Controreplica sulla sanità

Il ricorso ‘della discordia’ contro il Pos. Il centrodestra di Termoli: “Pd artefice di questo massacro”

Maggioranza al vetriolo sulla questione sanità: replica sul perchè del ricorso fatto come singoli e non come Ente. "Non è affatto meno forte politicamente, anzi". Sulle opposizioni l'obiettivo numero uno è il Partito Democratico (Frattura, Sbrocca, Chimisso ma anche Facciolla). "Ora si dilettano a fare le raccolte firme con i banchetti, ma perchè hanno avallato questo piano scellerato che ha ucciso il nostro ospedale?"

L’obiettivo numero uno è l’ex sindaco Angelo Sbrocca che per l’attuale primo cittadino di Termoli Francesco Roberti e per i suoi “sa più di quanto vuole far credere” e quando poteva non ha fatto nulla per fermare questa “scellerata riorganizzazione sanitaria” che penalizzava il Basso Molise a tutto vantaggio dell’Abruzzo.

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La maggioranza Roberti ha controreplicato alle opposizioni che ieri, riunite, hanno contestato le scelte emerse nello scorso Consiglio comunale – monotematico – sulla sanità. In primis sulla decisione di ricorrere contro gli accordi di confine con l’Abruzzo come singoli e non già come Ente. Roberti e praticamente tutti (quasi) – consiglieri, assessori e presidente del Consiglio – hanno indetto una conferenza in Municipio “per fare chiarezza”, ha esordito così il sindaco per finire con “le bugie hanno le gambe corte e il tempo è galantuomo”.

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Una conferenza smaccatamente politica per difendersi e attaccare le minoranze tutte, ma il Pd specialmente. “Perdono tempo con la raccolta firme che è del tutto inutile ma noi vogliamo ricordare i precedenti”. Da quello che si considera il peccato originale (l’assenza di Frattura alla Conferenza Stato-Regioni in cui si sarebbe potuto decidere diversamente per il Molise, nell’agosto 2015) all’attuale polemica politica sollevata – a detta di Roberti e degli altri – con l’obiettivo di strumentalizzare la questione sanità. Montano in particolare si è soffermato sul punto: “Siamo sorpresi del loro atteggiamento: vogliono alzare un polverone per evitare di assumersi delle responsabilità che invece sono piene. Quello che sta succedendo oggi è la conseguenza di quel che hanno fatto nel passato loro e la loro parte politica”.

Per il sindaco le strumentalizzazioni in questo caso sono fuori luogo ma anche nelle sue parole ‘al vetriolo’ si ravvisa un acceso battage politico. “Abbiamo fatto ricorso come singoli intanto per non gravare sulle casse dell’Ente e abbiamo scelto un avvocato, Pino Ruta, che non strumentalizza questo tema. Sbrocca probabilmente avrebbe pesato sulle casse pubbliche e avrebbe dato mandato – la frecciatina di Roberti, ndr – a un legale pugliese”.

La questione ricorso è stata centrale in oltre un’ora di conferenza e sul punto sono intervenuti anche i consiglieri Marone, Montano come detto, Di Brino, De Guglielmo oltre al Presidente del Consiglio Comunale Ciarniello. Tutti a dirsi ‘basiti’ e ‘sorpresi’ di quanto oggi viene detto in specie dagli ex alla guida del Municipio. “Sbrocca sa benissimo perché Frattura non andò a quella conferenza. Allora in Abruzzo era presidente D’Alfonso (Pd) e c’era Renzi al Governo. Guarda caso allora si è decisa la creazione dell’ospedale di San Salvo e Frattura ne è stato l’artefice. È stato un patto scellerato che – si sapeva – avrebbe significato la morte per la sanità in questo territorio”. Roberti parla di ‘mandanti’ e ‘sicari’ che insomma sarebbero ben noti.

“Commedia incommentabile”, “fanno i moschettieri della sanità”, “gettano fumo sugli occhi della collettività” per mascherare – questo il j’accuse – le loro responsabilità. “Perché la morte dell’ospedale di questo territorio è iniziata nel 2010, il colpo ferale si è avuto nel 2015”, così i consiglieri operatori sanitari (come Di Brino e De Guglielmo). “Ci saremmo aspettati – anche se avevamo i nostri dubbi – che ricorressero insieme a noi, sarebbe stato un bel gesto”.

fernanda de guglielmo montano

Noi ci abbiamo messo la faccia” così l’avvocato Marone che ha argomentato perché il ricorso è stato presentato come singoli cittadini e non come Amministrazione. Sul punto anche il sindaco è stato chiaro: “Intanto non ci interessava mandare un segnale politico, e poi più chiaro di così! Inoltre non volevamo incorrere in un richiamo della Corte dei Conti. Il Tar, in caso di rigetto del ricorso, avrebbe potuto chiedere le spese legali all’Ente e noi siamo molto attenti a non sperperare il denaro pubblico”. Alle accuse di una minore efficacia e forza di un ricorso non presentato come Istituzione Roberti e i suoi hanno risposto con altrettanta veemenza. “Per evitare di gravare sulle casse pubbliche ci siamo autotassati”. Roberti ha inoltre puntualizzato che “un Ente fa ricorso quando c’è un danno oggettivo e diretto verso l’Ente. Non è il caso di questo Pos”. Piano operativo sanitario “che faremo di tutto per demolire, e non ci fermeremo al ricorso”.

Il primo cittadino rivendica di essere stato il primo a ricorrere contro un piano dell’azienda sanitaria, quello relativo alla chiusura del Punto Nascite, e rigetta l’accusa di non aver voluto mettersi contro Toma, del suo stesso partito. “Il nostro ricorso è contro il Consiglio dei Ministri, l’Asrem e il Commissario ad acta”, sintetizza Marone per respingere al mittente la più o meno velata critica di pavidità.

Cambiano le voci ma il succo è sempre quello. “Non hanno detto e fatto nulla per fermare questo scempio, anzi hanno avallato le scelte dell’allora Presidente Frattura che hanno provocato quel che oggi è sotto gli occhi di tutti”. Ciarniello parla di “silenzio assordante” e sventola lettere dell’allora Ministero della Sanità che suonavano già come campanelli d’allarme.

annibale ciarniello malorni

“Andremo al Consiglio dei Ministri, l’impegno di questa Amministrazione è e sarà quello di restituire la sanità ai cittadini”. Sanità che però al momento “è già morta”.

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