Il volto invisibile del covid

Depressioni e ansie da covid, 231 pazienti molisani rischiano di perdere il sostegno. Uno spiraglio dalla proroga dell’emergenza

Tra i precari della sanità che potrebbero non vedersi rinnovato il contratto ci sono anche 6 psicologi e 3 tecnici della riabilitazione psichiatrica che hanno erogato oltre 2400 prestazioni in favore di 231 pazienti dei Csm molisani. Il loro contratto scade tra il 31 gennaio e il 28 febbraio, e al momento non ci sono indicazioni nè su rinnovo nè, tantomeno, sulla stabilizzazione auspicata anche dalle sigle sindacali. Dalla Regione Molise una possibile soluzione è indicata con la proroga dello stato di emergenza intanto fino al 31 marzo.

Rischiano l’interruzione del loro rapporto di lavoro con la Asrem ma soprattutto con i pazienti. Pazienti che hanno bisogno di assistenza psicologica, di un supporto concreto e costante per le patologie invisibili, quelle che non sono diagnosticate da esami radiografici ma che compromettono la qualità della vita allo stesso identico modo dei problemi fisici. Depressione, ansia, stati di angoscia, attacchi di panico, fragilità che diventano un ostacolo insuperabile nell’affrontare la vita quotidiana, paura che si trasforma in terrore: è questo il quadro nel quale si muove una delle emergenze più diffuse sul fronte della sanità molisana, perché ci sono 9 professionialità la cui attività – possibile finora in funzione del personale covid inserito in Molise per fronteggiare la pandemia da tutti i punti di vista – rischia di stopparsi di colpo, il cui contratto è in scadenza e per i quali non ci sono garanzie di nessun tipo. Una situazione di incertezza che si riflette sui pazienti, oltre 230 complessivamente quelli trattati nei centri di salute mentale di Campobasso, Isernia e Termoli. Tra i mesi di febbraio e ottobre 2021 sono state ben 2450 le prestazioni erogate, un indice inequivocabile della necessità di affrontare un malessere che il lockdown, la precarietà della salute e il senso di vulnerabilità causato dal covid hanno amplificato a dismisura.

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Sono tanti, e di tutte le fasce d’età, i molisani colpiti da problematiche di natura psicologica alle quali hanno fatto fronte anche e soprattutto grazie a loro. Sei psicologi e tre tecnici della riabilitazione psichiatrica, assunti con contratti a tempo determinato nei Csm, che ora chiedono di poter continuare a svolgere il loro lavoro. “Ho visto pazienti migliorare sensibilmente con la terapia settimanale che viene garantita dalla nostra professionalità, pazienti che, come avviene sempre in un rapporto con uno psicoterapeuta, si sono messi a nudo, hanno trovato la forza di spogliarsi metaforicamente di ogni cosa per ritrovare se stessi e proseguire nel processo di guarigione. Cosa dovrei dire loro adesso? Che da febbraio devono vedersela da soli?”

È la testimonianza di una psicologa, anche lei assunta fino al 31 gennaio 2022 nell’ambito del progetto “Superamento della depressione medio-lieve con particolare attenzione al genere femminile” avviato grazie a una procedura pubblica di Asrem il 30 aprile del 2020. Un progetto in scadenza che però, come anche i sindacati hanno sottolineato portando all’attenzione della Regione Molise l’urgenza di stabilizzare i precari della sanità, deve essere garantito ancora, non può arenarsi lasciando a piedi persone che hanno bisogno di aiuto e sostegno, incrociati nella elevata professionalità dei Centri di salute mentale del Molise, esempio di buon funzionamento di un servizio, come viene riconosciuto dagli stessi pazienti da tempo.

“Queste persone – racconta un altro operatore – stanno ritrovando la strada per andare avanti e proseguire nelle loro esistenze. Con il covid tanti disturbi latenti sono venuti in superficie, causando un drastico peggioramento di forme depressive e stati ansiogeni anche in persone molto giovani. Al lavoro che è stato avviato nei Csm dovrebbe vedersi riconosciuta la stessa dignità delle cure praticate negli ospedali o negli ambulatori. Eppure al momento non ci sono garanzie, sebbene la questione sia stata già portata all’attenzione del consiglio regionale da parte di esponenti politici della minoranza.

Il tema trova concordi anche i consiglieri di maggioranza e gli assessori, convinti in maniera pressoché unanime che si debba lavorare per prolungare i contratti precari e cercare forme idonee alla stabilizzazione, che poi è la migliore soluzione possibile anche perché parliamo di professionisti che hanno alle spalle oltre 10 e 15 anni di attività. Uno spiraglio da questo punto di vista, almeno momentaneamente, è offerto dalla proroga dello stato di emergenza decisa dal Governo proprio nelle ultime ore sulla scorta della maggiore incidenza di contagi e di una situazione che vede il Paese ancora sotto scacco del virus da Sars Cov 2, con tutte le conseguenze che questo comporta. La possibilità che i contratti possano essere prorogati fino al 31 marzo, quando lo stato di emergenza scadrà, è concreta. Ma è necessario – ribadiscono gli addetti ai lavori e le sigle sindacali – trovare una soluzione a lungo termine, stabilizzare una risorsa che si è rivelata e si sta rivelando preziosa nell’arginare alcune tra le manifestazioni più evidenti e drammatiche che il covid ci ha lasciato in eredità.

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