I primi dati confermano

Varianti, la Delta+ non è in Molise. Ma sono tante le mutazioni del virus in circolazione

Da ottobre ai primi di novembre sono stati sequenziati circa 100 tamponi (altrettanti sono in corso) ma la variante Delta+ non è stata al momento individuata. Nondimeno sono diverse le sottovarianti della Delta in circolazione e responsabili dell'infezione.

La variante Delta+ del Sars-Cov-2 non sarebbe ancora arrivata in Molise ma sono tante, molte più di quel che si possa immaginare, le sotto-varianti della Delta (la variante originaria, che ha soppiantato le altre a partire da quella cosiddetta inglese) individuate.

I dati non sono ancora ufficiali ma nel mese di ottobre e fino ai primi giorni di novembre il laboratorio di Biologia molecolare del Cardarelli (quello dove si processano tutti i tamponi molecolari della regione, ndr) ha sequenziato più di 100 ceppi relativi alle nuove diagnosi e altrettanti sequenziamenti sono tuttora in corso. Finora della Delta Plus non c’è traccia.

È un lavoro a ciclo continuo perché ancora oggi l’attività di sequenziamento è oltremodo importante, e l’Istituto superiore di Sanità chiede a tutti i laboratori delle varie regioni italiane di continuare a farlo per monitorare la situazione del virus. Non tanto per appurare la presenza eventuale di una variante accreditata di avere una maggiore infettività quanto probabilmente per condurre uno studio di efficacia del legame con l’anticorpo stimolato dal vaccino anti-Covid. Perché è chiaro che la partita non è affatto conclusa, sebbene i vaccini abbiano segnato punti preziosi a favore della nostra battaglia all’insidioso virus.

Ebbene, il report ‘atteso’ sugli ultimi sequenziamenti non c’è ancora. Ma i dati ‘grezzi’ parlano dell’assenza della variante Delta+, presente ormai in tante regioni italiane e che si teme sia responsabile (non da sola, ma insieme alle nuove circostanze, in primis l’arrivo del freddo) dell’aumento di contagi che sta preoccupando l’Europa e l’Oms.

L’Italia, lo ripetiamo, non è nella stessa situazione dei Paesi più o meno vicini (Germania, Romania, Russia per fare alcuni degli esempi più citati) e questo perché – insieme a Spagna e Portogallo – ha le percentuali più alte di popolazione vaccinata. Al momento l’84.5% degli italiani ha completato il ciclo vaccinale e quasi l’87% ha ricevuto la prima dose. Ma ora, oltre a convincere gli indecisi (sui no-vax oltranzisti c’è poco da sperare), bisogna spingere – come ha deciso il Governo e il suo Ministero per la Salute – sulle dosi aggiuntive (terze dosi) che rinnovano la memoria immunitaria e costituiscono un’arma importante in questa nuova fase, meglio nota come quarta ondata. Dal 1 dicembre nel nostro Paese la data per partire con le terze dosi relativamente a chi ha tra i 40 e i 60 anni è stata anticipata al 22 novembre, e in Molise da oggi sono attive le prenotazioni sulla piattaforma web.

Ci sarà poi un’altra partita dirimente, quella della vaccinazione dei bambini tra i 5 e gli 11 anni (attualmente non vaccinabili). A fine mese dovrebbe arrivare il via libera dall’Agenzia Europea del Farmaco (l’Ema) ma è chiaro che non basterà l’ok dell’ente regolatorio ma è fondamentale in questo senso una campagna comunicativa che convinca – con le ‘armi’ della scienza – i genitori a sottoporre i propri figli alle vaccinazioni.

Dunque in Molise, dove è a freno l’incidenza dei contagi sebbene l’aumento di casi ci sia stato, la temuta A.Y.4.2 pare non esserci ancora. Nondimeno sono tantissime le sotto-varianti della Delta individuate. Nomi difficili da comprendere ma che per gli esperti sono AY.39, AY.4, AY.43, AY.44, AY4.5, AY.46.2 ecc.

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