Con 11 voti favorevoli e 10 contrari, il Consiglio Superiore della Magistratura ha nominato Catello Maresca giudice in Corte d’Appello a Campobasso. Ma sulla nomina è scoppiata subito la polemica perché Catella Maresca – che in Italia è conosciuto per le sue guerre ai Casalesi e l’arresto di Michele Zagaria – oggi è anche leader dell’opposizione in consiglio comunale a Napoli, città dove è stato candidato sindaco del centrodestra nelle elezioni amministrative d’autunno del 4-5 ottobre.
Quindi proprio il fatto che continui a sedere sui banchi dell’opposizione comunale e a svolgere anche il ruolo di magistrato ha suscitato reazioni contrarie in molti esponenti della politica campana. Primo fra tutti l’ex sindaco, e pure lui magistrato, Luigi De Magistris. Ma Maresca va avanti per la sua strada e ai media che lo hanno intervistato ha risposto: “Orgoglioso di tornare al mio lavoro, per il resto proverò a dare un contributo alla crescita della mia città come civico”.
Al di là delle polemiche, Catello Maresca è uno dei più noti magistrati italiani, e lo è diventato soprattutto per le sue indagini nella Divisione Antimafia che si sono focalizzate soprattutto sugli affari dei Casalesi ma soprattutto con l’arresto del superboss Michele Zagaria.
Quarantanove anni, nasce a Napoli il 14 maggio 1972. E’ il 1999 quando vince il concorso in magistratura e viene assegnato alla sezione sui reati finanziari e i crimini di natura economica. Otto anni dopo entra nella Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a occupare il posto lasciato libero da Raffaele Cantone.
E’ ottobre 2007 quando assume l’incarico, sei mesi dopo è nel pieno della batteglie contro la camorra ed è chiamato ad occuparsi della fuga dagli arresti domiciliari di Giuseppe Setola. Un mese dopo, si è già meritato la fama di ‘cacciatore di camorristi’ e finisce sotto scorta (lo è a tutt’oggi).
Il suo successo professionale più importante è la cattura del boss del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, coordinando la terza sezione della Squadra Mobile di Napoli.
E’ il 7 dicembre 2011 (stessa data in cui il Csm lo ha nominato per la Corte d’Appello di Campobasso) gli agenti fanno irruzione in un’abitazione a Casapesenna, nel casertano. Scovano il bunker sotto al pavimento dell’abitazione: lì è nascosto Zagaria, il capo del più feroce clan camorristico dell’epoca, ricercato dal 1995. Il boss è costretto ad arrendersi e a consegnarsi alle forze dell’ordine.
Un’indagine che lo ha visto al lavoro su quel caso, assieme alla squadra mobile, per quasi quattro anni e che assieme ad altre inchieste contro la criminalità organizzata, per esempio Gomorrah, gli ha fatto guadagnare la nomina di magistrato tra i più autorevoli e stimati d’Italia.
Poi la discesa in politica, per “la mia città” ha detto annunciando la sua candidatura ma con un unico riferimento che è sempre rimasto fermo nella sua vita: la magistratura e la lotta per la legalità.
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