Termoli

Due infarti in un giorno con Emodinamica chiusa: uno si salva, l’altro muore. La famiglia si costituisce al Tar

Arrivato in ospedale da solo con un forte dolore al braccio, è stato trasferito a San Giovanni Rotondo dopo 3 ore perché al Cardarelli non c’era posto: l’ultimo era occupato da un altro termolese, anche lui per infarto. La storia di R.V., 58 anni di Termoli, è emblematica del rischio che i bassomolisani corrono con un reparto strategico come Emodinamica che funziona a metà, sul quale è stato presentato un secondo ricorso al Tar. Nell’atto di intervento ad adiuvandum presentato dall’avvocato Laura Venittelli c’è un dato che non lascia spazio ai dubbi sul pericolo che erogare una prestazione assistenziale per patologie tempo-dipendenti così fondamentale a intermittenza comporta.

È stato colpito da un infarto del miocardio il 2 ottobre scorso. 58 anni, termolese, ha avuto la sfortuna di manifestare i sintomi in una giornata durante la quale il reparto di Emodinamica del San Timoteo di Termoli era chiuso. Mancanza di medici e impossibilità di effettuare una normale turnazione all’origine del provvedimento, finito davanti ai giudici del Tar per la seconda volta. L’uomo, R.V., è stato trattato inizialmente nel presidio adriatico dove i medici, diagnosticato l’infarto con angiotac e una grave disseccazione aortica, con l’aggiunta di uno scompenso renale, hanno immediatamente chiesto l’intervento del Cardarelli di Campobasso per potergli salvare la vita.

Il 58enne, soggetto non a rischio, non cardiopatico, ha accusato i sintomi improvvisamente la sera: si è recato in ospedale da solo con un forte dolore al braccio sinistro. Nel suo caso era fondamentale, come si evince dal diario clinico, un intervento specifico per patologie tempo-dipendenti tramite angioplastica. Al Cardarelli di Campobasso però i posti letto in Emodinamica quella sera erano al completo anche per via del ricovero, avvenuto poche ore prima, di un altro paziente bassomolisano, anche questi colpito da infarto.

A quel punto è stato chiesto il trasferimento all’ospedale di San Giovanni Rotondo dove però l’uomo è arrivato alle 3 e 30 di notte, “con uno squarcio al cuore”, in un coma dal quale purtroppo non si è mai ripreso. È deceduto 15 giorni dopo, il 17 ottobre. “Se Emodinamica fosse stata aperta e funzionante – la sintesi che la giovane figlia ha affidato all’avvocato, annunciando azioni penali e risarcitorie – sarebbe ancora vivo”.

Una vicenda drammatica, dolorosa, che configura il pericolo di vita che corrono i cittadini residenti in Basso Molise a causa del funzionamento “a mezzo servizio” di un reparto fondamentale nel trattamento delle patologie tempo dipendenti. Con l’aggravante che per poter trasferire i pazienti da un ospedale occorre, per legge e inevitabilmente, la presenza di un emodinamista. Ma a Termoli ce n’è soltanto uno e quel giorno l’operatore era impegnato ad accompagnare l’altro infartuato a Campobasso, e per poter affrontare il viaggio fino a San Giovanni Rotondo è stato necessario il suo rientro in città.

La vicenda è stata affrontata durante la seduta di ieri al Tribunale Amministrativo del Molise nel quale è stato presentato un atto di intervento ad adiuvandum in occasione del ricorso della maggioranza consigliare di Termoli e dell’associazione Cuore Molisano, sul quale i giudici dovrebbero pronunciarsi a ore. Il ricorso è stato integrato dall’intervento presentato dall’avvocato Laura Venittelli per conto della figlia della vittima.

Nel caso di R.V. sarebbe stato fondamentale, come è stato illustrato in udienza, “riaprire il vaso coronarico ostruito nel più breve tempo possibile attraverso l’uso del fibrinolitico, se non vi è la possibilità di una coronarografia nei primi novanta minuti dall’occlusione acuta, oppure con l’angioplastica nel reparto di emodinamica. Purtroppo questi semplici interventi all’uomo, nell’ospedale di Termoli, unico nosocomio con emodinamica nel raggio di circa 70 km, non potevano essere eseguiti in quanto dal  pomeriggio del 2 ottobre, giorno del ricovero al PS, sino alla mattina del 3 ottobre (alle 8) l’emodinamica era chiusa”.

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