Bojano

Addio ad Antonio Cappussi, l’imprenditore molisano che si incatenò a 92 anni per avere giustizia

L'imprenditore edile, di Bojano, fu al centro di una vicenda di cui si interessarono finanche le televisioni nazionali. L'uomo non ricevette mai i milioni che la Regione Molise gli doveva per aver costruito 80 chilometri di strade interpoderali e altre importanti infrastrutture. "Addio al simbolo dell'Italia onesta che ci ha fatto capire che troppe cose non vanno in questa nazione"

antonio cappussi catene

(foto Alfonso Mainelli facebook)

Si è spento ieri, alla veneranda età di 99 anni, Antonio Cappussi, imprenditore di Bojano divenuto un simbolo di lotta del Molise e non solo. Molti infatti lo ricorderanno incatenato dinanzi alla sede del Consiglio regionale. Del caso si occuparono anche le televisioni nazionali, tra cui il noto programma televisivo Le Iene.

antonio cappussi iene

(foto Eliana Cappussi facebook)

Il signor Cappussi, a 92 anni, dopo 25 anni che attendeva 8 milioni che la Regione gli doveva, aveva inscenato questa plateale protesta, assurta a simbolo di lotta per i propri diritti.

1530093035.jpg

Limprenditore bojanese aveva costruito alcune importanti infrastrutture per conto della Regione Molise. 80 chilometri di strade interpoderali e acquedotti per 8 milioni di euro, ma di quei soldi l’ultranovantenne titolare dell’impresa edile non vide mai un centesimo perché la Regione non saldò mai il conto. La ditta, a causa di quel mancato pagamento, fallì comportando rilevanti difficoltà economiche per la famiglia Cappussi.

Una storia – la sua – iniziata durante il governo Iorio e proseguita durante la legislatura targata Frattura. L’ex presidente del Pd decise di avviare una transazione per chiudere la ’pratica’. Nel 2018 intervenne il giudice del Tribunale di Campobasso riconoscendo a Cappussi il risarcimento di 2,1 milioni di euro, condannando al tempo stesso la Regione. Incubo finito allora? Macchè: il pagamento non avvenne mai.

Questo il ricordo di Alfonso Mainelli, dell’associazione Area Matese: “Addio ad Antonio Cappussi, il simbolo dell’Italia onesta che ci ha fatto capire che troppe cose non vanno in questa nazione, e averlo fatto morire senza quella giustizia in cui aveva sempre creduto è uno dei peggiori fallimenti di questo Stato ormai alla deriva sul piano etico. Un sistema giudiziario totalmente estraneo ai principi costituzionali alla fine lo ha stritolato negandogli il diritto al giusto compenso per il suo lavoro, del quale, peraltro, beneficia tutto il Molise che corre sulle strade che lui aveva realizzato. Alla facoltà di Giurisprudenza dovrebbero studiare la sua storia giudiziaria per capire cosa non dovrebbe mai essere un processo. No, non c’è stato onore in quello che gli hanno fatto: non gli hanno rubato solo i frutti di un onesto lavoro, gli hanno rubato anche la vita”.

Più informazioni
commenta