La battaglia della dirigente de lisio

Un ‘non avvocato’ messo alla guida del servizio legale, il Tar condanna la Regione. “Sentenza innovativa”

Il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione alla ricorrente Alberta De Lisio (assistita dallo studio legale Iacovino), cui in passato è stato revocato l'incarico di responsabile dell'Avvocatura della Regione affidandolo a un non iscritto all'Albo degli Avvocati. La Regione Molise è stata condannata a pagare le spese legali

“Una sentenza che fa storia” e che condanna la Regione Molise perché come responsabile del servizio legale dell’Ente ha contrattualizzato un ‘non avvocato’. Il Tar Molise si è pronunciato a favore della ricorrente, l’avvocata Alberta De Lisio assistita dallo studio legale Iacovino, annullando la delibera di Giunta regionale con cui si era andato a modificare il regolamento per il funzionamento dell’avvocatura regionale, prevedendo che a dirigere il servizio potesse essere un dirigente qualunque, e dunque anche un non iscritto all’Albo degli avvocati.

Ma andiamo con ordine. L’avvocata De Lisio, già dirigente della Regione Molise a tempo indeterminato, e regolarmente iscritta all’albo speciale degli avvocati, Direttore responsabile dell’avvocatura Regionale, con delibera di Giunta del 31 gennaio 2019 viene confermata nella responsabilità del Servizio Avvocatura regionale e invitata a sottoscrivere un contratto annuale. E già qui, secondo i suoi legali, c’è stata la prima violazione di legge perché questa prevede una durata minima dei contratti dirigenziali non inferiore a tre anni. Dure le parole dei legali: “Il politico di turno ha chiaramente teso a tenere sotto scacco il dirigente, per motivi avulsi da quelli istituzionali e contro ogni previsione di legge che vede invece ben distinta e indipendente l’azione amministrativa da quella politica”.

Alberta de Lisio protezione civile

Arriva poi la delibera di Giunta del 1 ottobre 2019 (dunque prima della scadenza annuale del contratto, rimarcano gli avvocati) attraverso la quale “le viene improvvisamente revocato l’incarico di Responsabile dell’Ufficio Legale e conferita la titolarità del Servizio di Protezione Civile. Il tutto – aggiungono i legali – preceduto da un provvedimento disciplinare del tutto infondato, chiaramente ritorsivo e discriminante, regolarmente impugnato”.

 

Al suo posto, nel ruolo di Responsabile dell’Ufficio Legale, viene nominato ad interim un dirigente non iscritto all’albo speciale degli avvocati “che addirittura, in palese conflitto di interessi, aveva persino proposto la modifica del regolamento per il funzionamento dell’avvocatura regionale prevedendo che a dirigere il servizio potesse essere un dirigente qualunque (quindi anche un ingegnere o un medico!) e non un dirigente abilitato e successivamente regolarmente iscritto all’albo speciale”.

Poi una nuova delibera di Giunta, il 25 novembre dello stesso anno: “Su parere dell’interessato, viene eliminato il requisito del ruolo professionale previsto dalla legislazione vigente, che consentiva così la nomina del sostituto privo dei requisiti di legge”. E la storia quindi, fatta la modifica al regolamento, si ripete e, in un nuovo avvicendamento al vertice dell’Avvocatura Regionale, a un certo punto viene nominata un’altra Dirigente, anche lei non iscritta all’albo degli avvocati. Per lo studio legale Iacovino è nientepopodimeno che “un susseguirsi di illegittimità e abusi con tanto di evidente esercizio abusivo della professione”.

vincenzo iacovino

La Dirigente De Lisio quindi, assistita dagli avvocati Vincenzo Iacovino (foto sopra), Vincenzo Fiorini e Monica Minadeo, decide di impugnare i contratti ritenuti illegittimi e i diversi incarichi conferiti in violazione di legge chiedendo al Tribunale del lavoro di Campobasso innanzitutto di essere reintegrata nel servizio dell’avvocatura regionale.

La Dirigente inoltre decide di impugnare, innanzi al Tribunale amministrativo del Molise, “l’illegittima modifica apportata al regolamento del servizio avvocatura” e coinvolge, al riguardo, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Campobasso che in una nota del 28 maggio 2020, dando dunque ragione alla De Lisio, scrive al Presidente della Regione sottolineando che il regolamento cosi modificato contrasta con quanto sancito dalla legge professionale che prevede, appunto, che la responsabilità dell’ufficio legale sia affidata ad un dirigente abilitato all’esercizio della professione legale e successivamente regolarmente iscritto nell’elenco speciale.

Il Presidente della Regione però non fa marcia indietro e anziché dare seguito alle osservazioni del Consiglio dell’ordine, decide di dare mandato ai propri legali per ‘resistere’ in giudizio. Amaro il commento degli avvocati della Dirigente De Lisio: “Lo ha fatto con i soldi del contribuente, lasciando la situazione in uno stato di evidente violazione della legge a vantaggio di soggetti non aventi i requisiti normativi”.

 

E veniamo alla conclusione della vicenda. Il Tar Molise ha accolto il ricorso della ricorrente De Lisio annullando il regolamento regionale nella parte in cui stabilisce che la direzione del Servizio Legale è affidato dalla Giunta regionale ad uno tra i dipendenti in possesso della qualifica dirigenziale, e non già a dirigenti con il titolo di avvocati e iscritti all’albo speciale. “L’annullamento è stato disposto – commentano dallo studio legale che ha vinto questa battaglia – con una sentenza innovativa che prende una posizione netta nel merito della vicenda condividendo a pieno le ragioni della ricorrente, per l’evidente contrasto del regolamento con la legge ordinamentale. Ne è seguita altresì la condanna (per la Regione, ndr) alle spese legali”.

 

E adesso? “Ora la controversia si sposta davanti al Tribunale del lavoro, nonché davanti alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica perché si accerti ogni eventuale illecito e danno erariale. Non si esclude l’intervento del Consiglio dell’Odine degli Avvocati”.

commenta