Il commento

Non solo Molise/Anno nuovo Europa nuova

Più o meno tutti ci sentiamo civilmente coinvolti dinanzi a eventi e cambiamenti che riguardano da vicino il nostro Comune, la nostra Regione o il nostro Governo e, per coerenza, altrettanto interesse dovremmo avere su quanto avviene nel nostro “Supergoverno” di Bruxelles, al quale tutti i Paesi che hanno chiesto di farne parte – cedendo quote importanti della propria sovranità – devono il rispetto di trattati, regole, controlli e finanziamenti.

Certo, la distanza geografica gioca molto, ma l’impatto delle decisioni di Bruxelles è forte, anche se impercepibile, sull’Italia, su Roma, nonché su Campobasso, Isernia, Termoli, Venafro, Bojano e via elencando.

Insomma, sarebbe salutare farsi ogni tanto un check-up sul nostro status di cittadini europei, basato sui tassi di europeità, che è un valore culturale, e di europeismo come fattore politico.

Entrambi i tassi sono bassi per i sovranisti, quelli delle cosiddette “piccole patrie”. E non a caso gli studiosi associano il sovranismo al provincialismo e raccomandano i provinciali di emendarsene.

Ma perché tutta questa premessa? Perché l’uscita di scena di Angela Merkel e l’avvento del socialdemocratico Olaf Scholz alla guida di un Governo con verdi e liberali, segna una nuova fase di equilibri europei decisamente favorevoli per l’Italia.

Siamo tra i sei Paesi fondatori dell’Unione, un tempo ci definivano “la più piccola delle grandi nazioni e la più grande delle piccole nazioni”, la Germania era un “gigante economico ma nano politico”, tra Parigi e Berlino funzionava un “asse”, poi arriva l’euro, l’UE si “allarga” a 27, poi scende a 26 per la Brexit e infine scoppia la pandemia.

E tutto cambia. Un giornale intitola “Siamo la Germania d’Europa”, l’Italia diventa un esempio, ha un premier stimato da tutti, l’economia cresce meglio degli altri, Mattarella e Macron firmano un’inedita intesa Roma-Parigi su alleanze commerciali e industriali, politica estera e ricerca. Un patto come nuovo motore trainante dell’Unione europea che nel 2022 farà triangolo con Berlino (e quadrilatero con la Spagna, come spera l’Italia).

Insomma, se non ci si mettono i sovranisti, i terrapiattisti e i no-wax, potremmo già augurarci con un po’ di ottimismo un buon anno nuovo e un’Europa nuova.

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