Termoli

Rianimatore No Vax, indagini del Nas su omissioni Asrem, Regione e Ordine Medici. Acquisita la documentazione

I carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione impegnati nelle verifiche sul mancato controllo dell'obbligo vaccinale fra i sanitari. Il caso è quello del facente funzioni da primario a Termoli Giuseppe Germele, che lunedì mattina ha fatto il vaccino (tra 20 giorni dovrà fare la terza dose) dopo 6 mesi di "buco" in cui non è stato sospeso nè diffidato. Richiesti gli elenchi e la documentazione ad Asrem, Regione Molise e Ordine dei Medici. In corso le verifiche.

Il caso è quello di Giuseppe Germele, anestesista e rianimatore con funzione di responsabile del reparto di terapia intensiva del San Timoteo e del blocco operatorio. Ha fatto il vaccino solo lunedì scorso, a 6 mesi di distanza dalla prima dose che gli è stata somministrata il 18 maggio in una stanza chiusa e in assenza di testimoni. Non è stato mai sospeso nè diffidato con l’invito a mettersi in regola entro 5 giorni. Una procedura ben diversa da quella usuale, che l’azienda sanitaria diretta da Oreste Florenzano ha riservato ad altri 19 tra infermieri, Oss, tecnici e amministrativi no vax e senza esenzione medica, tutti difatti sospesi dai rispettivi incarichi e dallo stipendio.

Germele è stato verbalmente invitato a non presentarsi al lavoro per qualche giorno, ma domani, giovedì, dovrebbe rientrare in ospedale con tanto di certificazione verde ottenuta dal Ministero. Perché la sua vicenda ha seguito una evoluzione diversa da quella degli altri sanitari? E’ l’interrogativo che i carabinieri del nucleo anti sofisticazione coordinati dal luogotenente Di Vito, per conto della Procura della Repubblica di Larino, dovranno chiarire. Una domanda che ne sottende un’altra, e cioè: la legge è uguale per tutti?

Nelle ultime ore sono state inoltrate le istanze formali per avere accesso alla documentazione relativa a una storia che ha fatto e sta facendo molto discutere. Germele, che sembra abbracciare le teorie complottiste no vax, per mesi è rimasto sprovvisto di green pass perché nel caso dei sanitari – come ormai tutti sanno – vige l’obbligo di vaccinazione e non è sufficiente sottoporsi al tampone che attesti la negatività al virus.

Piaccia o meno, condivisibile o no, questa è la norma e una sua violazione sfocia nella sfera penale. Chi doveva controllare che il rianimatore avesse fatto il ciclo vaccinale completo?

Quello di Termoli è un caso-limite, una vera e propria anomalia anche a livello nazionale, e non è facile districarsi nella giungla di norme, leggi, linee guida che regolamentano il settore. In linea generale si apprende – parlando con medici e con esponenti delle forze dell’ordine che conoscono la procedura – che funziona così: gli ordini professionali e le Asl segnalano gli elenchi dei dipendenti alla Regione Molise che confronta l’adempimento all’obbligo vaccinale sulla propria banca dati, segnalando poi ai datori di lavoro i nomi di chi non ha ottemperato all’obbligo di legge. Quindi, a questo punto dell’iter, partono le diffide e la richiesta ai dipendenti “infedeli” a regolarizzare la loro situazione entro 5 giorni. Se non lo fanno scatta la sospensione, che si traduce anche in uno stop dello stipendio.

Ora l’attenzione è puntata sia su Asrem che su Regione Molise che su Ordine dei medici per poter cercare di capire dove il meccanismo si è inceppato e chi non ha ottemperato alla procedura, rendendosi responsabile di omissione in atti d’ufficio – che configura un reato.

La questione del green pass è secondaria. Semmai, nel caso di dipendenti della sanità sia pubblica che privata, si parla di un super greenpass, cioè una certificazione ottenuta esclusivamente dal ciclo vaccinale completo. Proprio in questi giorni infatti stanno andando avanti le somministrazioni delle terze dosi sulla base di elenchi che arrivano direttamente dalla Asrem con i nominativi di chi si deve sottoporre al vaccino.

Scontato infatti che l’azienda sanitaria conosca la situazione vaccinale dei suoi dipendenti. Dunque perché nel caso di Germele è stata scelta una strada diversa?

Rianimatore sospeso per 3 giorni, 19 infermieri e Oss no vax senza stipendio. Carabinieri del Nas indagano su omissioni Asrem e ospedale

 

Intanto, come ci confermano dipendenti del San Timoteo e i visitatori, da ieri i controlli sul green pass sono aumentati vertiginosamente: in portineria ci sono costantemente ragazzi incaricati di verificare il certificato per tutti quelli che entrano al San Timoteo. Almeno un effetto l’indagine per ora l’ha avuto.

A livello di copertura vaccinale si sta affrontando anche l’altro dubbio, relativo alla situazione specifica del dottor Germele. Una seconda dose fatta a distanza di 6 mesi si può considerare ancora una seconda dose? Da questo punto di vista non esiste una letteratura univoca, ma la decisione – presa di concerto con autorità sanitarie – per il medico pare andare nelle direzione di convincerlo a fare la terza dose tra 20 giorni, in modo da avere la copertura richiesta per legge in una mansione delicata come la sua.

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