La cavalcata dei lupi

Le magie (e l’addio) di Esposito, il ritorno in C, la tifoseria in delirio, l’ambizione di Gesuè: il 2021 dei Lupi

Il 13 giugno la terza serie è diventata realtà e la regione è tornata a stringersi attorno ai rossoblù. Ora c’è un’altra impresa da compiere: la permanenza in categoria. Mesi fatti di vittorie, goleade, sfilate di tifosi, sconfitte in C, cadute, riscosse. Il patron è pronto a rinforzare l’organico.

Il 13 giugno 2021 resterà una data impressa a fuoco sui cuori dei tifosi. Il Campobasso, vincendo per 2-1 a Rieti, è tornato matematicamente in terza serie dopo 32 lunghi e turbolenti anni. Il punto più alto per il calcio rossoblù degli ultimi tre decenni, salutato da una folla immensa che quel giorno di fine primavera si radunò in centro per dare vita a una splendida festa di popolo. E poi l’apoteosi allo stadio, al rientro del pullman con la squadra, lo staff tecnico e la società.

Che ha subito perso il ‘pezzo americano’: Matt Rizzetta, dopo essere entrato nel club e aver acquisito l’11% delle quote, di fronte al ‘no’ di Gesuè alla cessione del pacchetto di maggioranza si è defilato in modo anche duro, attraverso un comunicato in cui evidenziava le difficoltà societarie.

Non è stato facile. Anzi. La pandemia ha fatto saltare equilibri e certezze, ‘scippando’ ai Lupi il trionfo che sarebbe potuto arrivare già nel 2020. Sono servite vittorie, record, imbattibilità e quel carattere tosto proprio dei molisani per sbaragliare la concorrenza. La sfida a distanza al Notaresco di gennaio, febbraio e marzo, culminata con il successo ben più netto di quel 2-1 proprio in casa degli abruzzesi.

Cudini e Gesuè Campobasso Calcio

Vittorio Esposito, come all’andata, fece ammattire i difensori avversari. E, ironia della sorte, da qualche giorno è approdato proprio in provincia di Teramo dopo il mancato rinnovo con la società di Gesuè e l’esperienza negativa di Fano.

I gol di bomber Cogliati, altro elemento che ha deciso di salutare il capoluogo per giocare vicino casa, le magie del talento di San Martino in Pensilis, la forza di una squadra unita attorno al proprio allenatore. Ecco, Mirko Cudini è stato certamente uno degli artefici principali del trionfo, dando un’identità precisa al Lupo.

Curva tifosi stadio Campobasso

E poi i mesi estivi del calciomercato, la decisione di confermare in blocco la rosa della promozione eccezion fatta per i calciatori più rappresentativi. L’esplosione di Mattia Rossetti, l’orgoglio di chi voleva dimostrare di potersela giocare anche in categoria superiore. E così è stato per i primi mesi in cui l’effetto-sorpresa ha fatto navigare il Campobasso anche nelle acque dei playoff grazie ai blitz di Monopoli e Torre del Greco.

Che bello rivedere il pubblico delle grandi occasioni a Selvapiana: 5mila col Bari, 4mila col Foggia, una media di poco inferiore ai 2600 a domenica. Con il calo delle ultime gare: i risultati fanno sempre la differenza nel calcio.

Salvo poi tornare sulla terra e conoscere le difficoltà della serie C, dura, difficile, complicata. Gli ultimi due mesi non sono stati certo semplici: una vittoria in dieci partite, zona playout e girone di ritorno partito con la pesante sconfitta contro l’Avellino. La prospettiva resta una sola: fare di tutto per afferrare la salvezza e assicurarsi la permanenza in quella terza serie ritrovata dopo tanto, troppo tempo.

E la società tornerà quasi sicuramente sul mercato. L’obiettivo è quello di garantire un pizzico di esperienza in più con l’arrivo di elementi di categoria, magari uno per reparto. La prima del 2022 sarà a Taranto, un campo storico per i tifosi che ricordano eccome quel biennio 1999-2001 in cui le sfide ai pugliesi accesero la rivalità. All’andata finì 1-0 per gli jonici: il riscatto sta già covando sotto la cenere…

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