Esplode la crisi del latte

Caciocavallo e burrate molisane a rischio estinzione: prezzo a picco, 700 allevamenti chiusi

Esplode la 'crisi del latte': i costi di produzione superano di gran lunga i ricavi degli operatori del settore che chiudono e vendono gli animali. Gli allevatori, oltre a dover pagare i rincari del gasolio e delle materie per alimentare gli animali, non riescono nemmeno a far arrivare i loro prodotti al consumatore. Coldiretti lancia l'appello alla Grande distribuzione organizzata e incalza l'assessorato regionale all'agricoltura per trovare soluzioni

Due anni dopo la clamorosa protesta dei pastori sardi che gettarono in strada migliaia di litri di latte, riesplode quella che viene definita la ‘crisi del latte’. Costi di produzione troppo elevati rispetto ai prezzi corrisposti agli allevatori molisani: questo il ‘cuore’ del problema che mette in pericolo la sopravvivenza del settore.

Gli operatori del comparto trovano ostacoli perfino ad arrivare al consumatore finale: non riescono a far arrivare i loro prodotti nei supermercati. E quindi a vendere latte, mozzarelle, formaggi, burrate e stracciate. Strano a dirlo, visto che molte aziende molisane si trovano spesso ad alcune decine di chilometri da ipermercati e centri commerciali.

In questo scenario la filiera del latte in Molise sta vivendo un periodo nerissimo. Rischia l’estinzione. La Coldiretti Molise fa due calcoli: “In circa 10 anni, dal 2010 ad oggi, hanno già chiuso in Molise oltre 700 allevamenti bovini”. Gli allevatori chiudono e vendono gli animali. La nostra regione insomma potrebbe perdere nel giro di qualche anno non solo un segmento della propria economia, ma anche un’eccellenza della nostra gastronomia che sta facendo conoscere le aziende molisane in tutto il mondo.

L’Assessorato all’agricoltura guidato da Nicola Cavaliere dovrebbe convocare un apposito tavolo con i rappresentanti della filiera lattiero-casearia, dagli allevatori ai trasformatori, dai commercianti alla Grande Distribuzione Organizzata. L’obiettivo è trovare soluzioni per sostenere le produzioni regionali e offrire tutte le forme di supporto possibili a garantire la vendita dei prodotti lattiero-caseari locali e il giusto compenso agli allevatori: il prezzo del latte alla stalla non può in alcun caso andare al di sotto dei costi di produzione.

Nel frattempo, per provare a limitare i danni, Coldiretti Molise fa appello alla Grande distribuzione organizzata affinché prediliga sugli scaffali mozzarelle, burrate e formaggi molisani: “Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di aderire con atti concreti al patto etico di filiera, privilegiando negli approvvigionamenti sugli scaffali le produzioni lattiero casearie fatte con il latte molisano. Non c’è tempo da perdere – afferma Giuseppe Spinelli, Delegato Confederale di Coldiretti Molise – perché la situazione è critica”.

Il direttore generale Aniello Ascolese spiega il cortocircuito della filiera: “Il prezzo del latte alla stalla in Molise deve necessariamente essere al di sopra dei costi di produzione, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori”.

Dai campi alle stalle si impennano i costi di produzione per effetto dei rincari che hanno fatto quasi raddoppiare la spesa per le semine. Con l’emergenza Covid è aumentato il costo del mangime (dal mais alla soia) per gli animali. E’ quasi raddoppiato poi il costo del gasolio con cui vengono alimentati i mezzi meccanici con cui vengono svolte una serie di operazioni (come l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione) e i furgoni per il trasporto delle merci. E’ lievitato inoltre il prezzo dei prodotti fitosanitari, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne.

Occorre intervenire urgentemente per salvare quella che vogliamo chiamare la ‘Fattoria Molise’, dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà – incalza Coldiretti Molise – poco più di un migliaio di stalle per la produzione di latte, e circa 800 allevamenti da carne.

La drastica diminuzione degli allevamenti è stata causata principalmente del prezzo del latte, spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.

Quando una stalla chiude – conclude Coldiretti Molise – si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere molto spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado del territorio”.

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