Il caso a larino

Detenuto non rientra in carcere dopo permesso premio, la direttrice smentisce le tre evasioni: “Eventi rari, la misura funziona”

Il sindacalista Aldo Di Giacomo parla di tre evasi in pochi giorni e un aumento del 40% in due anni ma Rosa La Ginestra smentisce: "La settimana scorsa un unico caso, statisticamente succede ma sono numeri bassissimi. E il penitenziario non è in sovraffollamento"

È uscito dal carcere grazie a un permesso orario e non è più rientrato. Si tratta di un detenuto del carcere di Larino che dalla settimana scorsa risulta ricercato dalle forze dell’ordine. Il suo caso non è certamente il primo ma fa gridare allo scandalo il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo secondo il quale sarebbero “tre i detenuti evasi dal carcere fra Campobasso e Larino nelle ultime due settimane”. Poco dopo ha rettificato scrivendo di “due non rientrati dai permessi a Larino e due evasi dai domiciliari a Campobasso e Trivento”.

A prescindere dal fatto che gli arresti domiciliari non sono competenza dei penitenziari, il dato non trova riscontro però nelle parole della direttrice della casa circondariale frentana, Rosa La Ginestra. “Ce ne sono stati altri in passato ma non tre nelle ultime due settimane. La settimana scorsa un detenuto non è rientrato, la polizia se n’è accorta ancora prima che l’orario di rientro scadesse e ha avviato le ricerche” fa sapere la direttrice del penitenziario. Il detenuto evaso risulta quindi ancora latitante.

Come detto in passato era già avvenuto ma secondo Rosa La Ginestra sono eventi rari. “Bisogna considerare che noi a Larino abbiamo 12-13 persone in permesso ogni due mesi secondo quelle che sono le disposizioni del Magistrato di Sorveglianza. I detenuti usufruiscono di 45 giorni l’anno di permesso che si distribuiscono secondo le loro esigenze”.

Ma se per Aldo Di Giacomo “la percentuale dei detenuti in permesso premio che non tornano in carcere è aumentata del 40% gli ultimi due anni”, per Rosa La Ginestra “questo sistema funziona, anche se statisticamente può capitare che qualcuno non faccia rientro in carcere”.

A proposito dell’annoso problema del sovraffollamento delle carceri molisane, la direttrice evidenzia che “in questo momento siamo leggermente sopra la capienza ma non in sovraffollamento, le condizioni sono vivibili”.

Di recente tuttavia sono aumentate le custodie cautelari agli arresti domiciliari per le persone arrestate in Molise e i trasferimenti direttamente in penitenziari di altre regioni. “Questo sta succedendo perché abbiamo solo tre posti per l’isolamento covid che spesso sono occupati. Infatti quando qualcuno rientra dopo un permesso deve osservare 10 giorni di isolamento covid e i posti chiaramente sono limitati”.

commenta