Il punto

Contagi in crescita in Europa ma l’Italia si distingue. Il microbiologo: “Molti vaccinati, non prevedo evoluzione grave”

Cosa sta succedendo in gran parte d'Europa? E perchè l'Italia ne sembra risparmiata? Ne abbiamo parlato con il dottor Massimiliano Scutellà, del laboratorio di Biologia Molecolare del Cardarelli

La quarta ondata che sta investendo in pieno gran parte d’Europa sta risparmiando l’Italia e non è un caso. La percentuale di vaccinazione da noi viaggia verso il 90% della popolazione e l’aumento di contagi, seppure presente come dimostrano oggi anche i dati della Fondazione Gimbe, è contenuto ma soprattutto è ancora più contenuto, proporzionalmente, il tasso di ospedalizzazione.

Una conferma a ciò che da noi è stato ribadito nel tempo la fornisce anche il dottore Massimiliano Scutellà, microbiologo e direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare del Cardarelli, quello dove vengono processati e analizzati tutti i tamponi effettuati in Molise. “Il vaccino non protegge dalla possibilità di contagiarsi ma dalla malattia grave e dalla morte sì. E tutti i colleghi infettivologi che lavorano in ospedale, anche nel nostro, lo confermano”. Le persone contagiate da Sars-Cov-2 e che sviluppano la malattia Covid-19, presentando sintomi anche severi che nei casi più gravi vengono trattate in Terapia intensiva, sono persone non vaccinate.

Ecco alcuni dati ‘freschi’, forniti da fonti autorevoli, su quel che sta accadendo nel Vecchio Continente sul fronte della diffusione del contagio e sulle sue conseguenze. Il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, meglio noto come Ecdc, oggi come ogni giovedì ha fornito la mappa del contagio nei vari Stati europei. Eccola.

mappa ecdc europa 4 novembre

Questa invece era quella di appena una settimana fa.

mappa ecdc 28 ottobre

Evidente la progressiva espansione del contagio – i colori verde, arancio e rosso identificano proprio l’incidenza del contagio rispettivamente da un valore più basso a uno più alto –, con una cartina che si fa sempre più rossa. Il Molise, come si vede, continua a rimanere contrassegnato dal colore verde, colore che ormai permane solo in alcuni territori italiani e non più nel resto dell’Europa. Situazione che al contrario desta preoccupazione negli Stati dell’Est (Polonia, Russia, Bulgaria su tutte), dove la popolazione si è dimostrata oltremodo riluttante a vaccinarsi e comunque non è stata condotta una campagna informativa adeguata.

Proprio oggi l’Organizzazione mondiale della Sanità ha espresso le sue preoccupazioni per il Vecchio Continente e in Germania, in questa fase nell’occhio del ciclone sebbene in buona compagnia, ha fatto capolino l’espressione ‘pandemia dei non vaccinati’. Non vaccinati che sono circa il 30% della popolazione.

Perché – e qui ritorniamo al punto – il vaccino non è risolutivo nel prevenire le infezioni ma sommato ad altri comportamenti (mascherina e distanziamento e, perché no, Green Pass) crea un grosso argine alla trasmissione virale. E più la popolazione è vaccinata meno si ‘ingolfano’ gli ospedali. In Italia si è proprio in questa situazione, che anche il dottor Scutellà definisce al momento “assolutamente sotto controllo”.

massimiliano scutellà

Di oggi il consueto report della Fondazione Gimbe, che analizza appunto i dati italiani, relativi al periodo 27 ottobre-2 novembre. Questo il sunto del monitoraggio. Aumentano ancora in Italia i nuovi contagi da Covid-19 (+16,6%, anche se meno rispetto al precedente report) e i ricoveri (14,9%). S’inverte anche la tendenza delle terapie intensive che registrano un +12,9% di ingressi.

Per il microbiologo molisano la lieve tendenza all’aumento di contagi non deve però allarmare. Le valutazioni chiaramente sono in itinere e nel prossimo futuro si potranno fare ulteriori disamine sugli scenari che ci aspettano. Accettare un altro inverno con la pandemia sul collo, dopo oltre un anno e mezzo di convivenza con il ‘nemico’, non è certo facile. Ma va considerato che “un anno e mezzo per un virus non è un tempo così ampio”. Al di là di ciò, la tendenza all’equilibrio nel rapporto tra ospite (noi) e parassita (il virus) è decisamente in atto.

Tornando al contagio, per quanto riguarda la nostra regione, presto si avranno i risultati del sequenziamento dei tamponi di ottobre. Interrogato sul punto, il microbiologo non ha escluso l’ipotesi che venga identificata anche da noi, come successo in molte altre regioni, la nuova variante del coronavirus, la Delta Plus, o meglio la sub-variante AY.4.2. Qualora ciò avvenisse, non c’è da angosciarsi. “È una variante catalogata come ‘sotto investigazione’ e non ‘di preoccupazione’. È associata, è vero, a una maggiore velocità di trasmissione ma nulla che possa far pensare a una evoluzione così grave di infezione nei vaccinati da indurre a ospedalizzazione o a ricovero in rianimazione e decessi. Finora quello che si è osservato è che in ospedale viene ricoverato chi non è vaccinato o lo è ma presenta comorbilità che ne rendono più fragile l’organismo”.

L’Italia ha condotto la campagna vaccinale in maniera più efficace rispetto a tanti altri Paesi, che oggi infatti subiscono le conseguenze di questo ‘errore’. “Convincere gli scettici a vaccinarsi ora è la cosa più importante. Perché finchè ci sarà serbatoio per il virus ci sarà un allungamento dell’epidemia”, così il dottor Scutellà. Epidemia che oggi si appresta a vivere – in parte è già così – una fase delicata perché si avvicina la stagione invernale e con essa nuovi virus, in primis quello influenzale. “Mascherina e distanziamento adeguato non vanno affatto abbandonati ora”.

 

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