La gratitira

Un popolo-spezzato, la forza dei legami e il Molise ‘migliore’. La storia arbereshe commuove il Teatro Savoia

Lo spettacolo La Gratitira è il frutto di un progetto interregionale tra Italia, Albania e Montenegro ed è una produzione tutta molisana di stupefacente raffinatezza. Opera diretta dal regista termolese 24enne Antonio De Gregorio. Sul palco, tra gli altri, l'attore Marco Caldoro, la cantante Erika Petti e un eccezionale ensamble di musicisti che hanno suonato dal vivo le musiche di Giuseppe Spedino Moffa

Non si abita un Paese, si abita una lingua. C’è anche questo ne La Gratitira, una storia arbereshe, che ha debuttato ieri al Teatro Savoia di Campobasso ammaliando il nutrito pubblico, giunto anche da Termoli e dal Basso Molise per lo spettacolo diretto dal giovane e molto più che promettente regista Antonio De Gregorio.

La Gratitira al Teatro Savoia

Ricerca, musica, recitazione, folklore. Un progetto teatrale di rilievo, una produzione molisana (finanziata dalla Fondazione Molise Cultura) che unisce tanti talenti – perlopiù giovani – della nostra regione e che non è che l’apice di un progetto culturale interregionale (tra Italia, Albania e Montenegro) finanziato dall’Unione Europea. Il risultato artistico è una performance di perlacea eleganza, di nitida bellezza, di inusitato stile.

La Gratitira al Teatro Savoia

A rendere suggestivo lo spettacolo, oltre a un’atmosfera rarefatta creata da fumi sapientemente utilizzati sul palco, un gioco di luci emozionale, frutto in particolare dell’alternanza tra il blu del profondo mare e il rosso dell’amore ma anche dei ricordi più dolorosi. La Gratitira è un testo che parla di memoria, di radici, di maternità, di legami indissolubili come quelli con la propria terra natale e con una lingua che diventa l’unica patria possibile. E il monito che lancia è carico di una valenza universale: “Non mettiamo radici dove nasciamo ma dove nascono i nostri figli”.

La Gratitira al Teatro Savoia

Una scenografia minimale ma nondimeno di impatto, con una panchina su un lato del proscenio e una bitta su quello opposto: al centro della scena un uomo di Ururi che decide di ‘combattere’ i suoi fantasmi e di prendere la via del mare che lo porterà sull’altra riva, in quel Paese dove sua madre in qualche modo lo aspetta ancora. A interpretare il protagonista di questo ‘dramma’ del distacco, insieme personale e universale, un brillante Marco Caldoro. Alle sue visioni, ai suoi ‘flussi di coscienza’, ai suoi tribolamenti emotivi si alternano brani musicali arbereshe eseguiti dal vivo da una straordinaria ensamble. La voce impetuosa e suadente di Erika Petti è accompagnata da altri eccellenti musicisti molisani: Giuseppe ‘Spedino’ Moffa (che ha scritto gli arrangiamenti), Marco Molino, Vittorio Sabelli, Manuel Petti e Lorenzo Mastrogiuseppe.

La Gratitira al Teatro Savoia

Le donne de La Gratitira, pietra lunare che nella tradizione arbereshe rappresenta un magico espediente per la fertilità, sono interpretate da Barbara Petti e Giada Di Palma, sorelle del Paese dell’Aquila a due teste che una sorta di diaspora – dai connotati anche esistenziali – separerà.

La Gratitira al Teatro Savoia

Uno spettacolo-canto dai contenuti profondi e finemente espressi: il testo è stato scritto da Marco Caldoro, da Antonio De Gregorio (giovane termolese che ha curato anche la regia) e da Carol Guarascio. Non poteva esserci prima migliore al Teatro Savoia, prima di partire per un piccolo tour nei teatri italiani. “Ci vediamo a Ururi”, ha affermato però dal palco il protagonista di quest’opera che ha il merito di ricucire una stoffa lacera, e che a sua volta non smette di lacerare chi ne è protagonista. Per ricucire, in definitiva, le nostre comunità. “Recuperare la memoria delle comunità e delle città attraverso lo storytelling e le performance artistiche è il risultato generale cui si vuole ambire”, così la Presidente della Fondazione Molise Cultura, Antonella Presutti.  

La Gratitira al Teatro Savoia

Un plauso all’associazione Alta Marea, da quest’estate attiva a Termoli dove ha proposto un festival cinematografico e artistico, che ha deciso di mettere a disposizione un pullman per Campobasso. Così Ettore Fabrizio, presidente dell’associazione e ‘Virgilio’ del viaggio culturale. “Ero scettico, non mi aspettavo tanta partecipazione. Grazie a tutti, abbiamo bisogno di bellezza”.

Foto di Antonello Luciani

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