Sos camici bianchi

Pronto Soccorso, i professionisti della sanità fuggono e non vengono rimpiazzati. “Non c’è ricambio generazionale”

Un vero e proprio allarme viene lanciato dall’associazione di rappresentanza dei medici e degli infermieri del Pronto Soccorso e del 118 (la Simeu) che parla di una carenza in Italia di circa 4.000 medici e 10.000 infermieri di Pronto Soccorso e 118. In Molise non va meglio e nonostante il concorso bandito si rischia una grave situazione, specie allorquando finirà l'emergenza Covid e i medici assunti temporaneamente per questa (leggasi medici venezuelani, per quanto riguarda gli ospedali molisani) andranno via

L’emergenza ‘camici bianchi’ è sempre più centrale per capire come poter ridisegnare la sanità del futuro. Dentro questa emergenza – nazionale ma in particolare molisana – ce n’è un’altra che riguarda nello specifico i Pronto Soccorso, il primo fronte su cui si combatte la battaglia delle emergenze-urgenze nei nosocomi. L’associazione di rappresentanza dei medici e degli infermieri del Pronto Soccorso e del 118 (la Simeu) proprio martedì scorso ha inscenato una protesta per dire che la perdita dei professionisti ha ormai raggiunto livelli massimi e che, in definitiva, il limite è superato.

I dati – nazionali – sono inquietanti e anche quelli molisani sono tutt’altro che beneauguranti. Lo spiega il dottor Gianfranco Totaro, in servizio presso l’ospedale San Timoteo di Termoli. “8 medici ammessi a partecipare per i 20 posti messi a concorso a tempo indeterminato dalla Asrem, ma probabilmente ancor meno arriveranno a vincere e soprattutto ad accettare l’incarico”. Già, perché presentare l’istanza per partecipare a un concorso non è garanzia di nulla. Come sovente è accaduto per l’azienda sanitaria molisana, molti dei partecipanti non hanno preso poi parte alle procedure concorsuali oppure, dopo averlo fatto aggiudicandosi il posto, hanno deciso di non prendere effettivamente l’incarico.

Un ‘nulla di fatto’, dunque, che rischia di verificarsi ancora. “Questo significa che probabilmente la situazione dei Pronto Soccorso – continua il dottor Totaro – continuerà ad essere allarmante almeno per altri 2 anni, ancor più se finirà l’emergenza Covid che sta permettendo al momento l’uso di medici (anche non specializzati e i “venezuelani) in deroga alle norme e non potranno essere rinnovati i contratti con l’aggravante che potranno mancare ancora altri medici per sopraggiunto pensionamento”.

Il problema – evidenziato dalla Simeu – è giustappunto lo scarso appeal dei Pronto Soccorso da cui fuggono i professionisti della Sanità per i rischi che lavorarci comporta. Il disagio viene confermato quasi ogni giorno dalla scelta dei molti che accelerano percorsi in uscita, prediligendo nuovi ambiti di lavoro e specialità o scivoli pensionistici. Dunque “il ricambio generazionale non è più assicurato: la scarsa attrattiva che la disciplina ha sui giovani laureati è stata evidenziata da una Scuola di specialità che registra abbandoni, di anno in anno superiori, e borse di studio non assegnate”, così Simeu.

Questo lo spaccato: oggi si registra in Italia una carenza di circa 4.000 medici e 10.000 infermieri di Pronto Soccorso e 118I concorsi vanno deserti non solo in Molise ma in tutte le regioni italiane con contestuale abbandono dei professionisti. “Il 50% circa delle Borse di Studio della Specialità di Emergenza Urgenza – spiegano – non sono state assegnate nell’anno accademico 2021/22, per disinteresse dei neolaureati. Simeu segnala il 18% di abbandoni di studenti nell’anno accademico 2020/21”.

Si profilano problemi anche – visto il contesto generale – per i Pronto Soccorso della regione Molise, territorio notoriamente scarsamente attrattivo per i medici. Per quei professionisti che ci sono, figuriamoci per quelli che mancano.

Fuga dei medici dagli ospedali molisani: banditi concorsi col rischio di andare deserti e il privato “tira” di più

È un allarme senza precedenti. Così è a rischio la tutela universalistica del nostro sistema sanitario. Chi si reca in un Pronto Soccorso è in una situazione di urgenza (sebbene sull’inopportunità di recarsi in ospedale ci sarebbe un altro capitolo da scrivere, ndr) e se chi ci lavora è in condizioni di stress profondo con turni massacranti, se il reparto è sotto-organico e se – altro problema con cui i camici bianchi fanno i conti – i professionisti sono terrorizzati dalle denunce e costretti a costose coperture assicurative, ben si capisce la gravità della situazione.

La conclusione amara di Totaro: “Dire che la situazione è drammatica risulta essere un eufemismo”.

commenta