Consiglio comunale

Rancori, accuse, antipatie: a Campobasso Pd e M5S si scontrano anche sull’antifascismo

Bocciata dalla maggioranza la mozione del centrosinistra sullo scioglimento di Forza Nuova: “Documento fotocopia del nostro ma con aggiunte non votabili”. La replica: “Brutta pagina di politica”. Tramontano (Lega) vota a favore, Giannantonio (5Stelle) si astiene. Nel capoluogo non si riesce a trovare quella linea condivisa tanto auspicata a livello centrale e regionale.

Niente da fare. A Campobasso il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle arrivano ai ferri corti anche su un argomento che dovrebbe tenere uniti tutti i partiti: l’antifascismo. Non che non ci siano posizioni chiare e nette sulla questione ma anche questa è stata l’occasione per contrapporsi, togliersi sassolini dalle scarpe e accusarsi reciprocamente. Insomma, sembra proprio che gli sforzi che si stanno facendo a Roma per un’alleanza organica nel capoluogo siano ardui da mettere in pratica.

I fatti. In mattinata, in Consiglio comunale, è proseguita la discussione su una mozione presentata dal centrosinistra dal titolo ‘Divieto di riorganizzazione del partito fascista e scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista’. L’antefatto: all’indomani degli episodi vergognosi di Roma in cui esponenti di Forza Nuova e facinorosi hanno assaltato la sede della Cgil e l’ospedale Umberto I la maggioranza pentastellata ha preso subito posizione approvando una mozione in cui si chiede proprio lo scioglimento di Forza Nuova. Documento inviato al Governo.

“Campobasso è antifascista, si sciolga Forza Nuova”: Gravina e il M5S premono sul Governo

In quell’occasione, lo scorso 26 ottobre, il Partito Democratico e le altre forze di minoranze abbandonarono però l’aula per protestare contro il ritorno in consiglio comunale in presenza al 50%, non votando la mozione. E nel contempo presentandone un’altra senza trovare una sintesi, come molti auspicavano, con quella dei 5Stelle. E oggi è approdata in aula.

“Si è persa un’occasione – il commento secco del sindaco Roberto Gravina –. Si era partiti nel condividere un documento, ci saremmo aspettati magari una sottoscrizione congiunta, magari si poteva modificare qualcosa. Non si è voluto discutere, nessuno ha blindato il documento che tra l’altro era già stato condiviso ad altri livelli. Nel consiglio comunale di Campobasso questa condivisione non la si vuole evidentemente”.

Roberto Gravina

Ma è una sorta di muro contro muro, in cui le posizioni restano parallele, visto che il capogruppo del Pd Giose Trivisonno dice proprio il contrario: “Ci sono tanti modi per fare un documento. Per esempio offrirlo alle opposizioni per modifiche eventuali, non si può dire: questo è il documento chi vuole firmarlo lo faccia. Io avrei in ogni caso votato in modo favorevole. Per me oggi è stata scritta una brutta pagina di politica”.

Trivisonno  Comune Campobasso

“Votiamo contro – ha ribadito il capogruppo Antonio Vinciguerra –, questa mozione non è condivisibile da parte della maggioranza anche perché il nostro impegno è già stato espresso e inviato al Governo. E poi non possiamo permettere che il Comune si impegni in qualcosa di impossibile, e il riferimento è al passaggio in cui si invita il sindaco a “bandire dal territorio comunale iniziative promosse da partiti di ispirazione neofascista”. E c’è di più: “Basta perdere tempo con atti consiliari fotocopia, altrimenti valuteremo il divieto a presentare atti uguali”.

La conta dei voti: 19 contrari (maggioranza più Esposito di Forza Italia e Annuario di Fratelli d’Italia), 5 astenuti (Colagiovanni e Fasolino dei Popolari, Pascale della Lega, Sabusco di E’ ora e Giannantonio dei Cinquestelle) e 4 favorevoli, ovvero tre del Pd e il capogruppo della Lega Alberto Tramontano.

Impossibile non dare una lettura politica. Innanzitutto, tra i favorevoli compare Tramontano, che non ha mai avuto posizioni estremiste. Si è astenuto il collega di partito Alessandro Pascale. Come del resto l’esponente della maggioranza, il consigliere pentastellato Nicola Giannantonio.

È evidente che strascichi del passato, rancori mai sopiti, battaglie condotte reciprocamente e magari anche antipatie personali certificano al momento l’impossibilità di viaggiare sullo stesso convoglio come invece stanno provando a fare i segretari nazionali Conte e Letta. Ma anche a livello regionale, col dialogo intrapreso a partire dalle elezioni del sindaco di Isernia, Piero Castrataro. Una sorta di idiosincrasia che mette a repentaglio future e auspicabili, dagli stessi partiti di appartenenza, patti futuri.  fds

commenta