Tra stress e rischio denunce

Fuga dei medici dagli ospedali molisani: banditi concorsi col rischio di andare deserti e il privato “tira” di più

La vera emergenza di questo periodo in Molise non è il covid, né la cosiddetta quarta ondata che al momento registra numeri oltremodo contenuti sul fronte delle ospedalizzazioni. Il problema semmai è la fuga dei camici bianchi dagli ospedali, spesso verso il privato (come il Gemelli Molise) che offre condiizoni di lavoro meno stressanti. Ieri il problema è stato affrontato anche durante la conferenza dei Sindaci col capo segreteria del ministro Speranza.

La vera emergenza di questo periodo in Molise non è il covid, né la cosiddetta quarta ondata che al momento registra numeri oltremodo contenuti sul fronte delle ospedalizzazioni. Il problema semmai è la fuga dei camici bianchi dagli ospedali. Tra stress, rischio denunce, scelta di orientarsi su mete professionalmente più allettanti, il risultato è che in poche settimane ben dieci dirigenti medici – la maggior parte assunta a tempo indeterminato – hanno lasciato i nosocomi della sanità pubblica.

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Ai tre anestesisti di cui abbiamo dato notizia nei giorni scorsi si sommano infatti altri 10 dirigenti medici che nel corso delle ultime settimane hanno presentato le dimissioni. Sono due pediatri del Cardarelli, due psichiatri del Centro di Salute Mentale di Campobasso, un patologo del centro trasfusionale di Campobasso. Criticità anche a Isernia, dove il Veneziale è l’ospedale con un miglior rapporto di forza/lavoro fra tutti. Qui sono andati via un radiologo e un ortopedico e, anche in questo caso, due psichiatri. Si è dimesso anche un dirigente di Medicina interna del Caracciolo di Agnone. “Il mercato del lavoro, perché di mercato si tratta – ha spiegato il direttore generale Oreste Florenzano alla Tgr Rai – offre questa possibilità, e cioè di operare scelte di trasferimento che sono del tutto legittime. Resta il fatto che con i numeri talmente risicati di medici del Molise se questo avviene ci troviamo in difficoltà”.

La Asrem le sta provando tutte per correre ai ripari, ma non è facile. Sono una sessantina i concorsi banditi in pochi mesi, molti dei quali sono andati deserti. Al momento l’opera di “reclutamento” è al massimo storico, con diverse posizioni aperte, quasi tutte a tempo indeterminato. Tra i concorsi ci sono anche quello di primariato per cardiologia e chirurgia generale e per anestesia e rianimazione.

Una criticità posta anche all’attenzione di Massimo Paolucci, Capo Segreteria del Ministro della Salute Roberto Speranza, che in forma telematica ha incontrato i sindaci del Molise riuniti in Conferenza per tramite dell’onorevole Antonio Federico.

“Abbiamo posto all’attenzione del nostro interlocutore tutte le criticità del sistema sanitario regionale, partendo dalla carenza di medici per le assunzioni, fino ad arrivare alla disponibilità dei punti 118 sul territorio molisano – ha fatto sapere il presidente della Conferenza Daniele Saia, sindaco di Agnone -. Abbiamo rimarcato la necessità di mantenere in funzione gli 11 punti presenti, evitando che il loro numero decresca ad 8”.

Si è discusso anche del nuovo decreto ministeriale, il D.M. 71, che andrà a ridisegnare l’assetto sanitario, e della previsione del Governo di stanziare fondi per migliorare il quadro sanitario molisano. “Abbiamo chiesto con forza di dare ai nostri territori la possibilità di rialzarsi e di lasciarsi alle spalle l’incubo sanitario che ci attanaglia da ormai 12 anni. È stato ribadito come non sia possibile affrontare con gli stessi metodi generali situazioni profondamente eterogenee dal punto di vista territoriale”. Chissà. Di sicuro, prima di arrivare a una non scontata risposta positiva in questa direzione, saranno necessari nuovi confronti con la struttura.

Intanto c’è il problema dei medici che mancano e dei concorsi che spesso vanno deserti. Un cruccio che genera disservizi e servizi essenziali a singhiozzo, che il Molise condivide con molti territori italiani. Il ricambio generazionale non è più assicurato e inoltre le condizioni di lavoro attuali dei medici e degli infermieri del servizio pubblico non consentono di avere i giusti e necessari tempi di riposo, di recupero psico-fisico e di spazio da dedicare alla formazione e agli aggiornamenti professionali. A volte il privato diventa, da questo punto di vista, più appetibile. Non è un caso evidentemente che due anestesisti andati via dal Cardarelli sono in procinto di prendere servizio al Gemelli Molise, come sostengono insistentemente le voci di corsia.

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