Il ricordo

Addio a Riccardo Di Fabio, un vero molisano d’Australia. Quando il suo negozio era l’antidoto contro la nostalgia

Originario di Castellino del Biferno, si era fatto un nome come sarto ad Adelaide, dove si era speso per l'associazione dei molisani del South Australia e si era fatto voler bene ovunque

Il suo negozio lungo Pulteney Street, a poche centinaia di metri dalla centralissima Victoria Square di Adelaide, era il luogo di ritrovo per molisani e amici di molisani, giovani appena arrivati dall’Italia e pensionati che amavano trascorrere lì qualche ora per chiacchierare, alla maniera degli italiani. “Vengono qua, si fanno un caffè. Fanno tutto loro” diceva sorridendo lui, ago e filo in mano, sempre intento a cucire vestiti su misura. Già perché Riccardo Di Fabio, 76 anni, era “the best tailor in town”. Ora che non c’è più, Adelaide perde un pezzo della sua storia recente e il Molise uno dei suoi figli all’estero più fieri delle loro origini.

Qualcuno l’aveva definito ‘The best tailor in Australia’, come se Adelaide non fosse abbastanza. Ma oltre alla maestria nel lavoro da sarto, Riccardo Di Fabio era molto altro. Molisano di Castellino del Biferno, cresciuto fra il paese natìo e Petrella Tifernina, era emigrato presto nel South Australia per seguire i fratelli, negli anni Sessanta.

Ben presto si era integrato anche a migliaia di chilometri di distanza. Troppo facile per uno col suo carattere. Loquace come pochi, curioso, scherzoso e divertente, amante della bella vita e dello stare insieme. Era capace di ‘attaccare bottone’ (forse non a caso, essendo un sarto), con chiunque gli passasse di fianco.

Si è sposato due volte, ha avuto tre figlie, ha amato la vita senza risparmiarsi mai. Sul lavoro, proseguito negli ultimi anni anche nella ‘sua’ Norwood, elegante sobborgo della capitale sud australiana, ma soprattutto nella vita sociale.

Era un grande sostenitore del club calcistico dei Blue Eagles, una volta chiamati Azzurri come il Napoli, ma il suo cuore calcistico batteva per la Roma di Totti. Da grande appassionato di sport ha condotto per anni diverse trasmissioni radiofoniche per italo-australiani nelle quali era capace di passare da una sconosciuta canzone del Dopoguerra a un’intervista ai ciclisti professionisti impegnati nel Tour Down Under.

Nel retro della sua bottega aveva la macchina del caffè e comprava sempre prodotto molisano. Anche se amava particolarmente frequentare il “Caffè Buongiorno” di Norwood dove trovava sempre qualcuno con cui chiacchierare. Perché lo stile di vita italiano gli era rimasto dentro. Anzi, era talmente attaccato all’Italia che in famiglia si ostinava a parlare italiano a chi gli si rivolgeva in inglese.

riccardo di fabio molisani d'australia

Non ha mai dimenticato le sue origini. Con la sua irrefrenabile voglia di fare aveva messo su con altri corregionali l’associazione dei molisani del South Australia ed era stato capace di cucire i rapporti con i molisani sparsi nell’enorme Paese dei canguri, dando vita alla Federazione dei molisani d’Australia (qui sopra in foto con Serafino Maglieri), riuscendo a ricreare un legame con quella regione che aveva lasciato da ragazzino ma dove voleva tornare per un’ultima volta l’estate prossima.

Il Molise era sempre nei suoi pensieri: “Devi andare a Castellino, là c’è una ragazza che fa per te” ripeteva via Skype o Whatsapp nelle ultime telefonate con chi scrive queste righe. Grazie a lui, qualche anno fa, è stato dato alle stampe il libro ‘Due terre Un cuore’, raccolta di interviste ai molisani d’Australia. Fra le tante storie anche la sua, che resta una testimonianza diretta e profonda.

riccardo di fabio molisani d'australia

Per tanti ragazzi giunti con l’ondata di emigrazione dell’ultimo decennio è stato un punto di riferimento. “C’è un ragazzo che cerca lavoro, ha qualcosa che fa per lui?” domandava a clienti, amici, conoscenti. Una capatina al suo negozio era un balsamo contro la homesickness, la nostalgia di casa che attanaglia tutti gli emigranti. Perché essere in quel negozio era come stare a casa. A differenza di tanti altri italiani all’estero aveva preferito spendersi per gli altri invece che cercare di fare fortuna a tutti i costi. E chissà forse è stato anche per questo che ha avuto una vita piena. Inarrivabile altruismo ma anche grande simpatia: un vero molisano.

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