Due contagi nell’ultima settimana, 25 gli attuali positivi. Campobasso città sta reggendo l’urto di questa quarta ondata pandemica che si spera possa restare sotto controllo rispetto ai ricoveri in ospedale. È chiaro che per mantenere i numeri bassi e i rischi non allarmanti bisogna proseguire su un’unica e decisiva strada: quella delle vaccinazioni, dalle prime alle terze dosi.
Bisogna aggiungere che i numeri sono in discesa: nella settimana precedente i contagi erano stati 15, quella prima ancora 19. Mentre negli ultimi sette giorni si sono registrati solo due nuovi positivi e un numero decisamente maggiore di guariti.
“I dati della settimana che ci siamo appena messi alle spalle – ha spiegato il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina – danno una rappresentazione della situazione dell’evoluzione del virus nella nostra città, costantemente verificata dall’Asrem e dai suoi operatori, con interventi precisi di ricostruzione delle catene epidemiologiche ogni qualvolta si denotano situazioni da monitorare con particolare attenzione”.
Il primo cittadino spinge proprio sui vaccini e sull’accelerata auspicabile e decisiva delle prossime settimane: “Il quadro pandemico nazionale, con la risalita del numero dei contagi, rende ancora più evidente quanto sia di fondamentale importanza incentivare e promuovere il più possibile la campagna di vaccinazione. Vaccinarsi è necessario, serve a mettere in sicurezza se stessi e gli altri e la scienza e i dati ci confermano quanto sia sicuro. Al contempo, ora va data un’accelerazione sulle terze dosi e bisogna continuare ad assumere atteggiamenti prudenziali in tutte le situazioni della vita sociale e lavorativa”.
Gravina ha tra l’altro sottolineato ed evidenziato le parole dure ma chiare espresse nei giorni scorsi dal dottor Giuseppe Cecere, responsabile regionale Acoi Molise, che “ha parlato del rischio di sospensione delle attività chirurgiche presso il centro Hub del Cardarelli. Il dottor Cecere è stato chiaro, qualora avessimo una quarta ondata da affrontare al Cardarelli, ci ritroveremmo con la metà degli anestetisti in forze e con un generale depauperamento delle risorse professionali da mettere in campo. Asrem è chiamata a un impegno di certo non facile, ma bisogna essere pronti nell’immediato, questo è chiaro”.
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