Shock alimentare

Dopo luce, gas e carburante anche il pane costa di più: “Costretti per i rincari sulla farina”. E a Natale ‘mazzata’ sul panettone

Il forno Mystic di Campobasso ha comunicato ai suoi clienti gli aumenti sul prezzo del pane "per i rincari sulle materie prime". Le spese per l'energia e il costo record del grano alla base del prossimo salasso sui consumatori che in queste settimane iniziano a prendere confidenza coi prezzi ritoccati. Stessa sorte anche per pasta, carne, latte, frutta e verdura. E a Natale pagheremo di più anche il panettone.

Si avvisa la gentile clientela che a causa dell’aumento delle materie prime i costi dei nostri prodotti, a partire dal 2 novembre, subiranno degli aumenti. Confidando nella vostra comprensione, ci scusiamo per il disagio.

E’ l’annuncio apparso qualche giorno fa sulla porta d’ingresso del panificio Mystic di via Tiberio, a Campobasso.

Il forno della famiglia Corsilli è solamente uno dei tanti in città ad aver aumentato i prezzi: dal pane alla pasta, dalla pizza ai panettoni (e lo vedremo il prossimo Natale quando già si stima un aumento di almeno il 10 per cento) si registrano rincari provocati, in prima istanza, dai prezzi record del grano e poi dal caro bollette e dai costi per il trasporto.

Secondo una recente indagine della Fao (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) i prezzi globali delle derrate alimentari sono aumentati del 33 per cento rispetto a settembre dell’anno scorso. E non si erano registrati prezzi del cibo tanto elevati dal 2011, un anno significativo per alcuni paesi come Egitto e Libia dove furono proprio i rincari del pane a fare da scintilla alle Primavere arabe.

Siamo di fronte a un vero e proprio shock alimentare, ma da cosa dipende? Perché, da mesi, le quotazioni del grano sono arrivate a livelli così elevati?

In un interessante articolo del Sole 24 Ore la spiegazione è da ricercare nel clima avverso che ha guastato i raccolti e nei costi produttivi che corrono, pensiamo ad esempio al gasolio per i trattori. Insomma, ancora una volta il cambiamento climatico sta condizionando la vita di tutti noi già alle prese con difficoltà legate alla pandemia, al lavoro che manca, agli aumenti di luce, gas e benzina. E poi c’è la politica internazionale e la scelta di alcuni paesi esteri di limitare le esportazioni.

pane

“Da 15 anni il prezzo del nostro pane è rimasto invariato – ci racconta Mariella, la figlia del panettiere – ma per poter conservare la stessa qualità qualche ritocco ai prezzi è stato inevitabile”.

Neppure la pandemia, che ha indubbiamente condizionato le piccole attività di famiglia come quelle del panificio Corsilli, è stata capace di provocare i rincari che proprio in queste settimane i consumatori finali stanno notando facendo la spesa.

“Qui da noi la classica pagnotta di pane di grano duro è passata da 2,50 euro a 2,80. Lievemente più elevato l’aumento per i pani speciali, tra i 30 e i 50 cent, giacché anche le farine speciali costano di più a noi produttori rispetto a quelle bianche (grano tenero e grano duro per intenderci)”.

Un esempio su tutti: il grano duro è salito tra il 45 e il 50 per cento, se prima per 1 chilo di farina servivano 55 centesimi ora ne occorrono 96.

“E poi sono saliti i costi per l’energia e anche quelli della benzina che ci schiacciano due volte: sia quando i fornitori ci portano le materie prime sia quando mio padre, come distributore, rifornisce di pane altre attività col nostro furgoncino”.

pane

Ecco perché dopo 15 anni anche Mystic ha aumentato il prezzo di quello che è considerato a tutti gli effetti un bene di consumo, forse IL bene di consumo per eccellenza, utile a misurare il reddito di una popolazione. Purtroppo non sarà l’unico: anche i prezzi di carne, latte, frutta, verdura, olio e ovviamente pasta stanno aumentando.

Se questo poi dipenda realmente dall’andamento del prezzo del grano è da vedere. Le quotazioni dei prodotti agricoli – come faceva sempre notare Il Sole 24 Ore – sono ormai sempre meno legate all’andamento reale della domanda e dell’offerta. E questo forse spiega perché 1 chilo di pane costa quasi 5 euro a Bologna e meno di 2 euro a Napoli.

Il prezzo del grano è fuori controllo e il pane costa sempre di più: rischio rincari fino al 30%

 

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