Pietracatella

Pozzi di percolato e fiumi a rischio: 10 mln di euro per la ex discarica di Pietracatella. Sarà più sicura coi soldi dell’Europa

Nell’elenco dei siti orfani stilato dal governo per le bonifiche mai fatte fino a oggi anche la ex discarica di rifiuti di Pietracatella. Qui il problema è il percolato che ha riempito i pozzi di scolo e rischia di compromettere anche corsi d’acqua come i fiumi Tappino e Fortore che poi arrivano fino al lago di Occhito al confine con la Puglia che utilizza quell’acqua. Il sindaco Tomassone: “Ottima notizia, ambiente è priorità”.

C’è anche Pietracatella tra le aree contaminate e mai bonificate in Italia per le quali il governo di Mario Draghi ha previsto un massiccio utilizzo dei fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

Siti orfani, così sono stati ribattezzati nel decreto 222 del 22 novembre scorso, questi territori inquinati da ignoti e in cui non si sono avviate o concluse le attività e gli interventi necessari a escludere pericoli per l’ambiente o la salute. La Terra dei fuochi in Campania è forse l’esempio più noto.

Ma anche in Molise ci sono almeno due comuni interessati: Guglionesi, di cui abbiamo parlato giorni fa, e Pietracatella.

Antonio Tomassone

Il problema nel Municipio guidato da poco più di un anno da giovane sindaco Antonio Tomassone si chiama percolato, ovverosia quella parte liquida prodotta da infiltrazioni di acqua o dalla decomposizione dei rifiuti interrati nelle discariche.

A Pietracatella è stata attiva per decenni una discarica che si estendeva su un’area di circa 7,5 ettari di terreno dismessa nel 2003 e suddivisa per bacini. A guardarla oggi, come mostra anche questa immagine dall’alto, non si nota neppure ricoperta com’è dalla vegetazione. Eppure lì sotto si celano tonnellate di spazzatura depositate quando non c’era un minimo di cultura del riciclo e separazione di rifiuti.

discarica pietracatella

“Il primo bacino – come ricorda oggi Tomassone – è stato attivo una decina di anni esaurendosi alla fine degli anni Ottanta, qui c’era anche un capannone e ci si occupava della parte logistica; il secondo è rimasto in attività fino alla fine degli anni Novanta; il terzo bacino è stato aperto subito dopo ed è rimasto in vita fino alla sua dismissione quando (anno 2003) Pietracatella ha iniziato a conferire a Montagano”.

I siti più preoccupanti sono il primo e l’ultimo “specie dal 2005 quando sono iniziati i problemi col percolato e che, sia il Comune che la Comunità montana del Fortore Molisano (ente oggi in liquidazione e guidato dal commissario Carlo Perrella, ndr) hanno sempre cercato di tenere sotto controllo”.

Funziona così: quando una discarica non viene più utilizzata i rifiuti vengono coperti e il prodotto della loro ‘fermentazione’ finisce in pozzi di scolo che periodicamente si riempiono e vanno svuotati da ditte specializzate in smaltimento. Per ragioni economiche i pozzi si sono riempiti oltre il limite e il percolato è fuoriuscito, poi ci sono stati furti ripetuti dei coperchi che li ricoprono che ogni tanto la comunità montana ha dovuto riacquistare. Quando il percolato tracima finisce nelle falde acquifere (ma non è questo il caso perché, almeno a detta del sindaco, non ci sono falde sottostanti) o nei fiumi vicini come il Tappino che è collegato al Fortore e nel lago di Occhito di cui è un affluente.

“Insomma, anche se si parla di bonifica di fatto non è che arrivino le ruspe a togliere dal terreno quelle tonnellate di spazzatura indifferenziata. La bonifica così intesa non esiste, ma sicuramente i bacini possono essere messi in sicurezza con un intervento più importante rispetto alle soluzione ordinarie e temporanee adottate fino a questo momento”.

La “buona notizia”  adesso c’è: il finanziamento del Pnrr. E c’è anche già uno studio di fattibilità che quantifica in circa 10 milioni di euro l’intervento. Inoltre, una parziale messa in sicurezza è già in cantiere grazie a 1 milione e 486 mila euro che la comunità montana intende utilizzare sui bacini più critici (1 e 3) utilizzando le risorse di un vecchio mutuo acceso e mai utilizzato.

“La situazione – ci tengo a ripeterlo anche per tranquillizzare la popolazione – è sempre stata monitorata, oggi abbiamo uno strumento in più per tutelare il territorio di Pietracatella e gli ecosistemi fluviali”.

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