Il covid e le sue conseguenze indirette

Ambulatori pediatrici strapieni, classi decimate, bambini in ospedale: epidemia di bronchiolite

Diversi i casi già registrati anche in Molise dove gli studi medici sono super affollati di bambini e i posti letto in pediatria sono sempre pochi. Circolano prima del tempo insidiosi virus tra cui il sincinziale che è stagionale ed è una delle cause della bronchiolite che può portare persino alla morte tra i più piccini. Con la fine dei lockdown, il ritorno alla socialità e un generale abbassamento della guardia rispetto alle misure di prevenzione le malattie presenti prima della pandemia riconquistano il terreno perso. E lo stanno facendo sulla pelle dei bimbi che sono anche il bersaglio preferito dal Coronavirus, non essendo ancora protetti dalla vaccinazione.

Sono giorni durissimi ed estenuanti negli ambulatori pediatrici molisani. L’agenda dei medici dei bambini è fitta di appuntamenti a cui si aggiungono le visite urgenti dell’ultimo minuto. Responsabili dell’eccezionale affollamento nei loro studi sono delle brutte infezioni respiratorie che stanno colpendo anche neonati e bimbi sotto i 2 anni di vita.

Asili nido, scuole dell’infanzia e primaria sono già decimate, ma la Covid-19  non è responsabile, o meglio: non lo è in maniera diretta.

“Non ho mai visto nulla del genere – commenta il segretario regionale dei pediatri molisani, Donato Meffe – siamo pieni di visite da fare e i bambini presentano tutti sintomi come febbre, tosse e raffreddore”.

Di questa ondata eccezionale di casi (e se lo chiedete a qualunque pediatra di famiglia ve lo confermerà) ne avevamo già parlato alcune settimane fa. Con il ritorno a una vita sociale più intensa, in assenza di lockdown e lezioni a distanza (e forse anche per aver abbassato un po’ la guardia sulle misure precauzionali), si sta favorendo la diffusione di alcune forme virali che aggrediscono le vie respiratorie e che, per utilizzare una efficace metafora, stanno riconquistando il terreno perso l’anno scorso.

Non è raro neppure che i bambini finiscano al pronto soccorso per poi essere trasferiti in un reparto di pediatria che ha posti letto disponibili: ultimo, ma solo in ordine di tempo, un bimbo di pochi mesi arrivato stamattina al San Timoteo di Termoli perché al Cardarelli di Campobasso non c’era posto per ricoverarlo.

I letti ‘tagliati’ durante le precedenti ondate di Covid 19 non sono stati ancora ripristinati. E così accade che un bimbo del capoluogo finisca a Termoli o Isernia. Se nuovi posti letto verranno messi a disposizione dei piccoli pazienti (come ha garantito il dg Asrem, Oreste Florenzano) sarà certamente una buona notizia visto il dilagare delle bronchioliti causate, nella stragrande maggioranza di casi, dal virus sincinziale. Una crescita di casi di infezione di questo tipo si registra in molte altre città italiane, come riferiscono le cronache dei giornali locali.

Il virus sincinziale non è una novità per i pediatri, ma la bronchiolite che provoca può rivelarsi particolarmente insidiosa per i lattanti e portare alcuni di loro (come i prematuri, ma anche quelli nati con patologie importanti o immunodeficienze) finanche alla morte.

Altra particolarità che contraddistingue l’annata post – si fa per dire – Covid, è che il virus è arrivato da noi molto prima del solito. Già a ottobre c’era una certa preoccupazione, a fine novembre sembra esserci già un picco e forse non lo è neppure visto che il periodo di maggiore contagiosità è compreso tra novembre e aprile, con un boom nei mesi di gennaio, febbraio e marzo.

La conferma arriva anche dalla dottoressa Giulia Senese, in servizio proprio a Pediatria dell’ospedale di Termoli. Come altri medici specialistici del campo, ha notato che i bambini ricoverati sono spesso figli di madri non vaccinate. E non parliamo di mamme no vax, ma solo di mamme che non  hanno chiesto la somministrazione del preparato anti Covid-19 quando erano incinte e non lo hanno fatto neppure nei mesi immediatamente successivi causa allattamento.

La comunicazione di massa alle donne in attesa sulla vaccinazione sicura è arrivato solo recentemente. Tanto che neppure tra i ginecologi i pareri erano unanimi rispetto al periodo attuale in cui il consiglio a vaccinarsi è più diffuso. E questo spiega anche perché  la platea di bimbi con bronchioliti quest’anno è più vasta. Quelli di 1-2 anni che l’hanno scorso non hanno incontrato il virus, lo stanno facendo adesso, unendosi a quelli 0-1 anni che di consueto andava incontro a questa che è una problematica stagionale al pari dell’influenza. Altra conseguenza indiretta del Covid è avere a scuola (in presenza e non molto meno in dad rispetto ai due ultimi anni scolastici) fratellini e sorelline che ‘riportano’ letteralmente a casa le infezioni virali.

In questa situazione, con i pediatri stremati, ci si appresta ad affrontare la quarta ondata del Coronavirus che ha puntato il suo mirino dritto dritto sui più piccini, quelli meno protetti perché ancora non vaccinati.

 

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