Presidio davanti alla castellina

Castelpizzuto, i mezzi pesanti non passano sulla bretella: allevatori e agricoltori protestano

La strada che bypassa la frana può essere impiegata solo da auto e piccoli camion non consentendo alle aziende agricole e zootecniche di lavorare: è impossibile trasportare il latte o il foraggio per gli animali. Le imprese, già piegate dall’emergenza Covid, rischiano adesso la chiusura definitiva. Coldiretti lancia la mobilitazione e il sindaco Carla Caranci insiste: "Castelpizzuto sta morendo".

“Castelpizzuto sta morendo per una frana di 60 metri”. Per quanto efficace, è drammatica la sintesi che fa il sindaco Carla Caranci. Il primo assaggio d’inverno è stato disastroso: neve e ghiaccio non hanno consentito il transito sul bypass da parte delle auto nonostante l’impegno degli operai del Comune, soprattutto nel tratto che presenta una pendenza al 18%. Neanche i mezzi pesanti non hanno potuto percorrere la bretella aggravando i problemi di allevatori e agricoltori. “Le aziende della zona sono sull’orlo del fallimento”, denuncia Coldiretti. La frana e la viabilità alternativa attivata per giungere in paese riescono solo in parte a tamponare l’emergenza: restano i problemi per l’approvvigionamento di foraggi e altre materie prime necessarie all’alimentazione del bestiame. E’ un’impresa per i mezzi agricoli raggiungere i terreni da coltivare.

Per questo agricoltori e allevatori, alla guida dei loro mezzi, terranno, martedì 7 dicembre, a partire dalle ore 10, un presidio alle porte del paese, nel piazzale antistante lo stabilimento della Castellina. Le loro aziende, già provate dalla grave crisi del settore e piegate dall’emergenza Covid, rischiano adesso la chiusura definitiva.

“L’iniziativa ha ottenuto anche l’appoggio dell’amministrazione comunale e della cittadinanza di Castelpizzuto ormai esasperata per una situazione emergenziale che dura da troppo e le cui misure per arginarla destano forti perplessità”, spiegano da Coldiretti che ha organizzato la manifestazione di protesta. Gli umori in paese sono improntanti al pessimismo. “Molti stanno pensando di andare via“, conferma la sindaca.

Con il passare delle settimane sono allo stremo anche le imprese locali. “La bretella realizzata, così come concepita, non risulta idonea a soddisfare le esigenze delle aziende agricole e zootecniche – incalza la Coldiretti – in quanto, seppur rispondenti alle normative in vigore in materia di sicurezza stradale, non appare adatta al transito dei mezzi agricoli, le cui caratteristiche sono molto diverse dalle normali autovetture essendo più grandi e pesanti”.

Un problema facilmente riscontrabile dal momento che sulla bretella che bypassa la frana possono circolare solo auto e piccoli camion (o meglio veicoli che non hanno un peso superiore ai 35 quintali) e con un limite di velocità di 20 km/h.

Apre la bretella di Castelpizzuto: auto e furgoncini potranno transitare ma con limite di velocità di 20 km/h

 

In tali condizioni, sottolinea ancora l’organizzazione, è “impossibile conferire il latte e rifornire i punti vendita della zona di carne e formaggi. Criticità, queste, non trascurabili specie in questo periodo a ridosso dell’inverno”.

Quindi, “con l’arrivo di possibili gelate e nevicate, gli imprenditori agricoli temono, infatti, che la bretella non possa rappresentare una valida soluzione e quindi, non riesca a sopportare il transito dei mezzi agricoli, con il conseguente rischio per l’incolumità delle persone”.

Anche per Coldiretti bisogna accelerare con le opere di messa in sicurezza del movimento franoso e il ripristino del tracciato originario. Ecco perchè l’organizzazione chiede un intervento più incisivo da parte della Giunta regionale e dell’assessore Cavaliere. In maniera analoga, il sindaco Caranci continuerà a sollecitare le istituzioni preposte per la realizzazione delle opere provvisorie a valle del dissesto.

“L’emergenza che sta vivendo la comunità tutta di Castelpizzuto – sostiene Coldiretti Molise – deve essere affrontata con la massima urgenza. Solo in tal modo si potrà arrestare lo spopolamento dei territori e ridare fiducia nella possibilità di continuare a rimanere a vivere e produrre in questo territorio”.

(foto facebook)

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