Scandali italiani

Sito tossico di Guglionesi, forse ci siamo: bonifica inclusa dal Governo nei fondi Pnrr. C’è pure Pietracatella

Dopo oltre 30 anni dal sequestro, il Governo inserisce Guglionesi II fra i 'siti orfani' da risanare. All'interno fanghi con metalli pesanti. Incluse anche due aree di Pietracatella inquinate da percolato

Dopo 30 anni forse stavolta ci siamo. Il sito ‘Guglionesi II’, otto ettari di terreni inquinati da metalli pesanti, è stato compreso in un elenco di 270 ‘siti orfani’, cioè che attendono di essere bonificati e per i quali tramite il Pnrr ci sono i fondi per risanarli. Per il Molise, oltre al sito guglionesan,o ce ne sono anche due a Pietracatella.

Guglionesi II è un sito tossico che si trova in Contrada Macchie, a ridosso della strada provinciale 80 che collega il centro bassomolisano a Larino e alla Fondovalle del Biferno. Copre una superficie di otto ettari ma l’impianto nato come produzione di concimi per lombrichi a fine anni Ottanta, ne conta quasi sette circondati da campi coltivati a grano, finocchio, vigneti.

I due capannoni e un terzo fabbricato sono abbandonati ormai da quasi 32 anni, quando il sito venne sequestrato. All’interno furono rilevate numerose presenze di metalli pesanti. Si scoprì che nel sito venivano utilizzati fanghi provenienti da industrie di fuori regione, fanghi classificati come “rifiuti speciali” e poi come “rifiuti tossici e pericolosi”.

All’epoca, il professor Massimo Colombo della Università di Chimica del suolo del Molise, approntò una relazione nella quale evidenziava che “a una profondità di 15-25 cm c’è una forte contaminazione di cromo, superiore di cinque o sei volte il tetto fissato dalla legge. Le potenziali sorgenti di contaminazione da sostanze inquinanti sono quindi il suolo e il sottosuolo”.

Ora forse è arrivata la svolta. Vale la pena utilizzare cautela perché da troppo tempo gli enti pubblici si rimbalzano responsabilità e doveri, col risultato che nulla è stato fatto da 30 anni e la natura ha ampiamenti ripreso i suoi spazi, sebbene i metalli penetrati nel sottosuolo potrebbero aver fatto dei danni enormi per l’ambiente e la salute pubblica.

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“Il Ministero della Transizione ecologica ha approvato l’elenco dei 270 ‘siti orfani’ da riqualificare su tutto il territorio nazionale – scrive oggi il deputato Antonio Federico – grazie ad un finanziamento di 500 milioni di euro previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che si somma ai 105 milioni stanziati per decreto già nel 2020”.

Si tratta dell’approvazione del decreto 222 del 22 novembre scorso da parte della ex Direzione generale per il risanamento ambientale del MiTe.

“Il provvedimento – spiega il parlamentare M5S – rientra tra gli interventi previsti nel Pnrr, per l’esattezza nella componente C4 ‘Tutela del territorio e della risorsa idrica’ della missione M2, quella dedicata a ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’. Come detto l’obiettivo è la bonifica dei ‘siti orfani’, aree potenzialmente contaminate per le quali il responsabile dell’inquinamento non è individuabile o non provvede agli adempimenti normativi previsti”.

Il sito tossico Guglionesi II: 30 anni dopo aspettando una bonifica impossibile

Come detto, non c’è solo Guglionesi. “In Molise – prosegue il parlamentare – il decreto interessa tre siti di due diverse località. Il primo è il sito di Guglionesi II, un’area di circa otto ettari carica di fanghi provenienti da stabilimenti conciari e agro-alimentari, con presenza accertata di metalli pesanti come cromo, cadmio e mercurio. Interessati, poi, due siti di Pietracatella in zona San Nicola dove in passato era attiva una discarica segnalata per le esalazioni di percolato”.

Secondo il deputato campobassano “il decreto consentirà l’avvio delle fasi di bonifica attese da decenni, disinnescando potenziale fonti di pericolo per l’ambiente e alleggerendo le amministrazioni locali di pesanti oneri soprattutto nei piccoli comuni che in questo modo sono tutelati sul piano economico ed ambientale.
È un percorso cominciato nel 2019, con l’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ma che deve trovare compimento al più presto con l’arrivo delle risorse alle Regioni” conclude Federico.

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