Campobasso

Bufera alla casa di riposo, dopo il sindaco anche la dimissionaria del Cda ‘scarica’ il geriatra Dentizzi

Nominata due anni fa dal sindaco Gravina, ha lasciato l'incarico il giorno prima che volassero gli stracci tra il primo cittadino e il geriatra Mino Dentizzi. Mariarita Testa spiega le ragioni di questa scelta e lo fa confutando anche la versione data dall'ex presidente Dentizzi sulla discussa nomina del direttore della casa di riposo di via Delle Frasche.

A quasi una settimana dalle dimissioni dal Consiglio di Amministrazione della casa di riposo “Pistilli” di Campobasso, l’avvocato Mariarita Testa spiega i motivi della sua decisione.

Nominata due anni fa dal sindaco Roberto Gravina, è stata lei, assieme all’altro componente del Cda, Sergio Di Vico (espressione della famiglia Pistilli) a suggerire il nome del geriatra Mino Dentizzi per la presidenza dell’Azienda servizi alla persona (Asp) di via Delle Frasche.

Il nome che ha inizialmente trovato d’accordo il primo cittadino del Movimento 5 Stelle è diventato totalmente indigesto il 19 novembre scorso quando Gravina ha revocato l’incarico a Dentizzi che nella struttura per anziani rappresentava proprio il Municipio campobassano.

Le ragioni di questa rottura le abbiamo snocciolate in questi giorni: mancata nomina del direttore, scarsa trasparenza nelle decisioni e comunicazioni carenti persino durante il periodo del cluster del mese scorso. Ultima, ma non per importanza, la mancata rendicontazione dei soldi che il Comune dà ogni anno alla “Pistilli”.

Oggi l’avvocato Testa sembra sposare in pieno quanto contestato dal sindaco confutando la parziale versione fornita dall’ex presidente Dentizzi.

“Purtroppo – scrive l’avvocato – ho dovuto constatare che in questo lasso di tempo (gli ultimi due anni, ndr) non c’è stata la volontà di attuare gli indirizzi della nomina sindacale scaturenti da previsioni normative in quanto è mancata la sinergia sulla nomina del direttore, sulle azioni da mettere in campo per reperire ulteriori risorse, sulla rendicontazione all’ente comunale che è proprietario della struttura di via delle Frasche ed eroga un contributo annuo di circa € 62.000,00, nonché la comunicazione/condivisione delle iniziative da intraprendere durante il periodo del cluster”.

La ex componente del CdA parla correttamente, e non a caso, di “direttore” anche per sottolineare la differenza col direttore sanitario che è invece la figura di riferimento nelle Rsa tipo l’altra Pistilli di Campobasso, (quella di via Garibaldi), dove si curano anziani non autosufficienti e dove proprio Mino Dentizzi è il direttore sanitario. Dice anche che è mancata la volontà di procedere a questa nomina nonostante una assistente sociale che potesse ricoprire tale veste ci fosse nella casa di riposo (e questo lo ha detto proprio Dentizzi). Ma perché è mancata questa comunanza di intenti? Non c’erano soldi? C’era un modo per recuperare risorse e pagare il direttore (anche per alleggerire dalle responsabilità Dentizzi che sempre per sua stessa ammissione a Primonumero ha detto di essere stato per due anni il rappresentante legale senza intascare un centesimo)?

“La nomina di due rappresentanti del Comune di Campobasso nel CdA dell’Asp Don Carlo Pistilli – leggiamo ancora nella versione dell’avvocato Testa – seppur determinata da una valutazione dei curricula dei candidati, è pur sempre una nomina di fiducia che come designati abbiamo accettato espressamente con contestuale impegno alla nomina del direttore, a pena di decadenza, e all’invio della rendicontazione della gestione al sindaco p.t.. Nomina del direttore che, essendo responsabile della gestione dell’Asp Pistilli, ente pubblico senza scopo di lucro, struttura particolarmente complessa che necessita di un responsabile apicale, non può ricadere su professionalità prive di specifiche competenze finanziarie, tecniche ed amministrative, oltrechè di esperienza professionale nel settore gestionale. Natura giuridica che non consente, come per i soggetti privati, di nominare un soggetto non dotato di esperienza professionale e tecnica nell’ambito di riferimento”.

Detto in parole più semplici la Testa intende dire che l’assistente sociale ventilata dall’ex presidente Dentizzi (e mai nominata) non sarebbe andata comunque bene essendo, quella di via Delle Frasche, una azienda pubblica e non privata.

“Ben vero – aggiunge poi – che le risorse sono scarse e i costi eccessivi, ma la gestione della Pistilli, struttura di eccellenza nel settore, avrebbe potuto intraprendere azioni per aumentare le entrate; scelte che potevano essere giustificate dalla qualità dei servizi offerti”.

Infine, sull’aspetto della mancata rendicontazione al Comune: “La richiesta sindacale di invio della rendicontazione della gestione è del tutto legittima considerato che la Pistilli in parte gestisce soldi pubblici e il presidente p.t. ha l’obbligo statutario di riferire periodicamente all’amministrazione comunale l’andamento della gestione aziendale e lo stato di attuazione dei piani aziendali”.

Bocciata anche la scelta di non comunicare tempestivamente al sindaco della presenza di uno spaventoso focolaio epidemico di Coronavirus nella casa. “Circostanza particolarmente delicata che invece avrebbe richiesto una diversa sensibilità e un coinvolgimento di tutto il CdA che invece è mancato”.

“In definitiva, dopo due anni, dopo aver constatato l’impossibilità oggettiva di attuare gli indirizzi di cui all’atto di nomina e i conseguenti solleciti sindacali, la mancanza di comunicazione e/o di condivisione su questioni importanti della Pistilli, ho così deciso di rassegnare le dimissioni dal CdA della Pistilli in data 18 novembre 2021”.

Esattamente un giorno prima che Gravina ‘licenziasse’ il geriatra Dentizzi.

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