Bus Sati strapieni e zero controlli del green pass, per l’azienda sono bugie. “Rispettiamo tutte le regole”
La storica azienda del trasporto pubblico extraurbano nega quanto ci hanno riferito i pendolari delle corse della mattina e precisa che “per un intervento tecnico il bus a due piani è stato sostituito da alcuni giorni con quello a un piano ma sempre nel rispetto delle linee guida sulla capienza massima”. La loro versione cozza con quella dei tanti viaggiatori che raggiungono Termoli da Campobasso e sono preoccupati di contagiarsi. Sul green pass Sati spiega: “Facciamo controlli a campione”.
“Un intervento tecnico programmato negli ultimi giorni ha reso temporaneamente non disponibile l’autobus a doppio piano, ma in sua sostituzione sono stati regolarmente approntati mezzi di scorta, tutti comunque dotati di una capacità di riempimento tale da soddisfare pienamente i requisiti stabiliti dalle attuali linee guida, come già ampiamente chiarito all’utenza dai competenti uffici aziendali che si sono resi fin da subito disponibili a fornire delucidazioni e assistenza ai viaggiatori”.
E’ così che l’azienda di trasporto pubblico extraurbano Sati spiega per quale ragione da giorni i pendolari della mattina (quelli delle corse delle 4.20 e 6.30) che devono raggiungere la zona industriale di Termoli da Campobasso non hanno più disponibilità di un bus più capiente.
Torniamo a parlare dei viaggiatori che dal capoluogo raggiungono ogni giorno il basso Molise utilizzando gli automezzi della storica azienda convenzionata con la Regione Molise. Sono tanti, da Campobasso e dai paesi intorno, gli operai della Stellantis e quelli occupati nel polo chimico che viaggiano con Sati.
Il 13 gennaio scorso vi abbiamo raccontato – attraverso una testimonianza che abbiamo scelto di mantenere anonima – dei disagi del viaggio. Il titolo era: “Ammassati come pecore e nessuno che ci chiede il Green pass” così viaggiano i pendolari della Sati.
“Ammassati come pecore e nessuno che ci chiede il green pass”: così viaggiano i pendolari della Sati
L’azienda chiamata in causa ha respinto al mittente quanto riferito da questo utente (e da altri sempre da noi ascoltati) preoccupati per l’assenza di controlli del green pass e per una convivenza a loro dire troppo affollata sui bus a un piano che la Sati ha deciso di utilizzare per un non meglio precisato “intervento tecnico” da quando (ma forse è solo una coincidenza) alla ex Fiat è iniziata la cassa integrazione.
Con gli operai a casa fino a domenica 9 gennaio non ci sono stati problemi sui bus a un piano. Quando il 10 gennaio tanti dipendenti Stellantis hanno fatto ritorno a Termoli il viaggio si è rivelato scomodissimo tanto che il giorno seguente quelli del turno pomeridiano (che salgono sull’automezzo alle 12.35) hanno ritrovato il bus a due piani più capiente (ma forse anche questa è una coincidenza) mentre gli altri (quelli del turno della mattina), la solita flotta più datata.
Sati però dice che ha sempre rispettato “tutte le prescrizioni in materia di contenimento del contagio da Covid-19, comprese quelle legate al coefficiente massimo di riempimento dei mezzi (attualmente fissato nella misura del 80% dei posti complessivamente previsti dalla carta di circolazione)”.
“Appare quindi infondata e gravemente lesiva dell’immagini della Sati Spa, l’affermazione dei pendolari“Siamo preoccupati di contrarre il virus e la ditta che ci dovrebbe tutelare e garantire sicurezza non sta facendo niente” poiché la Sati Spa, fin dal principio della crisi sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, ha sempre posto in essere con regolarità e massimo scrupolo tutti gli adempimenti previsti per il contenimento del contagio”.
Quanto durerà questa manutenzione su bus a due piani Sati non lo spiega nella sua nota.
Mentre interviene sull’assenza di controlli del green pass (oggi rafforzato per poter viaggiare sui mezzi del trasporto pubblico) dicendo che i controlli loro li fanno ma “a campione” sia con proprio “personale incaricato allo scopo” sia col supporto delle forze dell’ordine.
Sarà anche una coincidenza (ancora una) ma ai nostri testimoni nessun autista o personale preposto ha chiesto di mostrare il green pass. Nulla si dice sui dubbi dei pendolari legati alla sanificazione quotidiana degli automezzi o sulla presenza di viaggiatori seduti nella prima fila (quella più vicina all’autista che dovrebbe restare vuota). Tantomeno si fa accenno al problema dei sedili scomodo e rotti.
Mentre viene stigmatizzato il passaggio finale dell’articolo in cui abbiamo ricordato che Sati, essendo uno degli operatori del trasporto pubblico locale su gomma in virtù di un contratto di servizio con la Regione Molise, incassa dall’ente pubblico ogni anno “fior di quattrini per il servizio pubblico reso dall’azienda”.
Espressione che il presidente del Cda Vincenzo Peca reputa “lesivo dell’immagine della sati Spa, oltre che generico e impreciso. La società, infatti, come tutte le imprese operanti nel settore, percepisce i corrispettivi previsti dal vigente contratto di servizio, peraltro unilateralmente determinati dalla stessa Regione Molise e contestati dalle imprese del settore in quanto inadeguati per i costi connessi allo svolgimento del servizio, specie nell’attuale contesto di crisi pandemica che vede il settore del trasporto collettivo di persone tra i più duramente colpiti sotto il profilo economico e finanziario”.
Sappiamo bene che la Regione è spesso indietro coi pagamenti ai fornitori dei suoi servizi. E conosciamo anche la posizione delle aziende del settore che vorrebbero più soldi. Ma questo è un problema tra Sati e la Regione Molise che non deve ricadere sull’utenza che paga un biglietto (o abbonamento) e ha diritto di viaggiare sicuro e comodo.
Due anni fa – lo ricordiamo per l’attinenza con questa parte finale della loro precisazione – le tredicesime ai dipendenti Sati vennero pagate in ritardo perché la Regione – e lo disse proprio l’azienda campobassana – era indietro coi rimborsi. I dipendenti si rivolsero al sindacato e Sati fu costretta a chiedere una anticipazione in banca per pagare gli stipendi di Natale.
Del resto quelli sono i suoi dipendenti non i dipendenti della Regione Molise.


