L'Ospite

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Fontana vivace: l’Immacolata concezione

immacolata

di don Mario Colavita

Di Maria si è scritto tanto: teologi, monaci, frati, preti, vescovi, papi, uomini e donne semplici, tutti hanno avuto modo di scrivere di lei, ringraziarla, lodarla per quanto ha fatto per l’umanità.

Tra le preghiere più belle a Maria splende quella di Dante Alighieri. L’ha inventata di sana pianta, è pura poesia che si fonda con la teologia e la devozione.

Penso che in quest’anno centenario (dante è morto il 14 settembre del 1321) rileggere e imparare a memoria questa “meravigliosa” preghiera/poesia non sarebbe poi tanto male.

Sono parole bellissime e altissime, profonde e ricche di Dio, di umanità e bellezza.

Leggerle e ri-leggerle ci porta in alto acconto alla Vergine per contemplare il mistero di madre, anzi il mistero della madre del mondo.

Ogni parola di Dante è come un sospiro d’amore a Dio attraverso la storia umana di una donna che “tutte le generazioni chiameranno beata”.

C’è una terzina di questo canto a Maria che ci può aiutare a riflettere sulla festa dell’Immacolata concezione in cui il sommo poeta immagina Maria come fiaccola di carità e fontana viva: “Qui se’ a noi meridiana face/ di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,/ se’ di speranza fontana vivace” (Dante, Paradiso 33, 9-12).

Maria è in paradiso una fiaccola lucente di carità e d’amore. Mi piace pensare alla meridiana, il tempo in cui il sole è al massimo grado (sopra la nostra testa) lì allo zenit non fa ombra non proietta nessuna oscurità. Come a dire: in Maria il sole che è Dio è al massimo che non può esserci peccato, nessuna macchia, niente, perché tutto in lei è puro.

In questo senso si possono capire meglio le parole dell’inno del Tota Pulchra (tutta bella) in cui si dice: in te non c’è macchia di peccato (et macula originalis non est in te).

In Maria il sole dell’amore è al massimo e brillando illumina la creatura rendendola pura e bella come nessun uomo.

Maria porta questa fiaccola d’amore che è stata accesa da Cristo. Carità e pietà prima di Cristo non esistevano le ha portate il figlio di Dio. La carità cristiana è qualcosa di molto superiore della pietà umana, la carità è vedere nell’altro l’amore è vedere nell’altro Dio e suo Figlio.

Maria è fiaccola di questa carità, e questa fiaccola che brilla in paradiso, una scintilla di questa lucentezza arriva anche sulla terra.

Dante prosegue e dice che tra i mortali, tra gli uomini sulla terra, sei una fontana di speranza viva.

Un’immagine rassicurante e bella nel descrivere Maria come una fontana d’acqua viva e di speranza.

L’acqua viva è l’acqua buona che noi usiamo per bere, dissetarci, per far crescere le piante i fiori i frutti, tutto il mondo vegetale e animale ha bisogno dell’acqua viva per vivere.

Maria è questa fontana dove scorre quest’acqua, tendendo presente che l’acqua viva è Cristo.

Nel vangelo di Giovanni, Cristo stesso parlando alla donna al pozzo dice di essere l’acqua viva: “chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna” (Gv 4,14).

Maria è fontana di speranza viva. Senza speranza l’uomo perderebbe pathos, desiderio, passione, la speranza ci aiuta ad andare avanti. Il contrario della speranza è la disperazione che con il lungo andare diventa malattia dell’anima, forma mortale di assuefazione al nulla.

Maria aiuta il devoto a camminare credendo e a sperare amando perché come dice sant’Alfonso: “Voi [Maria] dopo Gesù siete tutta la speranza mia; tutta la ragione della mia speranza!”.

Nel canto alfonsiano, O bella mia speranza, il santo invoca la Vergine quale bella speranza, dolce amore, vita e pace.

La festa dell’Immacolata è occasione per i credenti nel riaccendere la “face” il lume, la lampada, della carità e della speranza viva, nel tempo della felicità infelice ne abbiamo veramente bisogno.

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