Il destino dell’infrastruttura che dal Liscione porterà acqua alla provincia di Foggia, l’opera idrica più discussa degli ultimi mesi, non è più scontato. Un tema sentito, discusso anche aspramente, da anni. Almeno venti per la precisione. La questione dell’acqua che il Molise dovrebbe fornire alla Puglia vive un altro capitolo. Il 5 novembre, infatti, se n’è parlato al Ministero dell’Agricoltura. Nello specifico, si è discusso del possibile “surplus” di risorse idriche che il Molise avrebbe e potrebbe traghettare alla regione limitrofa. Ma il tema è complesso e merita approfondimenti.
Se n’è parlato oggi in Consiglio regionale a distanza di alcuni mesi: lo scorso febbraio la Giunta venne sollecitata sulla questione dei canoni che la Puglia dovrebbe versare al Molise. Oggi il presidente della Regione, Donato Toma, ha annunciato le ultime novità al termine della riunione capitolina: “Si tratterebbe di un accordo di 20 milioni di metri cubi di acqua da destinare alla Puglia attraverso la realizzazione di un’infrastruttura di circa 41 chilometri, dei quali 34 in Molise e 7 in Puglia. Ma prima di parlare di tutto ciò bisognerà capire quali siano le attuali condizioni idriche della nostra regione e la dispersione delle stesse, considerando l’obsolescenza delle condutture per le quali abbiamo chiesto a più riprese finanziamenti per migliorarle e l’effettiva disponibilità della Diga del Liscione ridotta con l’insabbiamento”.
All’incontro ha partecipato l’assessore alle infrastrutture Vincenzo Niro assieme ai colleghi della Giunta pugliese e naturalmente al ministro Patuanelli, che ha sottolineato come il tema della carenza idrica sia centrale e che saranno previsti finanziamenti ad hoc nei prossimi anni. Tra i diversi progetti, c’era in esame anche quello sulla fornitura di acqua dal Molise alla Puglia.
Attualmente il progetto della costruzione della conduttura che unisca il Liscione a Occhito è fermo per volontà del commissario del Consorzio di bonifica integrale Larinese, l’ingegnere Vincenzo Napoli. “Occorre una variante che modifichi il diametro e il materiale delle condotte, c’è una diatriba in corso – prosegue Toma –. L’obiettivo è quello di far ripartire il progetto assicurando il giusto compenso al Molise. Tutto ciò, però, solo conoscendo i volumi effettivi della diga del Liscione e i costi dell’infrastruttura”.
Anche lo stesso assessore Niro durante il vertice romano ha voluto ribadire che “per verificare la fattibilità del progetto è necessario determinare il quantitativo di surplus disperso in mare dal Liscione, e su questo attendiamo il report da Molise Acque, per conoscere la media del surplus degli ultimi dieci anni. Solo in questo modo sapremo cosa disperdiamo e cosa si potrà erogare alla Puglia. Bisogna certificare tale volume di acqua. Abbiamo la disponibilità a discutere del progetto in un rapporto di solidarietà ma bisogna avere dati certi”.
Il governatore ha voluto aggiungere che “c’è un deliberato del Consiglio regionale sul tema che ha impegnato, tra le altre cose, la Giunta a definire prioritariamente il fabbisogno molisano prima di ogni altra ipotesi di partecipazione, con l’eventuale surplus, al progetto di interconnessione in una pur condivisibile ottica di solidarietà interregionale”.
Le valutazioni sull’eccedenza di risorse idriche per ora faranno slittare di un po’ il completamento dell’opera che in Molise ha provocato timori alla luce delle frequenti crisi idriche che soprattutto nei mesi estivi provocano enormi disagi alle comunità del Basso Molise. Nè si possono trascurare i disagi all’agricoltura. E poi il fatto che a secco restino a volte anche i paesi delle aree più interne ha fatto accendere una spia rossa: forse il Molise non possiede un quantitativo di oro blu tale da poterne ‘regalare’ alla Puglia.
commenta