso la chiusura il progetto rivolto alle donne

Sono ormai agli sgoccioli i contratti di sei psicologi e tre tecnici della riabilitazione impiegati nei tre centri di salute mentale di Campobasso, Termoli e Isernia. Dopo l'appello degli stessi operatori, oggi si fanno sentire le associazioni degli utenti e dei familiari: "L’interruzione di questo progetto avrebbe inevitabilmente delle ripercussioni sulla continuità clinico - assistenziale. Gravi ripercussioni sui pazienti"

C’è un ‘pezzo’ dell’assistenza sanitaria che il Molise potrebbe perdere. Un tassello prezioso perché cura il male di vivere, ossia la depressione e altri disturbi oscuri e invisibili aumentati esponenzialmente durante la pandemia soprattutto tra le donne. Lockdown, ansie legate alla paura del contagio e della malattia, i lutti e il dolore per la perdita dei propri cari, la crisi economica e la perdita del posto di lavoro hanno favorito tantissimi nuovi casi di disagio mentale.

Nella nostra regione rischia di chiudere i battenti il progetto ‘Superamento della depressione medio-lieve con particolare attenzione al genere femminile’: sono agli sgoccioli i contratti di nove professionisti assunti a tempo determinato. Parliamo di sei psicologi e tre tecnici della riabilitazione psichiatrica in servizio nei centri di salute mentale di Termoli, Campobasso ed Isernia che rientrano nella ‘galassia’ Asrem. Alla fine di dicembre gli stessi operatori sanitari avevano invocato la proroga dei contratti per evitare l’interruzione delle terapie.

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Probabilmente il loro appello è rimasto inascoltato. Oggi (11 gennaio) sono le associazioni degli utenti e dei familiari della Salute Mentale a schierarsi al fianco del personale che rischia di andare a casa chiedendo all’azienda sanitaria di prorogare i loro contratti.

Tale progetto, sottolineano, “ha garantito secondo noi – utenti con disturbi psichiatrici vari e familiari – la continuità terapeutica necessaria attraverso interventi multidisciplinari, costanti e continuativi, senza eccessivo prolungamento delle liste d’attesa”.

In pericolo ci sono le cure per le donne che soffrono di depressione: ragazze e signore più mature sono considerate tra le fasce più esposte agli effetti del Covid. “Sono più predisposte alla depressione e più toccate dalle ripercussioni sociali e lavorative”: l’analisi che lo scorso anno aveva fatto al Sole 24 ore Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf) e direttore del Dipartimento Neuroscienze e Salute mentale del Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Mencacci aveva inoltre evidenziato quanto la pandemia abbia creato “uno stress senza precedenti sui servizi di Psichiatria”.

In tutta Italia i Dipartimenti di Salute mentale sono alle prese con le carenze di personale: mancano psichiatri, psicologi, terapisti della riabilitazione e assistenti sociali. E ora sui Centri di salute mentale del Molise rischia di cadere un’altra tegola. 

“L’interruzione di questo progetto avrebbe inevitabilmente delle ripercussioni sulla continuità clinico-assistenziale di cui usufruiamo, correndo il rischio di trovarci privi di quelli che ormai noi riteniamo i nostri operatori di riferimento”, sottolineano utenti e familiari in una lettera. A loro dire, aumenterebbero anche i costi per l’Azienda sanitaria che “dovrebbe farsi carico delle difficoltà psico-patologiche aggiuntive, in quanto correlate ad un ulteriore peggioramento della qualità di vita di tutte quelle persone che afferiscono ai Servizi di Salute Mentale”.

Quindi per le associazioni della Salute mentale solo prorogando il progetto “sarà possibile evitare gravi ripercussioni sulla salute del pazienti e sul servizio sanitario, il quale attualmente non dispone di operatori sufficienti a soddisfare le richieste in arrivo che  riguardano soprattutto disturbi ansioso-depressivi covid-correlati, uno degli effetti della crisi pandemica e che ad oggi il Sistema Sanitario Nazionale è costretto a gestire”.

(foto Ministero della Salute)

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