Effetto pandemia

Smaltire tamponi e siringhe fuori regione costa troppo. Ora Asrem vuole riaccendere il suo inceneritore spento tre anni fa

Tra gli incalcolabili effetti della pandemia anche una sovrapproduzione di rifiuti sanitari che hanno spinto l’azienda sanitaria a voler riattivare il servizio interrotto nel 2018. Pubblicato un avviso per la ricerca della ditta che progetterà, costruirà e gestirà il sistema di raccolta e termodistruzione nell’impianto che si trova di fronte all’ospedale Cardarelli di Campobasso.

Il 1 agosto del 2018 l’inceneritore di rifiuti ospedalieri di contrada Tappino ha smesso di funzionare. Un impianto troppo vecchio, inquinante e dunque pericoloso per la salute pubblica, ha spinto Asrem e Regione Molise a mandare in pensione il termodistruttore che per quindici anni ha bruciato ad elevatissime temperature non solo garze, aghi e medicinali scaduti, ma anche organi amputati e persino carichi di droga sequestrata.

Inceneritore ospedale Cardarelli

Noi in quell’inceneritore ci andammo nel 2016 e già allora Carlo Picone, il responsabile della struttura, ci spiegò con dovizia di particolari come funzionava il processo di smaltimento. Ma soprattutto ci disse dei problemi che aveva utilizzando una illuminata metafora: “E’ come una vecchia automobile che solo noi sappiamo far funzionare”.

Le ceneri potenzialmente inquinanti prodotte dalla combustione nella vetusta camera di pirolisi (una gigantesca caldaia rotante) dovevano essere, già allora, trasferite in un ecocentro che si trova al confine col Molise, a San Salvo, per lo smaltimento. Da tre anni a questa parte non solo le ceneri vengono portate fuori regione ma anche i rifiuti prelevati da guardie mediche, poliambulatori, cliniche, ospedali e chi più ne ha più ne metta.

L’inceneritore di Campobasso

I costi sono stati enormi, ma come disse l’ex direttore generale dell’Asrem, Gennaro Sosto, erano inevitabili: quell’inceneritore aveva troppi problemi e senza un ingente investimento non restava altro da fare che bruciarli altrove.

Il problema, che era già lì ed era pure bello grosso per le casse pubbliche, si è riproposto in maniera più evidente con la pandemia. Tra gli imponderabili effetti della campagna vaccinale (e ancor prima degli screening di massa) c’è una sovrapproduzione di rifiuti.

Tamponi, cotton fioc, siringhe, fiale e tutto il corredo anti Covid che ci accompagna da un anno e mezzo a questa parte hanno fatto lievitare ancor di più i costi di smaltimento. Ma oggi come tre anni fa soldi per modernizzare l’impianto di contrada Tappino non ce ne sono.

La soluzione l’ha trovata il dg Asrem Oreste Florenzano pubblicando, era il 28 agosto scorso, un avviso pubblico di manifestazione di interesse per verificare la presenza di imprese che desiderano progettare, costruire e gestire l’inceneritore del Cardarelli.

(qui l’avviso)

Tecnicamente si chiama project financing (finanza di progetto) e permette al privato interessato a costruire il nuovo inceneritore di finanziarlo coi ricavi della sua gestione. Un investimento sicuro, potremmo definirlo, una concessione che il pubblico (senza un soldo) fa al privato (che ha solide basi economiche) per evitare di continuare a dilapidare un patrimonio esternalizzando un servizio pubblico di cui è impossibile fare a meno.

I 50 giorni di tempo per presentare la proposta progettuale rispondendo all’avviso dell’Asrem (e quindi per arrivare all’affidamento) stanno per scadere.

Angelo Primiani

Ma dal Movimento 5 Stelle il consigliere regionale Angelo Primiani ha già lanciato un allarme parlando di ampliamento dell’inceneritore.

“È ovvio – ha scritto in  un post su facebook – che l’impianto del Cardarelli, con l’aumento della sua capacità, brucerà molti più rifiuti rispetto a quelli originariamente previsti. Alla luce di queste novità è quindi necessaria un’attenta stima degli impatti ambientali sul territorio circostante”.

Nella nostra visita all’impianto del 2016 il responsabile Picone ci spiegò che quello del Cardarelli bruciava circa 400 tonnellate l’anno di rifiuti tra parti anatomiche recise dai veterinari, medicinali inutilizzabili e rifiuti ospedalieri trattati.

Se il nuovo impianto avrà una capacità maggiore non si evince dalla manifestazione d’interesse. Tanto che lo stesso Primiani conclude dicendo che “per fugare ogni dubbio, sto predisponendo quindi una richiesta di accesso agli atti. Voglio verificare che tutti i passaggi tecnici previsti dalla legge vengano rispettati”.

Inceneritore Cardarelli Campobasso

MISTERO BUFFO

Utenti dell’ospedale Cardarelli giurano di aver visto, anche ieri mattina, personale e furgoni entrare e uscire dai locali del termodistruttore spento tre anni fa. Sopralluoghi di ditte interessate all’avviso prima della presentazione del progetto?

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