Il caso

A casa personale Usca per assistenza covid, anche dal Molise richiesta di proroga al Governo

Il prossimo 31 dicembre si concluderà l'impegno delle Unità Speciali di Continuità assistenziale, ossia il personale che si è occupato delle visite domiciliari dei malati covid. Mentre in tutta Italia si sta premendo affinché l'impiego di tali operatori sanitari venga prorogato, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del ministro della Salute sullo stato di emergenza, il capogruppo del Pd Molise in Consiglio regionale Micaela Fanelli sottolinea: "E' importante che il Parlamento decida di dare continuità a un servizio essenziale"

Nei periodi più difficili dell’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus, il personale delle Usca ha garantito assistenza sanitaria ai malati covid che non avevano bisogno di essere ricoverati in ospedale. Tutto avveniva tramite visite domiciliari, consulti telefonici o video. Gli operatori sanitari delle Unità Speciali di Continuità assistenziale hanno in pratica svolto un ruolo essenziale. Tanto in Italia, quanto in Molise.

Dal prossimo 31 dicembre il loro impegno sarà concluso nonostante il virus non sia stato sconfitto e mentre il ministro della Salute Roberto Speranza annuncia la proroga dello stato di emergenza anche nel 2022. Ecco perchè in varie parti del Paese è partita la richiesta al Governo di stanziare i finanziamenti necessari ad assicurare anche nel prossimo anno l’impiego delle Usca.

Lo ha fatto il responsabile Pd Salute in Abruzzo, l’ex sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Rilancia il capogruppo dem in Consiglio regionale Micaela Fanelli: “Il potenziamento dell’assistenza territoriale deve passare anche per la proroga dell’operatività delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) oltre il termine previsto del 31 dicembre prossimo. Soprattutto ora che l’emergenza legata al Covid ancora non è terminata”.

Per la consigliera regionale “è importante che il Parlamento decida di dare continuità a un servizio essenziale per i territori e che i fondi per garantire la proroga possano trovare spazio nella prossima manovra finanziaria”.

Fanelli ricorda il servizio che “in tutti questi lunghi e drammatici mesi è stato essenziale per l’assistenza domiciliare di chi si è trovato a dover fare i conti con il Covid. Penso al ruolo essenziale che le Usca hanno svolto sul nostro territorio, in modo particolare quelle che hanno ‘coperto’ i piccoli centri delle nostre aree interne”.

Micaela Fanelli

In Molise le Usca sono state attivate a Bojano, Riccia, Venafro, Agnone, Larino e Termoli. Queste ultime due sono diventate operative quando è scoppiato il focolaio di Campomarino che poi si è esteso agli altri centri del Basso Molise provocando centinaia di contagiati e decine di vittime.

Tale personale sanitario si è occupato anche di effettuare i tamponi, oltre che dei pazienti covid dimessi dopo il ricovero costituendo un valido supporto a medici e infermieri che nelle corsie degli ospedali hanno dovuto curare a decine di degenti. Insomma, quello delle Usca è stato un lavoro prezioso.

Quindi, argomenta anche Micaela Fanelli, è necessario riconoscere “il ruolo essenziale che tali unità hanno svolto nell’integrazione tra l’assistenza di base e gli ospedali, evitando in alcuni casi e ove possibile, l’ospedalizzazione di pazienti in strutture già allo stremo”. Ecco perchè “chiediamo che l’attività di tanti professionisti possa nell’immediato essere prorogata, pensando già a un sistema capace di rendere stabile un servizio imprescindibile per l’assistenza sanitaria territoriale.

Per questo motivo abbiamo intrapreso un’iniziativa coordinata con altri territori che pure spingono in tale direzione, augurandoci che anche il governo regionale intenda sostenere le medesime ragioni”.

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