L'Ospite

L'ospite

Dio ha tempo per noi

di don Mario Colavita

dio crea il tempo mosaico

Tutti diciamo di non avere tempo! Ma è vero? Oggi tutti corrono: appuntamenti, eventi, feste, compleanni, sport, cinema, lavoro… siamo diventati come pazzi scatenati, non ci fermiamo un attimo. Schegge impazzite che vagano nel tempo e nello spazio di una società che non sa più aspettare e attendere, non sa più cosa può significare il silenzio e la quiete.

Iniziamo oggi, con la prima domenica d’Avvento, un nuovo anno liturgico. Questo fatto ci invita a riflettere sulla dimensione del tempo, che esercita sempre su di noi un grande fascino.

La Chiesa, però, nella sua liturgia ci propone e ci invita a qualcosa di buono e di sano, ci invita ad accogliere il dono di Dio: il tempo. Si, Dio ha tempo per noi e non facciamo finta che non è così. Il tempo è creatura di Dio e Dio ci dona il tempo perché noi possiamo stare bene e tranquilli.

E da una parte noi abbiamo sempre poco tempo per Dio dall’altra Dio ci dona il suo tempo e il tempo noi lo contiamo a partire dalla incarnazione e nascita di Gesù.

Il tempo di Dio nella storia, diventa storia di salvezza e di alleanza. In questa prospettiva, il tempo è già in se stesso un segno fondamentale dell’amore di Dio: un dono che l’uomo, come ogni altra cosa, è in grado di valorizzare o, al contrario, di sciupare di cogliere nel suo significato, o di trascurare con ottusa superficialità.

Ricordo sempre una bella canzone di Branduardi che dice: “no, non perdetelo il tempo ragazzi/
Non è poi tanto quanto si crede/Non è da tutti catturare la vita/Non disprezzate chi non ce la fa.
/Vanno le nuvole coi giorni di ieri/. Guardale bene e saprai chi eri/ è così fragile la giovinezza
Non consumatela nella tristezza/. Dopo domenica è lunedì”.

Il tempo di Avvento dice attesa, preparazione, vigilanza, speranza. Attendere è voce del verbo amare, ricorda il vescovo don Tonino Bello, è il verbo degli innamorati. E gli innamorati si attendono, si aspettano, perché non riescono a stare uno senza l’altro.  Il tempo dell’Avvento è per sua essenza il tempo dell’attesa, un tempo di innamoramento forte per prepararsi all’incontro con l’Amore che si fa carne, che si fa uomo, Gesù, l’Emmanuele, il  Dio con noi.

Attendere poi è il verbo dell’ascolto. È lasciarci prendere il cuore e la mente da quelle parole d’amore, è lasciarci conquistare dalla Parola d’amore.

Nelle letture di questa domenica prima d’Avvento c’è il segreto della pazienza e della speranza di Dio che va ridata in gesti di speranza e di fiducia. Bella l’espressione e l’invito di san Paolo crescere nell’amore. Dinanzi a Gesù che viene il vangelo di Luca ci insegna a non appesantirci ad essere leggeri a rendere il cuore e la mente desiderosi di ciò che ci fa bene e ci aiuta a vivere felici. Da qui il caldo invito a vigilare nella preghiera per avere forza di accogliere Gesù che viene.

L’Avvento è un tempo per lavorare su di noi, nel nostro interiore, fermarci e riflettere sul senso della nostra vita di credenti, sulla chiesa… è un tempo buono per dare significato al nostro camminare verso il Signore che viene. Maranathà, vieni signore, Signore vieni!

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