La lunga crisi del settore

Agroalimentare, l’eccellenza del Molise in ginocchio. Coldiretti: “Nel 2022 serve un cambio di passo”

Contratti di filiera, nuovi accordi per la distribuzione, infrastrutture e misure ad hoc contro i cinghiali: ecco le proposte di Coldiretti per tutelare centinaia di aziende in difficoltà dopo il Covid e i rincari dei costi di produzione

L’anno che si è appena concluso è stato drammatico: restrizioni e rincari hanno messo in ginocchio il settore dell’agroalimentare. Tante aziende sono al collasso. Il 2021 è stato anche l’anno in cui è esplosa la crisi del latte e hanno chiuso decine di stalle scatenando a loro volta la crisi dei caseifici. Insomma un’eccellenza della nostra regione, un segmento fondamentale della nostra economia nonchè ‘spot’ del Molise nel mondo, è ad un bivio.

Nel 2022 ci dovrà essere un cambio di passo: è l’auspicio della Coldiretti. “Aumenti record dei costi di produzione, emergenza pandemica, irrisolto problema della fauna selvatica e rapidi cambiamenti climatici e dello scenario internazionale impongono un deciso cambio di marcia, indispensabile per consentire alle aziende di non soccombere sotto il peso di problematiche sempre più pressanti”.

Non aiuta nemmeno lo scenario internazionale: entro la prima metà dell’annata agraria 2022 la Cina avrà il 69% delle riserve mondiali di mais per l’alimentazione del bestiame ma anche il 60% del riso e il 51% di grano, con conseguenti forti aumenti dei prezzi.

Per Coldiretti occorrono misure ad hoc per sostenere e difendere le aziende molisane che producono – solo per fare qualche esempio – latte e latticini, formaggi, olio, vino. 

Il primo problema riguarda l’aumento dei prezzi di produzione. Ecco perchè il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, fissa gli obiettivi a breve termine: “Nell’immediato occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle nostre aziende e delle stalle affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori ed allevatori non scendano sotto i costi di produzione, in fortissimo aumento per effetto dei rincari delle materie prime anche alla base dell’alimentazione degli animali. Con l’arrivo del freddo e dell’inverno, poi – aggiunge Ascolese – il consumo ed il conseguente costo dell’energia sta salendo in maniera esponenziale facendo gravare il suo peso su tutta la filiera agroalimentare dalla produzione, alla trasformazione, fino alla distribuzione ed ai trasporti”.

“Di fronte ad una emergenza senza precedenti, come quella che stiamo attraversando – prosegue il Direttore di Coldiretti – servono accordi tra agricoltura, agro-industria e distribuzione. Bisogna puntare sui contratti di filiera per rafforzare i rapporti tra agricoltori e trasformatori sostenendo così il vero Made in Italy ed il chilometro zero che sempre più consumatori cercano ed apprezzano, come testimoniato dal successo dei mercati di Campagna Amica, fra cui quelli di Campobasso ed Isernia”.

In secondo luogo, è necessario incentivare l’impiego di energie rinnovabili, a partire dall’installazione di pannelli fotovoltaici da collocare sui tetti delle strutture aziendali, scongiurando così il pericolo di consumo di suolo agricolo.

Un’altra urgenza: le infrastrutture. Per Coldiretti bisogna potenziare o creare ex novo opere di collegamento (eclatante quanto sta succedendo a Castelpizzuto dove una frana ha isolato il paese e le piccole aziende del luogo), specie nelle aree interne, che soffrono un isolamento che le sta portando al definitivo spopolamento, con il conseguente impoverimento socio-economico di aree dotate di grandi potenzialità non solo produttive.

Nell’agenda del 2022 l’organizzazione fissa un’altra questione da risolvere: l’aumento incontrollato dei cinghiali che stanno provocando danni incalcolabili da ormai da anni alle aziende. Una emergenza oggi più che mai attuale alla luce di un caso accertato di peste suina africana e altri due in attesa di conferma, tra Piemonte e Liguria, come già successo in Germania e nell’Est Europa. Una patologia, questa, altamente contagiosa che, pur non essendo trasmissibile agli esseri umani, può essere letale per i cinghiali ma anche per i suini di allevamento.

A tal proposito Coldiretti Molise, pur invitando a non alimentare ingiustificati allarmismi, si dichiara pronta “a costituirsi parte civile nei confronti di chi, a partire dal livello nazionale, non ha saputo gestire correttamente la problematica del proliferare dei cinghiali e di chi ha avuto la responsabilità di farla degenerare”.

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