Delitto di campobasso

Omicidio di Natale: cancellati gli sms della lite. Cristiano ucciso da un solo fendente

L'aggressione non è cominciata tra l'indagato e la vittima: il primo ad essere ferito ad una mano è stato infatti uno dei due testimoni. Cristiano probabilmente è intervenuto durante la colluttazione per difendere l'amico. La lite è iniziata poco dopo le 21 sul telefono ma i messaggi sono stati cancellati

Confermato l’arresto, il gip Veronica d’Agnone ha applicato la misura cautelare in carcere a carico di Giovanni De Vivo, il 37 enne di Campobasso accusato di omicidio volontario.

In tarda mattinata è terminata anche l’autopsia sulla salma di Cristiano Micatrotta e nelle prossime ore potrebbe già essere fissata la data per i funerali.

L’autopsia stabilirà con esattezza quante coltellate hanno ucciso il geometra 38enne e quale è l’arteria che ha subito la lesione che ha poi provocato l’emorragia fatale. Stando alla prima ispezione – eseguita dopo il decesso – il giovane sarebbe stato raggiunto da un solo fendente,  l’esame disposto dall’autorità giudiziaria chiarirà anche questo dubbio.

Invece sul fronte delle indagini si lavora alle testimonianze, ma le attenzioni in queste ultime ore sono concentrate anche sui telefoni e su quella lite tra De Vivo e una delle persone presenti al delitto, avvenuta qualche ora prima della mezzanotte.

Dall’analisi dei tabulati, che dovrebbe essere eseguita a giorni, si potrebbero profilare elementi utili a spiegare le dinamiche di un delitto che – per come avvenuto – richiede approfondimenti che non “saranno trascurati”, assicurano inquirenti e avvocati.

E si comincia dal litigio esploso al telefono attorno alle 22 della Vigilia di Natale. Contrasto che si sarebbe consumato anche mediante messaggi telefonici che però sono poi stati cancellati. Lite esplosa a causa di quelle famose “50 euro di hascisc” (ma questo è un aspetto che va chiarito, e lo stesso avvocato Prencipe lo ha ribadito sin da subito) e non tra De Vivo e Cristiano Micatrotta ma tra De Vivo e uno dei due testimoni. Tanto che proprio uno dei due amici si farà poi accompagnare (anche da Cristiano) sotto casa dell’indagato per “chiarire la questione”.

E la colluttazione non sembra sia subito iniziata tra De Vivo e la vittima, tant’è che il primo fendente arriva proprio ad uno dei due amici di Cristiano che resta ferito ad un braccio. Soltanto successivamente, quando la colluttazione diventa più violenta (tant’è che lo stesso De Vivo sarà refertato per le lesioni) il coltello colpisce Cristiano all’altezza del collo. E lo uccide.

Aspetti che dovranno essere ricostruiti passo dopo passo. Elemento dopo elemento. L’avvocato Mariano Prencipe, intanto, ricevuta la notifica dell’avvenuta conferma del fermo di polizia giudiziaria a carico del suo cliente e quindi dell’applicazione della misura cautelare in carcere, prima di qualunque decisione in merito alle strategie difensive da adottare, ha soltanto riferito: “Voglio parlare con il mio assistito. Prima deve dirmi come sono andate le cose. Poi capiremo come muoverci partendo dal presupposto – ha concluso – che da parte nostra c’è tutta la volontà di contribuire a ricostruire la verità dei fatti“.

 

 

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