Il massacro della sanità

“Ospedali di Termoli e Isernia con 4 reparti”: anche il Pd dichiara guerra al Piano sanitario e fa ricorso al Tar

Anche il Partito democratico si rivolge ai giudici amministrativi per fermare "il depauperamento degli ospedali previsto nel Pos 2019-2021 del presidente-commissario alla sanità Donato Toma". Le ragioni del ricorso, che sostiene quello della Casa dei diritti di Termoli, illustrate in una conferenza stampa dal segretario dem Vittorino Facciolla, dal capogruppo in Consiglio regionale Micaela Fanelli e dall'avvocato Laura Venittelli. "La Corte Costituzionale ha stabilito che quello alla salute è un diritto primario, inviolabile. Contestiamo il decreto Balduzzi e al Tar Molise chiediamo di sollevare la questione della legittimità costituzionale". 

Anestesia, Chirurgia, Ortopedia e Medicina, oltre al pronto soccorso. Quattro reparti in ciascuno dei due ospedali – quello di Termoli e quello di Isernia -, rispettivamente punto di riferimento nel Basso Molise e in provincia di Isernia. E’ quanto prevede il Programma operativo sanitario 2019-2021 adottato dal presidente e commissario alla sanità Donato Toma. In pratica “due ospedalicchi“: la definizione di Laura Venittelli, esponente del Pd e avvocato che cura il ricorso che i dem hanno deciso di presentare ai giudici amministrativi.

E’ l’ennesimo ricorso che si cala all’interno dell’ampio schieramento che ha unito anche i sindaci delle principali città molisane (Campobasso, Isernia, Larino e Guglionesi) che si sono rivolti al Tar Molise. Dalla costa fino a Venafro (ieri il consigliere di partecipazione Democratica Stefano Buono ha annunciato un altro ricorso, ndr) la mobilitazione per fermare il Pos 2019-2021 è eterogenea.

Per noi era un atto dovuto, non potevamo restare silenti rispetto alla scelta di Donato Toma – spiega il segretario dem Vittorino Facciolla in conferenza stampa – dal momento che questo Piano operativo comporta un’ulteriore diminuzione delle specialistiche nell’ambito dell’offerta sanitaria regionale sia nell’ospedale hub di Campobasso che nei due ospedali spoke di Isernia e Termoli, dove vengono cancellate tutte le specialistiche che erano state previste nel Pos 2015-2018. Ma sono depotenziati anche i presidi di Larino e Venafro e le tredici Case della salute definite a bassa intensità”.

Il segretario regionale del Pd rimarca la differenza rispetto al Piano operativo approvato dall’ex commissario Paolo di Laura Frattura, ex capo della giunta regionale di cui lo stesso Facciolla era vicepresidente: “Agli occhi dell’opinione pubblica Frattura ha favorito la sanità privata. In realtà chi governa fa scelte anche in ragione della storicizzazione e delle scelte fatte da altri. È noto che in questa regione ci sono dei soggetti privati – ossia Neuromed e Cattolica (il Gemelli Molise, ndr) – che erogano servizi di qualità da 25 anni. Quindi era chiaro che non si poteva non non tenerlo in considerazione. Proprio col governo Frattura c’è stata una piccola inversione di tendenza: ha diminuito il finanziamento a favore del privato. Nel 2012 l’offerta sanitaria regionale, su un budget di 500 milioni per la sanità, ne erogava 107 al privato. Parliamo di un 30%. Mentre nel 2017, su un budget di 600 milioni di euro al privato ne sono stati assegnati 107. Quindi c’è stata una diminuzione del 10% del finanziamento a favore del privato con un riequilibrio a favore del pubblico”.

Entra nei dettagli del ricorso che sostiene (o meglio come si dice tecnicamente è ad adiuvandum), quello della Casa dei diritti di Termoli, l’avvocato Laura Venittelli che parla di scelte scellerate. Il ricorso al Tar è stato presentato contro il Ministero della Salute, contro il Ministero dell’Economia e finanze, Consiglio dei Ministri e contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Non è un ricorso di partito, ma un ricorso della gente”, scandisce l’avvocato che parla di “scelte scellerate del presidente Toma e del decreto Balduzzi che non consente il diritto alle cure”. Laura Venittelli cita una sentenza della Corte Costituzionale della scorsa estate 2020, estensore l’attuale ministro Cartabia, che “ha riconosciuto che quello alla salute è un diritto primario, inviolabile. Contestiamo il decreto Balduzzi e al Tar Molise – incalza – chiediamo di sollevare la questione della legittimità costituzionale”.

Il ricorso sarà discusso il prossimo 1 dicembre. Ma il primo round ci sarà già fra qualche giorno: mercoledì 17 novembre al Tar Molise dovrebbe iniziare la discussione sui primi ricorsi promossi.

Infine c’è un’altra ‘guerra’ da combattere: il perimetro di lotta è delineato da Micaela Fanelli. “Bisogna fermare il nuovo decreto Balduzzi che è peggiorativo rispetto alla prima versione che ha già peggiorato l’offerta sanitaria regionale”, sottolinea. Nel ‘disastro’ il capogruppo dem in Consiglio regionale cita anche la stabilizzazione del personale sanitario che ha lavorato nell’emergenza covid previsto in Finanziaria: “Il Molise ne è escluso perchè ha impiegato personale a partita Iva”.

Infine, i controlli del green pass del personale sanitario dopo l’emblematico caso che ha coinvolto il dottor Germele. La Fanelli ha presentato un’interrogazione per capire se la filiera del controllo presenta qualche falla. Una disattenzione che il sistema sanitario regionale non può permettersi.

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